L’82/a edizione del Festival del Cinema di Venezia si presenta come un’occasione unica per esplorare le “mostruosità” del mondo contemporaneo. Sotto la direzione artistica di Alberto Barbera, il festival non si limita a mostrare opere cinematografiche, ma invita a una riflessione profonda sulle contraddizioni dell’umanità. Il tema centrale di quest’anno è la rappresentazione delle mostruosità, sia in senso metaforico che reale, attraverso opere che spaziano da figure iconiche della letteratura a quelle che emergono nella vita quotidiana.
il cinema come specchio della società
Tra i titoli più attesi, “Frankenstein” di Guillermo del Toro si distingue non solo per la sua celebrazione di un classico della letteratura horror, ma anche per la sua attualizzazione delle paure collettive. La figura del “mostro” si estende oltre il fantastico, rappresentando le ingiustizie e le atrocità dei dittatori del Novecento e dei giorni nostri. Barbera ha menzionato nomi come Mussolini, Gheddafi e Putin, evidenziando il legame tra la storia e le paure contemporanee.
Le guerre attuali, come quelle in Ucraina e Gaza, sono al centro del dibattito del festival. Barbera ha messo in risalto la sensazione di impotenza che molti provano di fronte a questi conflitti, un tema che risuona nei film in concorso. Ad esempio, il film “Elisa” di Leonardo Di Costanzo esplora il lato oscuro della società, invitando a riflettere sui fattori che portano alla trasformazione di persone comuni in assassini.
fanatismo e minacce globali
Un altro aspetto significativo è il fanatismo religioso, affrontato da opere che trattano di talebani, Afghanistan e Iran. Kathryn Bigelow, con il suo film “A House of Dynamite”, esplora la minaccia nucleare, un tema di crescente rilevanza nel panorama geopolitico attuale. Attraverso queste narrazioni, il festival si propone non solo di intrattenere, ma anche di educare e sensibilizzare il pubblico sulle atrocità spesso ignorate nella vita quotidiana.
lo stato del cinema italiano
Barbera ha espresso la sua opinione sullo stato del cinema italiano, evidenziando la presenza di maestri già affermati, ma anche il desiderio di vedere emergere nuove voci. La mancanza di film di debutto da parte di registi emergenti suscita preoccupazione, suggerendo una crisi creativa nell’industria. “Ci sono tantissimi film italiani dello scorso anno che non hanno trovato distribuzione, né nelle sale né sulle piattaforme”, ha dichiarato Barbera, sottolineando un fenomeno inquietante.
Inoltre, Barbera ha notato un’assenza di registe donne tra i film italiani in concorso. Sebbene la percentuale di presenza femminile nel festival sia del 32%, resta un dato preoccupante che riflette le disuguaglianze di genere nel settore. Le registe devono essere amplificate per garantire una rappresentazione più equa del panorama cinematografico.
Infine, Barbera ha messo in evidenza un trend preoccupante: la durata media dei film in concorso è di oltre due ore. Questa tendenza potrebbe essere influenzata dal linguaggio delle serie televisive e dalla necessità di creare eventi cinematografici che attirino l’attenzione del pubblico. La sfida per il cinema è trovare un equilibrio tra arte e fruibilità, tra narrazione profonda e intrattenimento.
Con questi spunti, il Festival di Venezia si propone di stimolare il dibattito su temi cruciali, utilizzando il cinema come strumento di riflessione e comprensione. In un mondo in cui le “mostruosità” sono sempre più evidenti, il cinema invita il pubblico a confrontarsi con le proprie paure e con la realtà che ci circonda.