La situazione nella Striscia di Gaza continua a peggiorare. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, ha denunciato che più di 1000 persone sono morte di fame da fine maggio, mentre tentavano di raggiungere aiuti alimentari. Il capo dell’agenzia, Philippe Lazzarini, ha descritto la condizione come un vero e proprio inferno in terra, mettendo in allarme la comunità internazionale.
Morte di civili affamati durante la crisi alimentare a gaza
Secondo i dati raccolti da UNRWA, oltre mille persone a Gaza sono decedute a causa della fame mentre cercavano cibo nelle zone di distribuzione degli aiuti. Questi numeri si riferiscono a decessi registrati da fine maggio a oggi. La combinazione di blocchi, carenza di risorse e bombardamenti ha reso i rifornimenti quasi impossibili, lasciando le famiglie prive di sostentamento. Molti di coloro che hanno perso la vita sono bambini e anziani, categorie particolarmente vulnerabili alla mancanza di cibo e acqua.
Le strutture per la distribuzione alimentare, da tempo insufficienti e spesso prese di mira da conflitti, non riescono a far fronte alla domanda crescente. La scarsità di mezzi di trasporto e di sicurezza continua a ostacolare l’arrivo di generi di prima necessità. Questa escalation di mortalità alimentare ha raggiunto livelli senza precedenti negli ultimi mesi.
Condizioni disumane per medici e operatori umanitari
Il capo di UNRWA, Lazzarini, ha parlato davanti ai media internazionali della situazione disperata anche per chi lavora sul campo. Molti medici e infermieri, sottoposti a turni massacranti e privi di sostanze nutritive adeguate, si sono trovati svenuti per fame e stanchezza. L’intera catena di assistenza sanitaria rischia di collassare. Ospedali e centri di primo soccorso mancano di attrezzature, medicinali e personale.
Questi operatori, fondamentali per soccorrere la popolazione civile, affrontano una doppia emergenza: oltre alla carenza di risorse, devono agire in un contesto di pericolo costante causato dagli scontri armati. Le infrastrutture sanitarie, già fragili, stanno mostrando segni di cedimento. Questo scenario ha portato le organizzazioni internazionali a rinnovare l’appello per un urgente intervento e un cessate il fuoco duraturo.
Impatto umanitario sul territorio della striscia di gaza
La fame e la crisi umanitaria si intrecciano con le conseguenze della guerra e del blocco dei rifornimenti, creando una situazione di estrema precarietà per milioni di persone. Gaza si presenta come un territorio isolato, con limitato accesso ai beni fondamentali. Le restrizioni e le continue minacce hanno imposto una carenza cronica di cibo, acqua potabile e servizi sanitari.
Le famiglie vivono in condizioni difficili, spesso senza elettricità e assistenza medica. La perdita di vite umane per fame mette in luce la gravità della crisi, mentre la comunità internazionale cerca soluzioni difficili da attuare. Le agenzie presenti sul campo, con risorse limitate, cercano di distribuire aiuti imparzialmente, ma i numeri di bisognosi superano di gran lunga le capacità operative.
Il quadro resta drammatico. UNRWA e altri enti s’impegnano a monitorare la situazione e a segnalare ogni peggioramento, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione globale su una crisi in corso ormai da mesi.