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Incendio tra agnone e capracotta: decine di ettari di vegetazione distrutti, intervento canadair e inchiesta aperta

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Tra il 7 e l’8 giugno 2025 un vasto incendio ha colpito diverse zone boschive tra Agnone e Capracotta, in provincia di Isernia, causando la distruzione di numerosi ettari di vegetazione. Le operazioni di spegnimento hanno mobilitato vigili del fuoco, carabinieri forestali e protezione civile, con il supporto di un canadair per contenere le fiamme e impedire l’espansione nel bosco di Montecastelbarone. Le autorità indagano sulle cause, senza escludere l’origine dolosa.

Sviluppo e aree colpite dall’incendio

L’incendio ha avuto origine in due punti distinti: località Macchie e l’area di Sant’Onofrio. Le fiamme si sono rapidamente diffuse su decine di ettari di bosco e macchia mediterranea, alimentate anche dal vento che ha complicato i tentativi di contenimento. Le condizioni meteo hanno spinto i vigili del fuoco ad intervenire con squadre a terra senza sosta, iniziando le operazioni già nella mattinata di sabato 7 giugno.

I roghi hanno danneggiato estese superfici di vegetazione, con un impatto rilevante sull’ecosistema locale. L’area di Sant’Onofrio, in particolare, ha subito danni severi: il monte a ridosso è apparso completamente bruciato, con un profondo cambiamento nel paesaggio naturale. Questi incendi sono stati monitorati costantemente anche per evitare il coinvolgimento del bosco di Montecastelbarone, patrimonio naturale che rischiava conseguenze molto gravi.

Intervento delle squadre antincendio e ruolo del canadair

Per contenere l’incendio, il comando provinciale dei vigili del fuoco di Isernia ha lavorato senza sosta in coordinamento con carabinieri forestali e personale della protezione civile molisana. Le squadre hanno effettuato interventi in più punti, lavorando contro il vento che spingeva le fiamme verso zone più estese.

In supporto alle operazioni a terra, è stato impiegato un canadair per effettuare ripetuti lanci d’acqua sulle aree in fiamme. Questi interventi aerei hanno contribuito a rallentare la propagazione dell’incendio, impedendo che le fiamme raggiungessero il bosco di Montecastelbarone. Il canadair è stato fondamentale soprattutto nelle ore in cui le condizioni meteo potevano favorire uno sviluppo incontrollato dei roghi, in particolare nella zona nota come località Sbracia.

Danni e reazioni delle autorità locali

Il sindaco di Agnone, Daniele Saia, ha seguito da vicino l’evoluzione dell’incendio, partecipando ai sopralluoghi nelle aree colpite. Saia ha espresso preoccupazione per i danni al monte Sant’Onofrio, ormai gravemente compromesso dall’incendio, e ha sottolineato lo sforzo delle forze impegnate a evitare un disastro ancora più grave. Ha definito la possibile origine dolosa dell’incendio un gesto “ignobile” che colpisce profondamente la comunità e il territorio.

Alla presenza dei vigili del fuoco, dei carabinieri forestali e del personale comunale, sono stati avviati rilievi sulle cause dell’incendio. Le indagini proseguono per stabilire se vi siano responsabilità umane dietro il rogo. Nel frattempo le autorità continuano a monitorare l’area per evitare riprese di fiamma e valutare ulteriori danni ambientali derivanti dall’incendio.

Criticità legate al vento e prevenzione futura

Il vento ha rappresentato un fattore determinante nel propagarsi delle fiamme. Le raffiche hanno spinto il fuoco verso zone più vaste, complicando le operazioni di spegnimento. Proprio per questo le squadre antincendio hanno lavorato con tempestività, cercando di circoscrivere punti critici e impedire che l’incendio si espandesse ulteriormente.

In Molise, l’estate prossima si prevede con rischi elevati per gli incendi boschivi, a causa delle condizioni climatiche e della vegetazione secca. Gli enti locali hanno già attivato un piano di sorveglianza e intervento rapido, con l’obiettivo di limitare danni simili e garantire una risposta più rapida. L’episodio tra Agnone e Capracotta, oltre a ricorda l’importanza di prevenire, spinge a migliorare i sistemi di allarme e la collaborazione tra forze a tutela del territorio.

Le zone colpite continueranno a essere oggetto di attenzione, per sostenere la ripresa della vegetazione e monitorare eventuali criticità ambientali causate dal passaggio delle fiamme.

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