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Andrea Cavallari trasferito in carcere a Barcellona in attesa dell’estradizione in Italia

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Il tribunale centrale n.3 dell’Audiencia Nacional in Spagna ha disposto il trasferimento di Andrea Cavallari al centro penitenziario di Brians, vicino a Barcellona. Il 26enne modenese resterà lì in custodia cautelare, in attesa che si concludano le procedure per la sua estradizione in Italia. Cavallari è stato arrestato dopo essere evaso dal carcere bolognese di Dozza, dove era detenuto per la strage di Corinaldo.

Il trasferimento al carcere di brians e la contestazione giudiziaria

La decisione del tribunale spagnolo segue l’udienza di convalida dell’arresto, tenutasi subito dopo la cattura di Cavallari a Lloret del Mar, località sulla costa catalana. Il giovane, già condannato per una vicenda criminale italiana molto nota, si trovava in regime di permesso quando è riuscito a fuggire. Alla sua prima comparizione davanti al giudice, è stato assistito da un difensore d’ufficio, selezionato dal tribunale.

Le autorità spagnole hanno quindi deciso il trasferimento in un penitenziario di massima sicurezza, dove il 26enne sarà trattenuto durante l’intero iter giudiziario relativo all’estradizione. Questa misura cautelare ha lo scopo di impedirne una nuova fuga e garantire la sua presenza durante il procedimento. In attesa di un via libera definitivo, Cavallari rimane in stato di fermo.

Le modalità dell’arresto e la latitanza in spagna

L’arresto è avvenuto dopo settimane di ricerche coordinate tra forze di polizia italiane e spagnole. Andrea Cavallari si trovava nascosto in un albergo a Lloret del Mar, dove è stato individuato grazie alle indagini del Nucleo Fugitivos della polizia nazionale catalana. Le forze spagnole hanno collaborato con i carabinieri del Nucleo Investigativo Centrale per localizzare e bloccare il fuggitivo.

Cavallari era in Spagna da almeno due settimane, viaggiando via terra dall’Italia con documenti falsi e risorse predisposte per la latitanza. Il giovane ha utilizzato una carta di credito intestata a una donna, probabilmente un complice, per muoversi tra le città lungo la costa catalana. Il suo arresto ha chiuso una fase caratterizzata da spostamenti continui e tentativi di eludere i controlli.

Il “kit del fuggiasco” e il sostegno da parte di fiancheggiatori

Durante l’arresto, le autorità hanno sequestrato a Cavallari un insieme di oggetti e strumenti che hanno definito “kit del fuggiasco”. Nel suo bagaglio sono stati trovati documenti falsificati, banconote da 20 euro contraffatte per un valore totale di almeno 800 euro, e la carta di credito usata per gli spostamenti. Questi elementi indicano un supporto organizzato per la latitanza.

Gli investigatori stanno cercando di individuare i fiancheggiatori che hanno aiutato il 26enne a pianificare e realizzare l’evasione dal carcere di Dozza. Non si esclude che queste persone possano essere legate all’ambiente carcerario bolognese, avendo fornito indicazioni, materiali falsi e supporto logistico. L’attenzione degli inquirenti si concentra su questa rete di sostegno che ha reso possibile la fuga e il soggiorno in Spagna.

La scelta della catalogna e la collaborazione internazionale

La scelta di Cavallari di raggiungere la Catalogna non appare casuale. Le autorità stanno ora ricostruendo i contatti e i passaggi del giovane per capire come sia riuscito a muoversi senza essere identificato. Questo caso evidenzia la complessità nel gestire l’estradizione e la collaborazione internazionale tra forze dell’ordine per bloccare latitanti con appoggi ben strutturati.

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