Il caso di Garlasco, che ha scosso l’Italia sin dal suo inizio nel 2007, continua a essere al centro dell’attenzione mediatica. La vicenda dell’omicidio di Chiara Poggi è tornata a riempire le pagine dei giornali, con nuove dichiarazioni e sviluppi che potrebbero cambiare il corso delle indagini. Recentemente, il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha chiarito alcuni aspetti controversi, sottolineando l’importanza di evitare interpretazioni fuorvianti da parte di soggetti esterni all’Ufficio, che rischiano di alimentare discussioni senza fondamento.
La riapertura delle indagini e il DNA di Ignoto 3
Nel 2021, la Procura ha riaperto le indagini, portando alla luce nuovi elementi, tra cui un profilo genetico noto come “Ignoto 3”. Questo DNA è emerso da tamponi prelevati sul corpo di Chiara Poggi. Secondo quanto riportato da ANSA, la perita incaricata dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha escluso la possibilità che il profilo sia frutto di contaminazione recente. La perizia ha confermato che il DNA di Ignoto 3 non appartiene a nessuno degli operatori sanitari, dei membri della mortuaria o degli investigatori che hanno avuto accesso al corpo della vittima.
Controversie sulla contaminazione
La questione della contaminazione ha generato un acceso dibattito. Inizialmente, si era ipotizzato che il profilo potesse derivare da:
- Garze non sterili
- Strumenti contaminati utilizzati durante l’autopsia
La genetista Marina Baldi ha evidenziato che è possibile che residui di DNA di altri cadaveri possano essere presenti su garze non sterilizzate. Tuttavia, il procuratore Napoleone ha insistito sul fatto che le indagini stanno escludendo questa possibilità, confermando che il profilo genetico non corrisponde a nessuno tra coloro che hanno maneggiato il reperto.
Analisi dei tamponi e trasparenza
Un aspetto cruciale dell’indagine è rappresentato dall’analisi dei tamponi prelevati non solo dal corpo di Chiara Poggi, ma anche da coloro che hanno assistito alle analisi irripetibili. Collaboratori della perita Albani, come Luciano Garofano e Marzio Capra, sono stati sottoposti a test per escludere ogni possibilità di contaminazione. Tuttavia, i consulenti dei legali di Alberto Stasi, già condannato in passato per l’omicidio di Chiara e poi assolto, non hanno avuto la stessa opportunità di sottoporsi a tampone, sollevando interrogativi sulla trasparenza delle procedure seguite.
Il profilo di Ignoto 3 è stato riscontrato in due campioni distinti, entrambi prelevati dallo stesso tampone orale. Questo ha alimentato speculazioni sulla possibilità che il profilo possa appartenere all’autore del crimine o a un complice. La Procura di Pavia ha avviato confronti incrociati di DNA per cercare di individuare il legame tra Ignoto 3 e i sospetti già esistenti, come Andrea Sempio, attualmente unico indagato nel nuovo filone dell’inchiesta.
La comunità di Garlasco e i familiari di Chiara Poggi seguono con attenzione gli sviluppi dell’inchiesta, sperando in una verità che possa finalmente portare giustizia. La questione del DNA e le indagini in corso pongono interrogativi fondamentali sulla qualità delle procedure investigative e sulla necessità di garantire che ogni passaggio sia condotto con rigore scientifico e trasparente.
In questo contesto, i prossimi passi della Procura di Pavia sono attesi con grande interesse. La raccolta di nuovi campioni di DNA e il confronto con profili già esistenti sono essenziali per fare luce su questo caso intricato. Gli inquirenti stanno esaminando anche eventuali tracce biologiche presenti in altre aree legate all’autopsia, mentre la comunità e i familiari di Chiara continuano a cercare risposte e giustizia per una tragedia che ha segnato profondamente il loro vivere quotidiano.