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Manfredi catella risponde al gip di milano nella maxi inchiesta sull’urbanistica e rischia i domiciliari

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La maxi inchiesta sull’urbanistica a Milano prosegue con nuovi sviluppi giudiziari. Manfredi Catella, fondatore e amministratore delegato di Coima, ha appena terminato un interrogatorio durato circa due ore davanti al giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini. Il procedimento riguarda accuse pesanti, tra cui corruzione e induizione indebita, mosse dalla procura milanese. Intanto, altri protagonisti dell’indagine si preparano a comparire in tribunale per chiarire la loro posizione.

L’interrogatorio di manfredi catella e le rivelazioni al gip

Manfredi Catella ha risposto a tutte le domande poste dal gip Mattia Fiorentini durante l’udienza al palazzo di giustizia di Milano. Ha spiegato di aver raccontato ogni dettaglio che era possibile offrire, cogliendo l’opportunità concessagli dal giudice per fornire la propria versione dei fatti. Le accuse nei suoi confronti sono gravi: la procura contesta a Catella di aver partecipato a un sistema di corruzione nell’ambito di operazioni urbanistiche nel capoluogo lombardo, coinvolgendo pratiche opache per ottenere favori e appalti. Su richiesta dei pm, Catella rischia di finire agli arresti domiciliari, misura cautelare che potrebbe pesare sulla sua posizione nell’inchiesta.

Volontà di collaborazione e implicazioni

L’interrogatorio si è svolto senza interruzioni rilevanti e c’è chi osserva come la volontà del ceo di Coima di collaborare con la giustizia possa influenzare la decisione del gip su eventuali misure restrittive. Comunque, la posizione di Catella resta delicata. I reati a lui attribuiti implicano coinvolgimenti diretti in accordi illeciti con pubblici ufficiali per modificare decisioni urbanistiche, secondo quanto emerso dai primi atti giudiziari.

Altri protagonisti dell’inchiesta: bezziccheri, scandurra e la strategia difensiva

Mentre Catella chiude il suo interrogatorio, il palazzo di giustizia ospita le audizioni di altri indagati. Al settimo piano è cominciato l’interrogatorio di Andrea Bezziccheri, imprenditore legato all’azienda Bluestone; anche lui è chiamato a rispondere delle sue responsabilità nel filone investigativo riguardante il tessuto edilizio di Milano. Dopo Bezziccheri, toccherà ad Alessandro Scandurra, ex vicepresidente della commissione paesaggio, presentarsi davanti al gip per sostenere la propria difesa.

Diverse strategie di difesa

La complessità dell’inchiesta si riflette nei diversi modi scelti dai coinvolti per affrontare il procedimento. Giancarlo Tancredi e Federico Pella, ad esempio, hanno deciso di rispondere personalmente alle domande del giudice, cercando di chiarire la loro posizione. Al contrario, Giuseppe Marinoni è rimasto in silenzio, scegliendo di avvalersi della facoltà di non rispondere. In suo nome, i legali hanno presentato una memoria difensiva che probabilmente cerca di confutare le accuse o chiarire aspetti della vicenda.

Queste diverse strategie mostrano la frammentazione del quadro investigativo e la difficoltà per molti indagati di trovare un filo comune nella difesa, dato che le accuse spaziano dalla corruzione all’induzione indebita in più progetti urbanistici.

Il contesto dell’inchiesta e i risvolti giudiziari nel capoluogo lombardo

L’indagine sulla corruzione in campo urbanistico a Milano ha scosso diversi ambienti, coinvolgendo nomi di rilievo e intrecci tra mondo imprenditoriale e istituzioni locali. Il sistema che la procura descrive punta a svelare come alcune concessioni e autorizzazioni edilizie siano state ottenute aggirando norme e regolamenti, favorendo interessi privati a scapito della trasparenza e legalità.

Le implicazioni sono rilevanti per la città, soprattutto considerando l’impatto di grandi operazioni immobiliari gestite da società importanti come Coima. Gli interrogatori in corso rappresentano un momento cruciale per fare chiarezza sui presunti rapporti illeciti. Mentre emergono dettagli su nomi, ruoli e modalità, la magistratura milanese intensifica le indagini con l’obiettivo di ricostruire la rete di accordi inquinata da tangenti o pressioni indebite.

In questi giorni si attendono le prossime audizioni e la decisione del gip Mattia Fiorentini, che valuterà le richieste di misura cautelare avanzate dalla procura. I risultati degli interrogatori influenzeranno la linea del procedimento penale, definendo gli sviluppi futuri per tutte le persone coinvolte e per il sistema dell’edilizia nel capoluogo lombardo.

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