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Donald trump ritira ancora gli usa dall’unesco per presunte posizioni anti-americane e woke

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Gli Stati Uniti hanno avviato un nuovo ritiro dall’Unesco, organismo delle Nazioni Unite dedicato all’educazione, scienza e cultura. Questa decisione nasce da ispezioni interne nel corso dei primi mesi del 2025, che hanno segnalato una condotta poco favorevole agli interessi americani e un orientamento ideologico contestato dall’amministrazione statunitense.

Decisione degli stati uniti di abbandonare l’unesco

A febbraio il presidente donald trump aveva lanciato una revisione dettagliata della partecipazione americana all’unesco, con una durata calcolata di tre mesi. Questo periodo di controllo ha coinvolto funzionari della sua amministrazione, incaricati di valutare l’impatto politico e culturale delle attività dell’agenzia Onu sul territorio statunitense. Nel primo trimestre del 2025 è quindi emersa una critica netta sulle politiche adottate dall’agenzia, tanto da spingere verso un nuovo allontanamento formale degli Stati Uniti dall’organizzazione.

Valutazioni e posizioni critiche

Il ritiro avviene in un contesto in cui trump e i suoi collaboratori addebitano all’unesco un orientamento passato percepito come diametralmente opposto agli interessi statunitensi. La loro posizione si basa sull’interpretazione secondo cui l’ente riconosce con troppa frequenza e autorità istanze favorevoli alla causa palestinese e alla Cina, elementi che risultano ostili alle posizioni americane nel contesto geopolitico odierno.

Accuse di indirizzo politico e questioni culturali nell’unesco

Nel corso della revisione la squadra di valutazione dell’amministrazione trump ha messo in luce temi che vanno oltre i meri contenuti culturali e scientifici. Il gruppo ha denunciato un orientamento che definisce come “woke”, cioè un’agenda focalizzata su diversità, equità e inclusione, ritenuta da alcuni rappresentanti americani sovrabbondante o almeno inadeguatamente equilibrata. Secondo un funzionario della Casa Bianca, citato dal New York Post, l’unesco ha mostrato una serie di distorsioni legate non solo all’inclusività ma anche a una parzialità politica manifesta verso la causa palestinese e l’espansione cinese.

Reazioni e conseguenze politiche

Questo contrasto si ripercuote sulla percezione pubblica americana dell’agenzia che dovrebbe invece concentrarsi su obiettivi apolitici e internazionali, nella promozione dell’educazione e della conservazione del patrimonio globale. L’attenzione ai temi sociali, seppure centrale in molte istituzioni internazionali, in questo caso diviene uno dei motivi per cui gli Stati Uniti scelgono il distacco dall’organizzazione.

Le implicazioni del ritiro degli stati uniti dall’unesco

L’uscita degli Stati Uniti dall’Unesco avrà effetti diretti sulla relazione con le altre nazioni membri e ancora di più su programmi culturali e scientifici promossi dall’agenzia. Senza la presenza americana, l’ente perde una parte rilevante di fondi e influenza, con possibili ripercussioni sulla gestione e realizzazione di progetti internazionali.

Storicamente gli Stati Uniti avevano già interrotto la loro partecipazione all’unesco nel 2018 sotto la guida di trump, per motivi simili a quelli attuali. La decisione di oggi ribadisce una linea di distanza netta rispetto alle dinamiche dell’organizzazione ormai divenuta troppo politicizzata dal punto di vista di Washington. La posizione degli Stati Uniti sarà osservata con attenzione dai governi partner e dagli osservatori internazionali, che cercheranno di comprendere quali scenari si apriranno nella cooperazione globale su temi fondamentali come educazione e patrimonio culturale.

Le prossime settimane saranno decisive per tracciare i passaggi formali di questo ritiro e monitorare eventuali dichiarazioni degli altri stati coinvolti nell’unesco. Nel frattempo il dibattito sugli equilibri interni all’agenzia Onu resterà acceso, influenzando anche il modo in cui si pensa alla cooperazione internazionale in ambito culturale e scientifico.

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