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Trovato un cadavere al largo di Crotone, potrebbe essere uno dei pescatori dispersi da Taranto

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Questa mattina una motovedetta della Guardia costiera ha recuperato un corpo senza vita al largo di Crotone. L’uomo ritrovato potrebbe essere il 67enne Pasquale Donnaloia, uno dei diportisti scomparsi dal 29 giugno scorso nel golfo di Taranto. I familiari si sono già mossi verso il luogo del ritrovamento per identificare ufficialmente il cadavere.

Il ritrovamento del corpo al largo di crotone

Il recupero del corpo è avvenuto durante un pattugliamento della Guardia costiera nelle acque calabresi. L’imbarcazione ha avvistato il cadavere nelle prime ore del mattino, al largo della costa di Crotone, una zona distante dal luogo iniziale di scomparsa. Dai primi accertamenti con fotografie, sembra trattarsi proprio di Pasquale Donnaloia, uno dei quattro amici di Taranto usciti in barca senza far più ritorno, ormai da quasi una settimana. Il personale della Capitaneria di porto di Taranto ha organizzato il viaggio dei parenti verso Crotone per il riconoscimento formale.

Al momento non vi sono conferme ufficiali ma fonti vicine all’indagine riferiscono che l’identificazione preliminare punta chiaramente a Donnaloia, dato che erano state già prese in considerazione le caratteristiche somatiche e l’abbigliamento. Le condizioni del corpo fanno presupporre che possa essere rimasto in acqua per alcuni giorni.

La vicenda dei dispersi da taranto: quattro uomini in barca, tre corpi recuperati

La vicenda è iniziata il 29 giugno, quando quattro uomini sono partiti per una semplice uscita in barca nel golfo di Taranto e non sono più tornati. Il gruppo comprendeva Pasquale Donnaloia, suo fratello Claudio Donnaloia di 73 anni, Domenico Lanzolla di 60 e Antonio dell’Amura di 61 anni. Il giorno seguente alla scomparsa, i soccorritori avevano già recuperato il corpo di Claudio, trovato a largo di Bernalda, in Basilicata.

Un altro cadavere, quello di Lanzolla, era venuto alla luce dopo 24 ore nello stesso tratto di mare. L’atmosfera si era fatta subito cupa, considerando che le condizioni meteo e le correnti nel golfo possono spostare i corpi a grande distanza dal punto di partenza.

Non era prevista la partecipazione di Pasquale a questa uscita, ma si unì all’ultimo momento al gruppo. La sua assenza al ritorno aveva aumentato la preoccupazione. Mancava ancora all’appello Antonio dell’Amura, disperso da allora. È lui l’unico dei quattro di cui non si ha traccia.

Le ricerche e le ipotesi sulle correnti marine nel golfo di taranto

Le ricerche sono continuate per giorni nel golfo di Taranto, con impegno congiunto della Capitaneria di porto, Guardia di finanza e vigili del fuoco. Sono stati impiegati diversi mezzi navali e inizialmente anche supporti aerei, ma ora le operazioni si sono concentrate solo sulla navigazione in mare.

Le correnti marine nel golfo sono particolarmente complesse e possono trasportare oggetti e corpi a distanze significative. Questa dinamica spiegherebbe il ritrovamento del cadavere di Pasquale Donnaloia molto lontano dal luogo in cui l’imbarcazione era sparita, lungo la costa calabrese vicino a Crotone. Le ricerche coprono un’area che include Basilicata e Calabria, attività che rendono difficile circoscrivere i punti di intervento.

Nonostante il ritrovamento, le squadre mantengono le operazioni attive soprattutto nella ricerca di Antonio dell’Amura, il cui destino resta ancora sconosciuto. Il mare in questa zona presenta forti correnti trasversali e condizioni che possono variare rapidamente, complicando le attività di recupero.

I familiari oltre a incontrare i soccorritori monitorano con attenzione ogni sviluppo, in attesa di conclusioni ufficiali. L’episodio ha attirato attenzione anche dai media locali per la sua drammaticità e per la difficoltà nelle ricerche in un tratto di mare ampio e insidioso.

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