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La cancellazione del concerto di valery gergiev alla reggia di caserta provoca tensioni diplomatiche italo-russe

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La cancellazione del concerto del maestro Valery Gergiev, previsto domenica 25 maggio 2025 alla Reggia di Caserta, ha acceso una serie di reazioni politiche e diplomatiche tra Italia e Russia. L’annuncio è arrivato dopo una campagna mediatica e politica intensa che ha sollevato accuse di discriminazione e tensioni culturali. A intervenire con dure parole è stata Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che ha definito la vicenda una “persecuzione senza precedenti”.

Le motivazioni dietro l’annullamento del concerto di valery gergiev

Valery Gergiev, uno dei direttori d’orchestra più noti al mondo, doveva esibirsi nella storica cornice della Reggia di Caserta. Tuttavia, l’evento è stato annullato in seguito a una pressione politica crescente legata al contesto internazionale e alle tensioni tra Russia e Paesi occidentali. La vicenda si è inasprita soprattutto dopo alcune dichiarazioni del ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli. Egli, pur riconoscendo la libertà artistica, ha interpretato l’esecuzione della sinfonia n. 5 di Čajkovskij come veicolo di “propaganda russa”.

Questa posizione ha alimentato il dibattito pubblico e mediatico. In Italia, molte voci hanno sostenuto che mantenere l’evento avrebbe rappresentato un rischio simbolico in un momento di conflitto geopolitico. Le accuse rivolte a Gergiev riguardano la sua vicinanza al Cremlino e l’interpretazione politica attribuita alle sue scelte artistiche. L’annullamento si inserisce dunque in un quadro più ampio che mescola politica, cultura e opinione pubblica.

La reazione della diplomazia russa e le considerazioni di maria zakharova

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, ha commentato la cancellazione definendo l’accaduto «una persecuzione senza precedenti» contro il maestro Gergiev. Ha criticato fortemente l’atteggiamento delle autorità italiane e di alcuni politici, citando espressamente il ministro della Cultura. Zakharova ha riportato, in italiano, una frase dal Vangelo di Matteo che esprime netto dissenso verso chi non riconosce il valore culturale e artistico: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe».

Secondo la portavoce russa, la diffusione di una “campagna russofoba” ha portato a una situazione artificiosa che danneggia l’immagine di Gergiev e della cultura russa nel mondo. Ha ribadito che la musica di Čajkovskij, inclusa la sinfonia in programma, rappresenta valori tradizionali come amore, verità e giustizia, difesi da tempo dalla Russia. Zakharova ha sottolineato che un funzionario italiano si schiera contro questi principi, dando così un segnale negativo nei rapporti culturali italo-russi.

Accuse di discriminazione e la posizione del parlamento europeo

Il dibattito non si è limitato al contesto nazionale italiano; è salito di livello coinvolgendo anche il Parlamento europeo. Maria Zakharova ha accusato la vice presidente Pina Picierno di aver agito con “discriminazione sulla base della nazionalità” nel sostenere la cancellazione del concerto. La diplomazia di Mosca ha definito questi atti come parte di una cosiddetta “cancel culture” guidata da posizioni ideologiche opposte alla Russia e ispirate, secondo quanto dichiarato, ai seguaci di Bandera, figura controversa nell’Est Europa.

La vicenda si colloca dunque all’interno di uno scambio politico e culturale complicato, con accuse reciproche che coinvolgono istituzioni e rappresentanti pubblici. La cancellazione dell’evento ha riscosso attenzione anche negli ambienti culturali, dove si discute dei confini tra arte e politica, e del ruolo del patrimonio culturale in periodi di tensione internazionale.

Le ripercussioni di questa decisione proseguono a influenzare le relazioni tra Italia e Russia, così come il clima che circonda le esibizioni di artisti legati a contesti geopolitici delicati.

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