Il governo si prepara a varare un decreto urgente per affrontare il problema del sovraffollamento nelle carceri italiane. Oggi a palazzo chigi il ministro della giustizia, Carlo Nordio, ha incontrato il presidente del consiglio e altri membri dell’esecutivo per definire le misure del provvedimento, che potrebbe arrivare in consiglio dei ministri già domani. L’obiettivo è alleggerire le celle e introdurre forme alternative di detenzione per chi ne ha diritto.
Le misure contro il sovraffollamento carcerario: posti letto e strutture
Il cuore del decreto riguarda il decongestionamento degli istituti penitenziari, attualmente sovraccarichi rispetto alla loro capienza. Secondo quanto emerso, il governo punta a mettere a disposizione 10mila posti, distribuiti in nove strutture diverse. Questi nuovi spazi sono pensati per garantire condizioni di detenzione più dignitose e ridurre la pressione sulle carceri più affollate.
Questi interventi non si limitano all’aumento fisico dei posti disponibili ma prevedono anche il trasferimento di detenuti in nuove sedi. In questo modo si mira a riequilibrare la popolazione carceraria, evitando situazioni di sovrapposizione eccessiva in certi istituti. La questione è particolarmente sentita da mesi, viste le continue segnalazioni delle associazioni per i diritti dei detenuti e delle organizzazioni internazionali.
Misure alternative alla detenzione e nuovi criteri di ammissione
Oltre alla disponibilità di posti aggiuntivi, il decreto prevede l’adozione di misure alternative per i detenuti che possono usufruirne. Si tratta di misure come l’affidamento in prova ai servizi sociali, la detenzione domiciliare o altre forme di pena meno impattanti. L’intento è alleggerire gli istituti da chi non rappresenta pericolo per la società e può scontare la pena fuori dal carcere.
Tali misure hanno riscontri nel codice penale, ma richiedono una selezione attenta dei casi, nonché un’effettiva capacità di controllo e supporto dei soggetti ammessi. L’implementazione riguarda pure gli strumenti di valutazione del rischio e l’adeguamento delle procedure per velocizzare i processi decisionali. In questo modo il governo cerca di contemperare la tutela sociale e la necessità di condizioni umane nelle carceri.
La possibile riforma della giustizia: separazione delle carriere in vista
L’incontro tra Nordio e palazzo chigi ha toccato anche il tema della riforma della giustizia, tra le priorità del governo. In particolare si valuta la possibilità di introdurre la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti, una questione dibattuta da tempo nel sistema giudiziario italiano.
Questa riforma mira a chiarire e delimitare le funzioni tra chi svolge le indagini e chi invece si occupa del giudizio, limitando così conflitti di interesse e potenziali interferenze. Lo spunto arriva anche da esperienze di altri paesi dove la divisione tra procuratori e giudici è più netta. Un passo del genere richiede modifiche legislative significative e potrebbe impattare profondamente sull’organizzazione interna degli uffici giudiziari.
Prospettive del decreto e futuro intervento sul sistema giudiziario
L’istituzione del decreto contro il sovraffollamento carcerario rientra nel più ampio sforzo del governo per rivedere aspetti critici del sistema penale italiano. Con la crescita dei posti nelle carceri e l’introduzione di misure alternative, l’esecutivo intende affrontare il problema nella pratica, mentre appena possibile procederà con alcuni interventi sulla struttura della giustizia stessa. Le decisioni di palazzo chigi saranno decisive per stabilire tempi e modi di attuazione delle misure.