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Ecco come sono nate le spinte e le tensioni dietro il progetto Pirellino e Torre Botanica a Milano

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Il progetto Pirellino-Torre Botanica, recente oggetto di dibattito politico e giudiziario a Milano, ha avuto un iter segnato da scambi informali e pressioni che hanno influenzato le decisioni ufficiali. Tra i protagonisti ci sono figure chiave della politica locale e del mondo immobiliare, al centro di un’indagine che mette in luce dinamiche poco trasparenti durante la valutazione del progetto. I messaggi intercorsi tra i protagonisti mostrano come l’approvazione, inizialmente condizionata, sia poi diventata piena, accompagnata da rapporti diretti con l’archistar Stefano Boeri e altri soggetti influenti.

Le chat rivelano un dialogo stretto tra assessore e commissione paesaggio

Nelle comunicazioni risalenti all’autunno 2023, si notano conversazioni tra Giancarlo Tancredi, allora assessore alla Rigenerazione urbana, e Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione paesaggio. Tancredi esprimeva apprezzamento per la nuova versione del progetto, definita come più elegante rispetto a quella iniziale, richiamando il tema del Bosco Verticale ma con un respiro diverso. Questi messaggi rivelano un interesse diretto dovuto anche al fatto che entrambi sono coinvolti nell’inchiesta che li riguarda. Il passaggio da un progetto considerato imbarazzante a una proposta “importante” è stato accompagnato da una richiesta esplicita di appoggio durante la votazione in commissione.

Commissione paesaggio rimuove condizioni e parere positivo

Intanto si legge che il 5 ottobre 2023 la Commissione paesaggio ha rimosso le condizioni che avevano accompagnato il parere dato il 22 giugno sul Pirellino-Torre Botanica. L’assessore suggeriva a Marinoni di limitare le raccomandazioni, evitando di imporre richieste sull’uso pubblico del ponte collegato al progetto, poiché non era di stretta competenza della commissione. Questi dettagli rivelano una gestione attenta e diretta dell’iter burocratico, in cui il parere positivo, annunciato a stretto giro, era già quasi certo.

Le pressioni di boeri e sala nella fase di approvazione

I pm parlano di “pressioni” durante l’approvazione del progetto e segnalano coinvolgimenti di alto profilo come quello dell’architetto Stefano Boeri, noto per il Bosco Verticale, e del sindaco di Milano Giuseppe Sala. Il progetto, proposto dall’immobiliarista Manfredi Catella e dal suo gruppo Coima, ha attraversato una fase delicata in cui l’intervento di questi personaggi ha orientato l’esito della commissione. L’approvazione senza condizioni del 5 ottobre è arrivata dopo che alcune nuove proposte erano state inoltrate pochi giorni prima, il 2 ottobre.

Scambi decisivi tra boeri e marinoni

Le chat mostrano inoltre scambi tra Boeri e Marinoni, con l’invio “della nuova proposta progettuale” proprio prima della riunione decisiva. Si suppone che queste comunicazioni siano state fondamentali per raggiungere un accordo su un testo condiviso che avrebbe convinto la commissione a esprimere un giudizio favorevole. Il ruolo del sindaco Sala sembra collocarsi in questo perimetro di spinte politiche e tecniche indirizzate a sostenere la riformulazione del progetto, una gestione non isolata ma permeata da rapporti stretti tra pubblico e privato.

Il coinvolgimento di manfredi catella e le strategie dopo l’approvazione

Manfredi Catella, fondatore di Coima, appare come uno degli attori principali che hanno gestito l’intesa con la Commissione paesaggio. Secondo gli inquirenti, anche lui ha cercato contatti diretti con Marinoni prima del voto, per preparare la strada all’approvazione. Il 6 ottobre, il giorno successivo al via libera, ha ringraziato pubblicamente Marinoni con l’annuncio di voler migliorare ulteriormente la città, indicando un atteggiamento collaborativo e di controllo sui futuri sviluppi.

Intreccio tra mondo immobiliare e istituzioni

Questo atteggiamento conferma un intreccio stretto tra mondo immobiliare e istituzioni comunali, in cui la regia delle decisioni appare fortemente condizionata da rapporti personali e dialoghi privati. Le indagini in corso puntano a chiarire se e come questo sistema abbia compromesso l’indipendenza della commissione e la correttezza dell’iter autorizzativo. Al centro resta un progetto dall’impatto significativo sul paesaggio urbano, legato a uno dei quartieri più innovativi e contestati di Milano.

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