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Assolto l’ex procuratore di castrovillari e altri imputati nel processo per corruzione e falso a salerno

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La recente sentenza del tribunale di Salerno ha emesso una decisione importante nel caso che ha coinvolto l’ex procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, accusato di corruzione e falso. Il processo, nato da un’inchiesta aperta nel 2018, ha attraversato diverse fasi prima di giungere a questa conclusione. Le vicende sono state seguite con attenzione dalla stampa locale e hanno coinvolto anche altri operatori delle forze dell’ordine.

La vicenda giudiziaria di eugenio facciolla e il trasferimento a potenza

Eugenio Facciolla, magistrato di lungo corso, è stato accusato di corruzione e falso nell’ambito di un procedimento aperto nel 2018, quando erano emersi presunti atti illeciti riguardanti il suo operato. Subito dopo l’avvio dell’indagine penale, Facciolla è stato trasferito d’ufficio alla sezione civile del tribunale di Potenza. Questo spostamento, deciso dall’organo di giustizia competente, ha segnalato un cambiamento significativo nella sua carriera giudiziaria, limitando il suo ruolo originario in ambito penale. Il trasferimento ha accompagnato tutto il periodo delle indagini e dei successivi sviluppi processuali.

Il procedimento al tribunale di salerno

Il procedimento nei confronti di Facciolla si è svolto presso il tribunale di Salerno, che ha approfondito i fatti contestati attraverso la raccolta di prove, testimonianze e la valutazione delle accuse mosse nei suoi confronti. L’istruttoria ha coinvolto un’analisi puntuale dei documenti e delle dichiarazioni di persone vicine alle attività del magistrato.

Assoluzioni e condanne: la risposta del tribunale ai diversi imputati

Oltre a Eugenio Facciolla, sono stati imputati altri soggetti legati alla vicenda. Tra questi, l’agente della polizia stradale Vito Tignanelli e la moglie Marisa Aquino, che sono stati assolti insieme all’ex procuratore. La sentenza ha riconosciuto l’assenza di elementi conclusivi per le accuse rivolte contro di loro, scongiurando conseguenze penali. Le difese degli imputati hanno sottolineato la mancanza di prove concrete e hanno evidenziato la fondatezza della posizione dei propri assistiti.

Condanne per membri dei carabinieri forestali

Dall’altro lato, sono arrivate condanne per due appartenenti ai carabinieri forestali di Cosenza. Il maresciallo Carmine Greco, che guidava la stazione di Cava di Melis, frazione di Longobucco, è stato condannato a un anno di reclusione. Alessandro Nota, carabiniere dello stesso reparto, ha ricevuto una pena di otto mesi. Entrambi sono stati ritenuti responsabili di alcuni dei reati collegati al caso, in particolare riferiti a comportamenti di natura illegale nell’ambito del loro servizio. La sentenza ha così diviso nettamente le posizioni degli imputati, confermando la responsabilità solo di alcuni dei coinvolti.

Implicazioni della sentenza e contesto locale

La decisione arrivata dal tribunale di Salerno getta nuova luce su una vicenda complessa di presunte irregolarità nel sistema giudiziario e delle forze dell’ordine. Il caso aveva suscitato un certo interesse nell’opinione pubblica locale, soprattutto per la figura di Facciolla, noto magistrato di Castrovillari. La sentenza ribadisce che, in assenza di prove sufficienti, non si può procedere a condanne nel sistema penale.

Trasferimento e riflessi professionali

Il trasferimento di Facciolla nel 2018 aveva rappresentato una mossa cautelare per isolare eventuali interferenze nell’ambito dell’inchiesta. Adesso l’assoluzione apre nuovi spazi per valutare la sua posizione professionale e il ritorno negli uffici giudiziari di origine.

Responsabilità individuali nelle forze dell’ordine

Le condanne dei carabinieri forestali invece confermano come molteplici profili giudiziari siano emersi all’interno del procedimento. I reati contestati hanno riguardato specifici momenti d’abuso nel contesto di controllo del territorio, fattispecie che richiamano l’attenzione sulle responsabilità individuali nelle forze di polizia.

Il caso resta un punto di riferimento per le indagini future su abusi giudiziari e pratiche corrotte, alimentando il dibattito pubblico sulla trasparenza e l’equità nella giustizia.

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