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Scattano i dazi americani del 1° agosto tra tensioni europee e misure di risposta industriale

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L’imminente entrata in vigore dei nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti il 1° agosto tiene in allerta i paesi europei. Nel frattempo, i governi cercano un accordo che eviti una guerra commerciale che potrebbe compromettere migliaia di posti di lavoro. Il ministro del made in italy Adolfo Urso si è espresso sulle trattative in corso, puntando a un’intesa equa e criticando alcune politiche europee che, secondo lui, danneggiano la competitività delle industrie.

La linea del ministero per il made in italy sulle tensioni con gli stati uniti

Adolfo Urso ha ribadito l’importanza di non fermarsi davanti alle difficoltà durante il confronto con gli Usa. La sua posizione spinge a trattare “a oltranza” per giungere a una soluzione condivisa, che tenga conto degli interessi di tutte le parti. Urso insiste pure sul fatto che l’industria europea soffre anche a causa di misure interne, come l’iper-burocrazia e alcune scelte ambientali come il green deal, ritenute troppo rigide e penalizzanti dal punto di vista economico.

Il ministro ha anche invitato le grandi nazioni fondatrici dell’Europa a muoversi con “piena comunità di intenti” per proteggere settori strategici. Tale unità sarebbe cruciale per superare ostacoli che potrebbero mettere a rischio occupazione. L’urgenza si avverte soprattutto perché le tensioni commerciali provocate dai dazi di Washington potrebbero compromettere decine di migliaia di posti di lavoro.

L’importanza di un’intesa equa nelle trattative

La proposta di revisione delle norme europee nel settore automotive

Nel corso dell’intervista, Urso si è soffermato sulle normative del settore auto, una delle industrie chiave per l’Europa. Fa riferimento a un non paper condiviso con altri paesi membri, che propone modifiche per preservare la competitività del comparto. Tra le questioni più scottanti c’è la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 al 2035.

Secondo Urso, le attuali restrizioni rischiano di soffocare la prima industria industriale europea, limitando investimenti soprattutto nelle flotte aziendali. La richiesta principale è per una norma che garantisca neutralità tecnologica, lasciando libertà di scelta tra carburanti tradizionali, ibridi ed elettrici. Inoltre, punta a incentivi e regole chiare per la nascita di gigafactory, indispensabili per raggiungere autonomia strategica nella produzione di veicoli elettrici.

L’appello del ministro indica la necessità di una politica europea coordinata che metta le basi per far crescere un mercato della mobilità sostenibile senza penalizzare le imprese del settore. L’attenzione si concentra anche sulla collaborazione tra paesi per affrontare in modo unitario le sfide future.

L’importanza di diversificare i mercati oltre gli stati uniti

Urso spinge a guardare oltre gli Stati Uniti per ridurre la dipendenza commerciale. Propone accordi di libero scambio con Paesi del Golfo, India, Malesia, Filippine e Australia. La strategia prevede di includere anche i membri del Mercosur per ampliare i canali di export europei.

Questa apertura non solo promuoverebbe nuovi sbocchi economici, ma alleggerirebbe l’impatto di eventuali misure protezionistiche americane. Il dialogo con altre aree del mondo appare fondamentale per mantenere competitività e flessibilità commerciale agli imprenditori europei.

Le sfide di un mercato globale complesso

Lo scenario dei dazi e i provvedimenti europei di risposta

A oggi Bruxelles ha messo in cantiere tariffe compensative su prodotti americani per un valore di oltre 90 miliardi di euro. I primi dazi da 21 miliardi entreranno in vigore il 6 agosto come risposta alle tariffe sui metalli decise dagli Stati Uniti. Poi seguirà una seconda lista con altri 72 miliardi di dollari coperti da possibili dazi, compresi i prodotti automobilistici e altre merci.

L’insieme di queste misure evidenzia la tensione crescente tra i due blocchi e la volontà europea di non subire passivamente i provvedimenti di Washington. L’equilibrio commerciale sembra a rischio con possibili ripercussioni su interi segmenti produttivi.

Il calo delle esportazioni e produzione nel settore auto europeo e americano

I primi effetti dei dazi si vedono nei dati diffusi da Stellantis, uno dei gruppi auto più grandi al mondo. Nel secondo trimestre del 2025, le spedizioni in Nord America hanno registrato un calo del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono state circa 109.000 unità in meno prodotte e vendute. La società ha attribuito questa contrazione alla riduzione delle importazioni, aggravata dai dazi e dalla diminuzione degli acquisti da parte delle flotte aziendali.

Anche il mercato europeo ha mostrato segnali di difficoltà. Le consegne nel secondo trimestre sono calate del 6% rispetto al 2024, pari a circa 50.000 vetture in meno. Questo calo è dovuto soprattutto a fasi di transizione del prodotto, con alcune linee di vetture in pausa in attesa di modelli aggiornati.

L’andamento positivo del segmento b

In particolare, le auto del segmento B, su piattaforma smart car, hanno accelerato nella produzione e recuperato terreno nel confronto trimestrale. Le consegne di modelli come Citroën C3, C3 Aircross, Opel Frontera e Fiat grande panda sono aumentate del 45% tra primo e secondo trimestre 2025, aggiungendo 25.000 unità vendute in più.

Gli sviluppi indicano un mercato con dinamiche differenziate, dove alcune categorie si rafforzano mentre altre risentono della nuova situazione commerciale globale. Il settore auto europeo, però, continua a essere centrale nelle trattative e nelle strategie industriali di risposta alle tensioni con gli Usa.

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