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Proteste contro israele e i bombardamenti a milano: corteo e presidio pacifista nella città

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A Milano si è svolta una nuova manifestazione contro i bombardamenti nella striscia di Gaza. L’iniziativa, organizzata da associazioni palestinesi e sostenuta da centri sociali e studenti, ha visto la partecipazione di oltre 500 persone. Il corteo è partito da piazzale Loreto e si è diretto verso viale Padova, con tappe al parco Trotter. Le proteste continuano a esprimere dissenso alla guerra e richiedono una soluzione pacifica al conflitto.

Il corteo a milano: percorso e partecipazione

Sabato pomeriggio a Milano si è dato vita a un corteo che ha raccolto molte persone da diverse realtà cittadine. La manifestazione è partita da piazzale Loreto, cuore di traffico e passaggi di quartiere, per muoversi attraverso viale Padova, una strada di collegamento importante, fino al parco Trotter. Qui, da anni, si tengono eventi e raduni legati anche a tematiche sociali.

Secondo gli organizzatori, erano presenti oltre 500 partecipanti. La varietà dei gruppi coinvolti riflette una rete ampia di solidarietà: associazioni palestinesi, militanti dei centri sociali come il Vittoria, studenti universitari e semplici cittadini impegnati. Alla manifestazione si è mantenuto un clima di ordine, senza problemi di sicurezza. È dal 2025 che questa mobilitazione si ripete con regolarità a Milano, un centro nevralgico per l’attivismo legato a questa causa.

I partecipanti hanno portato striscioni e cartelli con slogan che chiedono la pace e la fine dei bombardamenti. Il messaggio principale: la condanna dell’azione militare israeliana contro Gaza, e un invito a fermare il conflitto. Le immagini della città nelle ore della protesta mostrano un corteo compatto ma pacifico, che ha preso spazio sulle strade nonostante i disagi per il traffico, risentiti meno del solito grazie al periodo di vacanze.

Il presidio davanti al mcdonald’s e la critica alle aziende coinvolte

Prima dell’inizio del corteo vero e proprio, alle 17.15 circa, è stato organizzato un presidio davanti a un fast-food McDonald’s, situato vicino a piazzale Loreto. Questo momento è stato definito «boicottaggio» dagli organizzatori, che hanno puntato il dito contro l’azienda per presunti collegamenti con l’esercito israeliano, accusata di fornire prodotti gratuiti alle forze militari.

Questa azione si colloca dentro una pratica di pressione diretta contro aziende e fornitori ritenuti complici di un conflitto che provoca vittime civili. I manifestanti hanno sottolineato l’importanza di coinvolgere anche il fronte economico come strumento di protesta, puntando sugli acquisti consapevoli e sul rifiuto di sostenere realtà commerciali collegate al conflitto.

Gli attivisti hanno denunciato una logica che, a loro giudizio, alimenta guerre e violenze attraverso «l’imperialismo» e una predominanza della forza militare e economica. Il presidio ha durato circa un’ora, poi si è trasformato nell’avvio della manifestazione pacifica, dimostrando una strategia articolata per attirare l’attenzione sulla situazione palestinese anche attraverso azioni di boicottaggio mirate.

Le motivazioni politiche e sociali dei manifestanti

Durante la protesta sono emersi messaggi forti contro quello che i partecipanti definiscono un sistema globale fondato sulla violenza militare e sulla supremazia economica. Le parole raccolte fra i manifestanti richiamano a una critica netta nei confronti dell’imperialismo, visto come responsabile di aver svelato un volto spietato durante la crisi attuale.

La condanna riguarda sia i bombardamenti nella striscia di Gaza sia più in generale il modello di società che tende alla guerra, al riarmo e alla repressione sociale. Questi temi sono stati collegati a quello che definiscono «genocidio del popolo palestinese» e all’idea che tutto faccia parte di una stessa visione del futuro, dominata dalla forza e dall’oppressione.

In questo contesto, le associazioni palestinesi e altre realtà sociali cercano di far sentire la propria voce coinvolgendo la cittadinanza milanese, invitandola a riflettere su dinamiche internazionali. Le mobilitazioni ricordano che la sofferenza dei civili palestinesi non è solo un quadro lontano, ma una questione che tocca anche comunità in Italia, aperte all’accoglienza e al sostegno.

Il clima della manifestazione è stato intenso ma pacifico. Gli slogan non si sono fermati a parole di protesta, ma hanno puntato a un richiamo al dialogo e a una soluzione che ponga fine alla guerra. Il raduno si iscrive fra le tante iniziative di solidarietà che in questi mesi interessano le principali città europee, in coincidenza con episodi di violenza che continuano a segnare il Medio Oriente.

Richiesta di pace e diritti riconosciuti

Gli organizzatori hanno manifestato l’urgenza di far uscire dal silenzio la situazione nella striscia di Gaza, perchè siano riconosciuti diritti e soprattutto venga garantita la pace. Resta quindi alta l’attenzione sulle tensioni geopolitiche e sul ruolo che ciascun paese può svolgere in questa fase critica.

I dati sulla partecipazione e le fotografie della giornata hanno testimoniato una mobilitazione significativa, con una risposta ampia, aperta a diversi gruppi politici e culturali. L’appello è chiaro: un futuro senza conflitti, dove la vita dei civili palestinesi non venga più sacrificata.

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