Lo studio di un cilindro di ghiaccio estratto dall’Antartide orientale, il più antico mai recuperato, promette di svelare dati unici sul clima della Terra di oltre un milione e mezzo di anni fa. Questa scoperta può offrire elementi concreti per comprendere l’evoluzione degli equilibri climatici e delineare scenari più attendibili per il futuro del pianeta.
Il significato delle carote di ghiaccio per la storia del clima
Le carote di ghiaccio sono campioni prelevati da strati compatti di neve trasformata in ghiaccio, accumulati nel corso di centinaia di migliaia di anni nelle regioni polari o in elevata quota sui ghiacciai. Questi cilindri, a volte lunghi parecchi chilometri, rappresentano archivi naturali che conservano informazioni ambientali e atmosferiche di epoche passate. Ogni strato corrisponde a un periodo ben definito, mostrando tracce di gas, particelle di polvere e resti biologici.
Dettagli del campione e analisi
Il recente campione, ottenuto dopo una perforazione profonda nella calotta antartica, copre un arco temporale superiore a 1,5 milioni di anni. È il pezzo di ghiaccio più antico mai analizzato, un risultato che permette di sondare ere precedentemente inesplorate dalla ricerca climatica. La carota è stata trasportata al British Antarctic Survey di Cambridge, dove a temperature di -23 °C gli esperti ne stanno iniziando l’analisi, accompagnata da istituti tedeschi e svizzeri che studiano sezioni dello stesso nucleo.
Durante lo scioglimento lento dei blocchi, emergeranno minerali, polveri provenienti da eruzioni vulcaniche e microalghe marine chiamate diatomee, elementi che indicano fenomeni atmosferici, correnti marine e fluttuazioni termiche. Così potranno essere ricostruiti cambiamenti globali avvenuti in periodi più remoti rispetto a quelli finora disponibili.
I dettagli della perforazione nell’antartide orientale e la collaborazione internazionale
Il progetto di carotaggio è nato da uno sforzo congiunto tra diverse nazioni, un programma che ha richiesto anni e un investimento di milioni di dollari. La perforazione nel deserto di ghiaccio antartico ha raggiunto strati profondi, in cui il ghiaccio si è conservato praticamente intatto per oltre un milione e mezzo di anni. Al momento del recupero, le carote sono state accuratamente suddivise in blocchi, per evitare contaminazioni e conservare inalterate le componenti chimiche e biologiche.
Il viaggio per portare il materiale ai laboratori di ricerca è stato lungo: i campioni sono stati trasportati via nave fino all’emisfero nord, poi sistemati in automezzi refrigerati fino al laboratorio di Cambridge. Lo stesso nucleo è stato poi suddiviso per essere studiato da centri in Germania e Svizzera, ampliando così la possibilità di approfondire vari aspetti di queste formazione geologiche.
La qualità del nucleo permette di indagare con precisione la composizione atmosferica, monitorando elementi come anidride carbonica, metano e polveri differenti. Questo permette di ricostruire il clima passato con un dettaglio mai raggiunto, grazie anche agli avanzamenti tecnologici delle analisi chimico-fisiche.
Come le analisi degli antichi ghiacci possono illuminare il futuro climatico
I dati contenuti in questi campioni suggeriscono una storia climatica complessa, inclusa la fase chiamata Transizione del Pleistocene medio, quando il ritmo delle glaciazioni è cambiato drasticamente. Questo passaggio, avvenuto tra 800 mila e 1,2 milioni di anni fa, è un punto chiave per capire come il clima terrestre abbia oscillato tra periodi glaciali e di riscaldamento.
Nei blocchi di ghiaccio si trovano informazioni su variazioni delle concentrazioni di CO2, talvolta paragonabili o superiori a quelle attuali, insieme a dati su livelli del mare e dimensioni delle calotte glaciali. Questi indizi aiutano a comprendere la relazione tra concentrazioni di gas serra e comportamenti delle masse di ghiaccio.
Le informazioni sulle polveri intrappolate mostrano anche i processi che hanno influenzato la fusione dei ghiacci e quindi l’innalzamento delle acque oceaniche. Questi fattori riducono le incertezze nelle simulazioni climatiche, fornendo esempi di come il sistema terrestre reagisce a elevate quantità di gas serra, un tema cruciale per le previsioni climatiche attuali.
La differenza tra il passato e il presente nel mutamento climatico
Il passato climatico della Terra ha visto diversi episodi con livelli elevati di gas serra, ma ciò che rende unico il presente è la causa antropica. Il picco di emissioni derivato dall’attività umana negli ultimi 150 anni ha prodotto cambiamenti rapidissimi che la natura non ha precedenti recenti.
Gli studiosi coinvolti ribadiscono l’importanza di confrontare i dati antichi con la realtà odierna, per distinguere le dinamiche naturali dai fenomeni causati dall’uomo. Questo confronto può offrire un quadro più chiaro del modo in cui l’atmosfera e le masse di ghiaccio rispondono agli stimoli esterni, affrontando così questioni urgenti come l’innalzamento dei mari e le variazioni climatiche estreme.
Il lavoro sui campioni antartici apre prospettive rilevanti per la climatologia, fornendo un archivio senza precedenti per un’epoca ancora in gran parte sconosciuta. Questo potrà supportare la comunità scientifica nel raffinare le proiezioni di cambiamenti futuri e nel definire strategie per limitare i rischi ambientali associati.