Un terremoto di magnitudo 4.0 è stato registrato nella mattinata a Napoli, provocando allarme tra i residenti. La scossa si è verificata alle 9.14 del mattino con un epicentro localizzato nella zona di Bagnoli, all’interno della caldera flegrea, un’area nota per la sua attività vulcanica. Il sisma ha raggiunto una profondità ridotta, intorno ai 3 chilometri, e ha causato movimenti percepibili senza danni immediati.
Caratteristiche tecniche del terremoto nella caldera flegrea
Il terremoto registrato alle 9.14 è stato rilevato dall’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia , che ne ha confermato la magnitudo 4.0 e la posizione dell’epicentro. L’area flegrea, situata nell’area occidentale di Napoli, è un complesso vulcanico attivo e soggetto a fenomeni di sismicità riconducibili sia a attività magmatica sia a movimenti tettonici. La profondità del sisma è risultata molto bassa, circa 3 chilometri, fattore che ha amplificato la percezione della scossa nei quartieri limitrofi.
Conferma e monitoraggio dell’evento
Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv, ha confermato l’evento, sottolineando la rilevanza della localizzazione in prossimità di Bagnoli. Questa zona è particolarmente monitorata a causa delle variazioni geofisiche e sismiche registrate negli ultimi anni, considerate indicatrici fondamentali per eventuali sviluppi futuri nell’attività vulcanica della caldera.
Reazioni della popolazione di napoli al terremoto
Il terremoto ha suscitato forte preoccupazione tra gli abitanti di Napoli, soprattutto fra i residenti dei quartieri vicini all’epicentro. Numerose testimonianze raccolte sul posto e sui social media descrivono una scossa netta. Molti hanno riferito di porte e balconi che hanno iniziato a sbattere, mentre lampadari hanno oscillato visibilmente all’interno delle abitazioni. Questi movimenti hanno spinto diverse persone ad uscire di casa per sicurezza, creando scene di preoccupazione nei luoghi pubblici.
Scosse secondarie e ressa
Le reazioni non si sono fermate alla prima scossa. Subito dopo la principale, tre alle 9.14, altre due scosse sono state avvertite a Napoli, con magnitudo pari a 1.5. Questi fenomeni secondari contribuiscono a mantenere alta l’attenzione e il disagio tra la popolazione, specialmente in una zona dove la percezione del rischio vulcanico è già forte.
Contesto storico dei terremoti alla caldera flegrea nel 2025
Nel corso degli ultimi mesi, la caldera flegrea ha mostrato una sequenza sismica significativa nella zona di Napoli. Il 30 giugno scorso, un terremoto di magnitudo 4.6 aveva toccato la stessa area, risultando uno dei più intensi degli ultimi decenni e paragonabile a un sisma precedente del 13 marzo 2025. Questi eventi hanno rappresentato punte di un’attività sismica che continua a destare attenzione nelle comunità locali, oltre ai ricercatori che monitorano eventuali variazioni dello stato del vulcano.
Osservazioni e monitoraggi costanti
L’attività sismica costante nella caldera flegrea è oggetto di osservazioni continue da parte degli enti preposti perché può essere legata a fenomeni di risveglio vulcanico o a fratture locali nella crosta terrestre. Nel 2025, non è raro che la zona di Napoli sperimenti scosse di lieve o media intensità dovute a questa dinamica, ma la registrazione attuale segna un evento di intensità rilevante e ben percepito a livello urbano.
L’attenzione si mantiene alta e i sistemi di monitoraggio restano attivi per garantire tempestività nelle comunicazioni e misure di sicurezza qualora l’attività dovesse intensificarsi ulteriormente.