Da oltre un secolo, il National Geographic ha catturato l’attenzione del pubblico con i suoi documentari che celebrano la maestosità del regno animale. Leoni, elefanti e balene sono stati i veri protagonisti di queste narrazioni, messi in risalto con riprese mozzafiato e storie affascinanti. Tuttavia, c’è un intero mondo di creature trascurate, gli “underdogs” del regno animale: larve che brillano nel buio, lamantini che galleggiano grazie alle loro flatulenze e molti altri animali che, pur non avendo la grandezza o il carisma degli attori principali, offrono comportamenti unici e sorprendenti. Con la nuova serie “Underdogs”, disponibile su Disney+, Ryan Reynolds si fa portavoce di questi outsider, dando loro finalmente l’attenzione che meritano.
La produzione di Underdogs
Prodotta da Wildstar Films, una casa di produzione pluripremiata, e con Reynolds che ricopre il ruolo di produttore esecutivo, “Underdogs” combina umorismo irriverente e rigore scientifico. Dan Rees, showrunner e produttore esecutivo della serie, sottolinea l’intento di creare uno spettacolo che intrattenga e sorprenda in egual misura. “Volevamo che questo lavoro divertisse e stupisse”, afferma Rees. La selezione degli animali da includere nella serie è stata meticolosa:
- Dovevano essere veri outsider.
- Creature bizzarre e spesso malviste.
- Animali che mettono in mostra comportamenti sorprendenti e unici.
L’approccio alla narrazione scientifica
L’idea di mettere in risalto questi animali meno noti è emersa durante le riprese sul campo. Rees, in collegamento dalla Florida, ha condiviso la sua esperienza: “Se devo dirla tutta, i leoni dormono 22 ore al giorno: sono noiosissimi! Gli animali più piccoli, invece, sono sempre in movimento e si danno da fare. Quelli ci stupivano sempre”. Questa osservazione ha portato il team a decidere di dare voce a questi “panchinari” del regno animale, rendendoli protagonisti delle loro storie.
Ogni episodio di “Underdogs” esplora una diversa strategia di sopravvivenza, evidenziando comportamenti che possono sembrare stravaganti ma che sono, in realtà, frutto di anni di adattamento evolutivo. Ad esempio, nell’episodio intitolato “Terrible Parents”, si analizzano le scelte genitoriali discutibili di alcune specie, come i koala, che nutrono i loro piccoli con le proprie feci. Questo comportamento, sebbene possa sembrare strano agli occhi umani, ha una logica ecologica e scientifica che viene esplorata in modo approfondito.
La voce di Ryan Reynolds
Ryan Reynolds, noto per il suo umorismo e il suo carisma, si è dimostrato un narratore ideale per questa serie. La sua capacità di far ridere il pubblico, anche quando legge un elenco telefonico, come scherza Rees, aggiunge un tocco unico alla narrazione. La combinazione del talento comico di Reynolds con il rigore della ricerca scientifica dei documentari National Geographic crea un prodotto che è sia educativo che divertente.
Ogni episodio di “Underdogs” riesce a creare un legame empatico tra lo spettatore e i protagonisti animali. Queste piccole creature, spesso viste come insignificanti rispetto ai grandi predatori o alle maestose balene blu, rivelano vite straordinarie che sono molto più simili a quelle degli esseri umani di quanto si possa pensare. I comportamenti bizzarri e le sfide quotidiane di questi animali low-profile rendono il pubblico più incline a identificarsi con loro, favorendo una maggiore comprensione e apprezzamento della biodiversità.
Il potenziale della serie è enorme, e gli appassionati si chiedono se ci sarà spazio per una seconda stagione. Rees, con un sorriso, ha commentato: “Ci sarebbe materiale per girarne infinite!” Questo entusiasmo per la varietà e l’originalità delle storie da raccontare suggerisce che “Underdogs” potrebbe essere solo l’inizio di un viaggio duraturo nel mondo delle creature meno celebrate, ma non per questo meno affascinanti, del regno animale.
In un’epoca in cui la conservazione della biodiversità è più importante che mai, “Underdogs” non solo intrattiene, ma educa anche il pubblico su questioni cruciali riguardanti l’ecosistema e la necessità di proteggere tutte le forme di vita, grandi e piccole. Con la sua combinazione di umorismo, scienza e storie commoventi, questa serie rappresenta un passo avanti nella narrazione naturalistica, dando voce a chi da troppo tempo è rimasto in ombra.