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Trump insiste per dazi di almeno 15-20% su prodotti europei nonostante proposta ue sulle auto

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Donald trump ha aumentato la pressione per imporre dazi minimi del 15-20% sui prodotti europei in entrata negli Stati Uniti. Nonostante l’ultima offerta dell’Unione europea di abbassare le tariffe sulle automobili, il presidente americano non ha ceduto, confermando un irrigidimento della sua posizione nei confronti del commercio con l’Europa. La notizia arriva da fonti citate dal Financial Times, che descrivono uno scenario di tensione sulle politiche doganali tra le due sponde dell’atlantico.

La richiesta di dazi minimi al 15-20% su merci europee

Donald trump ha avanzato una proposta chiara: applicare dazi doganali non inferiori al 15-20% su tutti i beni europei importati negli Stati Uniti. Questa misura rappresenterebbe un aumento significativo rispetto alle tariffe attuali, configurandosi come una mossa protezionistica molto aggressiva. L’intenzione è quella di riequilibrare il deficit commerciale americano con l’Europa e tutelare le imprese interne da concorrenza ritenuta sleale. Le fonti del Financial Times sottolineano che questa posizione non è stata rivista nemmeno di fronte all’offerta di riduzione dei dazi sulle automobili proposta dalla Commissione europea.

La risposta dell’Unione europea e la proposta di taglio delle tariffe sulle auto

L’Unione europea ha risposto al pressing americano proponendo una riduzione dei dazi sulle automobili destinate agli Stati Uniti, un settore chiave per alcuni paesi europei. Questa apertura rappresentava un tentativo di dialogo e di riduzione delle tensioni commerciali in corso. Tuttavia, la reazione di trump ha mostrato un atteggiamento rigido, senza accogliere la proposta come un elemento sufficiente a modificare la sua richiesta globale su tutte le merci europee. Questo rifiuto rischia di inasprire ulteriormente i rapporti commerciali transatlantici, aprendo la strada a possibili escalation tariffarie.

Implicazioni per i rapporti commerciali tra stati uniti e europa

L’insistenza sui dazi minimi del 15-20% su tutte le importazioni europee indica una strategia commerciale americana meno incline agli accordi di libero scambio con l’Europa nel 2025. L’aumento dei dazi potrebbe avere ripercussioni sul mercato globale, influenzando le catene di approvvigionamento e aumentando i prezzi per consumatori e aziende su entrambe le sponde. Inoltre, si possono prevedere risposte da parte dell’Unione europea, che potrebbe adottare contromisure protezionistiche o promuovere azioni legali presso l’Organizzazione mondiale del commercio. La situazione riflette tensioni economiche più ampie legate a questioni di concorrenza internazionale e protezione delle industrie nazionali.

La posizione di trump e il contesto politico attuale

Nel quadro politico degli Stati Uniti, la linea dura di trump sui dazi appare coerente con le politiche commerciali adottate durante il suo mandato, ma rilanciate nel 2025 con forza rinnovata. Questa strategia pretende di rafforzare la posizione dell’industria americana, anche a costo di aumentare la conflittualità con partner tradizionali come l’Europa. I funzionari americani coinvolti nelle trattative manifestano la volontà di mantenere questa linea senza concessioni, segnalando che il tema dei dazi sarà prioritario nei negoziati commerciali futuri. La vicenda si inserisce nel contesto di un confronto più ampio tra paesi sulle politiche doganali e la governance del commercio internazionale.

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