Un medico romano è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri del Nas di Roma, in seguito a un’ordinanza emessa dal gip del tribunale della stessa città. Il medico, già indagato per la morte di una paziente durante un intervento di liposuzione, era stato sorpreso mentre operava in una casa privata nel quartiere Quadraro. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Roma, ha portato alla scoperta di interventi medici non autorizzati svolti in condizioni igieniche precarie, in luoghi non idonei all’attività sanitaria.
Arresti domiciliari e provvedimenti cautelari
Il medico in questione è stato sottoposto a una misura cautelare personale che impone gli arresti domiciliari. La richiesta originale della procura puntava alla detenzione in carcere, visto il livello di gravità delle accuse. La decisione finale è stata quella degli arresti domiciliari, ma resta ferma la sospensione dall’attività medica già disposta dal gip. Questa sospensione si era resa necessaria dopo che il professionista era stato segnalato per aver operato in un ambulatorio abusivo e per reati legati alla pratica medica non autorizzata.
Violazione della sospensione e nuovi interventi
L’indagine ha rilevato come il medico fosse entrato in aperta violazione di questa sospensione. Nei giorni precedenti all’arresto, infatti, il personale del Nas ha colto il professionista mentre eseguiva un intervento di otoplastica in un’abitazione privata. Questo episodio si somma ad altri procedimenti giudiziari che lo vedono imputato anche per violenza privata.
Interventi in condizioni precarie e rischi per i pazienti
Le attività svolte dal medico si sono svolte in condizioni ben lontane dagli standard previsti dalla legge e dalla pratica medica. Il dottore ha usato una camera da letto di un appartamento occupato da una famiglia sudamericana come sala operatoria improvvisata. Le immagini riprese dai carabinieri mostrano un ambiente disordinato, con evidenti tracce di sporcizia e la presenza di cani che circolavano liberamente nello stesso spazio.
Durante l’intervento di otoplastica, il medico, con l’aiuto di una infermiera in pensione, ha praticato l’operazione indossando camici e usando strumentazioni chirurgiche senza rispettare le necessarie condizioni igienico-sanitarie. La giovane paziente, distesa su un lettino improvvisato, aveva ricevuto dosi di anestetico locale, come confermato dai medici del pronto soccorso del policlinico Casilino, dove era stata poi trasferita.
Indagine sulla morte della paziente e accertamenti in corso
Il medico era già al centro di un’indagine per la morte di una donna avvenuta nei mesi scorsi, a giugno, durante un intervento di liposuzione effettuato in un ambulatorio abusivo. La procura di Roma continua a seguire con attenzione il caso, mentre emergono dettagli sulla pericolosità delle sue pratiche e il mancato rispetto delle norme sanitarie.
Attività clandestina e ipotesi di reati gravi
L’attività clandestina del professionista si svolgeva nonostante fosse stato sospeso dall’esercizio della professione, segno di un comportamento reiterato e irresponsabile. L’indagine del Nas, guidata dal pm Eleonora Fini, ha raccolto prove che portano a ipotizzare reati gravi quali violenza privata e pratiche mediche abusive.
Gli arresti domiciliari rappresentano dunque un passaggio importante nella battaglia contro la medicina abusiva in città, un fenomeno che mette a rischio la salute di chi si affida a questi interventi senza garanzie di sicurezza o autorizzazione. La procura di Roma intende approfondire ogni aspetto per garantire che episodi simili non si ripetano.