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Focolaio di incendi e proteste al centro di permanenza e rimpatrio di bari: intervento di polizia e vigili del fuoco

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Negli ultimi due giorni il centro di permanenza e rimpatrio di Bari è stato scosso da una serie di proteste e incendi. Attivisti hanno condiviso foto e video del fumo che usciva dalla struttura, denunciando condizioni difficili per i migranti detenuti. La polizia e i vigili del fuoco sono intervenuti per contenere gli eventi, mentre crescono le tensioni all’interno del Cpr.

Cronaca degli incendi e interventi delle forze dell’ordine

Nella giornata di ieri, alcuni migranti hanno appiccato il fuoco a materassi e altri suppellettili in diverse aree del Cpr di Bari. Il fumo denso ha attirato l’attenzione dei collettivi di attivisti che hanno documentato i fatti con immagini e video. Le fiamme hanno richiesto l’intervento immediato dei vigili del fuoco, che hanno spento gli incendi evitando conseguenze peggiori.

Le forze dell’ordine, presenti all’interno della struttura, hanno cercato di contenere la situazione e di riportare la calma tra i detenuti. L’identità delle persone coinvolte è al momento al vaglio della polizia. Gli agenti riferiscono che l’episodio è nato da un momento di forte protesta interno, culminato con la scelta di dar fuoco a oggetti per attirare l’attenzione.

Motivazioni delle proteste e condizioni di vita denunciate

Attivisti e collettivi che seguono la situazione all’interno del Cpr segnalano condizioni giudicate “disumane” dai migranti. Secondo le loro testimonianze, nelle ultime ore le proteste si sono intensificate anche a causa di una persona con fratture multiple agli arti, che non sarebbe stata trasferita né visitata in ospedale.

Questa segnalazione ha alimentato il malcontento, portando alcuni detenuti a manifestare in modo più acceso. Le condizioni di vita nella struttura erano già oggetto di critiche, soprattutto per sovraffollamento e scarsa assistenza sanitaria. La mancata risposta immediata alle richieste mediche ha aggravato lo stato di tensione.

Misure disciplinari all’interno del centro di permanenza e rimpatrio

Dopo gli eventi di protesta, gli attivisti riferiscono che almeno un partecipante alle manifestazioni è stato isolato all’interno del centro. Le misure restrittive mirano a mantenere ordine e sicurezza, ma suscitano ulteriore preoccupazione tra gli osservatori esterni.

Il ricorso all’isolamento rischia di incrementare le tensioni e peggiorare le condizioni di chi detiene e già vive in situazioni difficili. Al momento, le autorità non hanno fornito dettagli sulla durata o le motivazioni formali di questa decisione disciplinare. Restano sotto osservazione le condizioni dei detenuti e l’evoluzione degli eventi.

Il dibattito sulle condizioni nei cpr italiani

L’allarme lanciato da attivisti e organizzazioni ha riacceso il dibattito sulle condizioni dentro i Cpr in Italia, mentre si segue con attenzione lo sviluppo della situazione nel centro di Bari. Le autorità continuano a gestire la complessità delle proteste tra i migranti e cercano di evitare ulteriori incidenti.

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