Negli ultimi dieci giorni la Serbia ha vissuto una crisi legata a incendi estesi, che hanno richiesto un intervento massiccio da parte dei vigili del fuoco e dei soccorsi. Sono stati spersi oltre 1400 roghi in tutto il territorio, in un lavoro che ha coinvolto migliaia di operatori e decine di mezzi antincendio. Il ministero dell’Interno serbo ha diffuso i dati sull’emergenza, evidenziando anche il bilancio delle vittime e delle persone salvate.
Interventi e risorse mobilitate contro gli incendi
Sul territorio serbo, i vigili del fuoco hanno risposto con prontezza a più di 1400 incendi scoppiati nel periodo. Sono stati impiegati oltre 4000 pompieri, supportati da circa 1700 veicoli specializzati per la lotta al fuoco e il soccorso. Questi numeri testimoniano la portata dell’emergenza che ha tenuto impegnate diverse squadre in azione continua.
Gli operatori hanno lavorato senza sosta in condizioni difficili, affrontando fiamme che spesso hanno colpito zone rurali e abitate. Il coordinamento è stato affidato a centri operativi che hanno organizzato rapidamente le squadre per raggiungere i punti più critici. Le difficoltà aumentavano di giorno in giorno, anche a causa delle condizioni climatiche.
Danni, vittime e soccorsi durante l’emergenza incendi
Il ministero dell’Interno ha comunicato che 14 persone sono rimaste ferite durante gli interventi, mentre altre 15 sono state messe in salvo grazie all’azione tempestiva dei soccorritori. Questi dati riflettono il rischio a cui sono stati esposti uomini e donne impegnati in prima linea.
I vigili hanno salvaguardato numerose abitazioni, automobili e allevamenti, evitando che le fiamme distruggessero tutto quanto incontravano. Anche campi coltivati e zone agricole sono state protette dagli incendi, limitando così l’impatto economico e ambientale che l’evento avrebbe potuto provocare. Proteggere la popolazione e il patrimonio naturale è stato fondamentale durante tutta la crisi.
Condizioni climatiche e nuove ondate di caldo previste
Dopo una breve tregua caratterizzata da temperature più contenute, la Serbia si prepara a una nuova fase di caldo intenso. Il termometro potrebbe toccare punte fino a 40 gradi, alimentando così il rischio di nuovi incendi nelle prossime settimane.
La situazione meteorologica resta quindi un fattore chiave nella gestione dell’emergenza. Le autorità continuano a monitorare con attenzione le condizioni per anticipare eventuali focolai e organizzare le squadre di intervento. I cittadini vengono invitati a seguire le indicazioni di sicurezza per prevenire ulteriori incendi.
Questa fase di caldo estremo si inserisce in un contesto stagionale in cui l’aria secca rende particolarmente attivo il pericolo di incendi boschivi o agricoli. I prossimi giorni risulteranno decisivi per capire se le misure adottate riusciranno a contenere l’allarme.