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Nuovo piano del governo per affrontare il sovraffollamento nelle carceri italiane con misure alternative e ampliamenti

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Il governo italiano si prepara a portare al Consiglio dei ministri un pacchetto di misure per contenere il sovraffollamento delle carceri. A poche settimane dagli appelli del presidente della Repubblica, il ministero della Giustizia propone un decreto e un disegno di legge che prevedono strumenti per far uscire dal carcere migliaia di detenuti in modo controllato. Contestualmente si lavora su interventi strutturali per ampliare gli istituti penitenziari attraverso moduli prefabbricati e ristrutturazioni. Il progetto punta in particolare a garantire uno spazio più adeguato e a introdurre forme di detenzione domiciliare per tossicodipendenti e alcolisti.

Le misure alternative per 10mila detenuti con pene residue brevi

Il decreto in arrivo dovrebbe permettere a circa diecimila persone reclusi di uscire anticipatamente o di svolgere la pena con modalità meno restrittive. Si tratta di detenuti con pene residue inferiori ai 24 mesi, non coinvolti in reati ostativi, cioè quelli previsti dall’articolo 4 bis della legge di ordinamento penitenziario, e che negli ultimi dodici mesi non hanno subito sanzioni disciplinari gravi. Il documento prevede valutazioni puntuali sullo stato di ciascun detenuto, in collaborazione con la magistratura di sorveglianza, per facilitare il trasferimento a misure alternative quali i domiciliari o l’affidamento in comunità. Sono inoltre ipotizzate semplificazioni burocratiche, anche coinvolgendo gli impiegati degli uffici matricole, per accelerare l’elaborazione delle posizioni.

Task force e monitoraggio detenuti

Questa mossa arriva dopo l’annuncio della creazione di una task force dedicata al monitoraggio dei detenuti definitivi e all’individuazione dei casi eleggibili per le misure alternative. L’obiettivo è ridurre la pressione sugli istituti penitenziari, che segnano un livello critico di sovraffollamento, senza ricorrere a provvedimenti come indulti o amnistie.

Rafforzare la detenzione domiciliare per tossicodipendenti e alcolisti

Nel pacchetto di novità in arrivo figura un disegno di legge focalizzato su detenuti con problemi di tossicodipendenza o alcolismo. La proposta punta a consolidare e ampliare quanto già stabilito l’anno scorso con la definizione di un albo di comunità idonee ad accogliere queste persone fuori dal carcere. Attualmente, però, la situazione resta critica: le carceri contano oltre 62mila detenuti, a fronte di meno di 47mila posti disponibili. I risultati delle precedenti misure non hanno invertito questo trend.

Per questo il nuovo progetto introduce criteri più precisi e stringenti, per evitare abusi e indirizzare con rigore i benefici sulle persone che possono effettivamente trarre vantaggio da un percorso di recupero in comunità. L’intento è migliorare la qualità del trattamento, ridurre i rischi di recidiva e sgravare in parte gli istituti da presenze incompatibili con i programmi di reinserimento.

Gli interventi sull’edilizia carceraria e l’uso dei moduli prefabbricati

Accanto alle misure sulle persone, il governo mette in campo opere edilizie per allargare i penitenziari esistenti. Il commissario Marco Doglio gestisce i lavori di ampliamento di istituti importanti, come rebibbia a roma, milano opera, bollate, cagliari e bologna. Una linea seguita anche è quella di realizzare moduli prefabbricati, con un progetto che prevede almeno 1.500 unità gradualmente distribuite.

Di queste, 400 moduli saranno installati in via sperimentale in istituti come quelli di opera e voghera. Queste strutture consentono ampliamenti più rapidi rispetto alle ristrutturazioni tradizionali e già sono usate da altri Paesi europei. Il governo aveva considerato la riconversione di vecchie caserme, ma si è orientato sulla prefabbricazione per una maggiore velocità e flessibilità nei risultati.

Priorità al decongestionamento senza ricorrere a indulti o amnistie

Il governo mantiene una posizione ferma e rigetta le richieste di indulto o amnistie arrivate da alcune forze politiche e da associazioni. Punta piuttosto a soluzioni basate su semplificazioni amministrative e interventi strutturali. La presenza della task force e la proposta di coinvolgere gli operatori degli uffici matricole nelle verifiche delle pene residue mostrano un approccio più tecnico e mirato.

Questa scelta vuole evitare provvedimenti di clemenza generalizzata che nel passato hanno suscitato polemiche e non hanno risolto i problemi di fondo. Si punta invece a liberare i posti letto in modo selettivo e sostenibile, per aiutare gli istituti a gestire meglio l’afflusso e dare prospettive di riabilitazione a chi ne ha diritto.

Riforma della separazione delle carriere dei magistrati e referendum previsto

Oltre alla questione carceraria, il ministro Carlo Nordio spinge per la riforma della separazione delle carriere dei magistrati, approvata dal senato e ora in attesa di passaggi parlamentari decisivi. L’obiettivo è arrivare al referendum costituzionale già entro febbraio prossimo. Questo cambiamento mira a rendere più nette le distinzioni tra magistrati inquirenti e giudicanti, un tema molto discusso in ambito giudiziario.

La riforma potrebbe impattare indirettamente anche sulle carceri, migliorando il sistema di controllo sui processi e sulle pene. Il Consiglio dei ministri sarà chiamato a valutare progressi e tempi di questa operazione, che si intreccia con una fase complessa della giustizia italiana e di ristrutturazione delle sue modalità di funzionamento.

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