L’inchiesta della procura di Trieste coinvolge Antonio Gurrieri, commissario straordinario dell’Autorità portuale dell’Adriatico orientale e presidente designato del Sistema portuale di Trieste e Monfalcone. Le indagini riguardano presunte operazioni di riciclaggio legate a versamenti effettuati da società asiatiche a una società austriaca controllata da Gurrieri. Il caso ha aperto una discussione sulle attività di consulenza e formazione nel settore dei trasporti, ambito di expertise del manager.
Sviluppo dell’indagine e ruolo della procura di Trieste
L’inchiesta è partita da una verifica fiscale che ha accertato movimenti finanziari sospetti risalenti ad anni fa. La procura di Trieste ha individuato ingenti somme trasferite senza una causale chiara dalla parte di società asiatiche alla Mmg, un’azienda austriaca fondata da Gurrieri per offrire servizi di consulenza e formazione nel settore trasporti. I magistrati sono ora chiamati a chiarire se questi finanziamenti possano nascondere operazioni di riciclaggio.
Nei giorni scorsi, Antonio Gurrieri ha ricevuto un avviso di garanzia. Le forze dell’ordine, in particolare la Guardia di Finanza, hanno effettuato perquisizioni sia presso la sua abitazione che negli uffici di lavoro, sequestrando documentazioni e materiale pertinente all’inchiesta.
Difesa legale e risposta dell’avvocato al decreto di perquisizione
L’avvocato Alessandro Diddi, che tutela Gurrieri, ha opposto opposizione al decreto che autorizzava le perquisizioni. Per martedì è stata convocata un’udienza al tribunale del Riesame di Trieste, sede chiamata a valutare la legittimità degli atti svolti dagli inquirenti.
Il legale sostiene fermamente l’insussistenza delle accuse di riciclaggio, definendole infondate. Al centro dell’attenzione ci sarebbero operazioni di natura privatistica, cioè compensi legittimi per le attività di formazione e consulenza offerte dalla società fondata da Gurrieri. L’opposizione al decreto punta a contestare la ricostruzione accusatoria e a tutelare il diritto alla privacy del proprio assistito.
Implicazioni per l’autorità portuale e le responsabilità di gurrieri
Antonio Gurrieri ricopre il ruolo di commissario straordinario presso l’Autorità portuale dell’Adriatico orientale e si prepara a diventare presidente del sistema portuale di Trieste e Monfalcone. Parallelamente, dirige come amministratore delegato la Società Alpe Adria, che opera nel trasporto e nei servizi intermodali.
Il suo incarico strategico nella gestione portuale aggiunge rilevanza mediatica al caso e alimenta il dibattito sui possibili effetti delle indagini sul funzionamento dell’ente. Le attenzioni giudiziarie mirano anche a verificare eventuali ripercussioni sull’attività amministrativa o sui rapporti tra società e istituzioni coinvolte.
Dichiarazioni di antonio gurrieri e posizione sul caso
Intervistato dal quotidiano Il Piccolo, Gurrieri ha confermato l’incontro con i magistrati e ha sottolineato di aver agito nel rispetto delle norme e con la massima trasparenza. Ha anticipato la presentazione di una memoria difensiva al pubblico ministero competente per chiarire ogni aspetto dell’indagine.
Il manager si è detto fiducioso nel lavoro della giustizia e pronto a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati. La difesa ha espresso anche il timore che l’indagine possa avere tempi o modalità sproporzionate, definendola “a orologeria”. La vicenda resta aperta e sarà seguita da nuove verifiche e decisioni giudiziarie nei prossimi mesi.