Home News L’Onu chiede di fermare i rimpatri forzati degli afghani dopo l’espulsione di 81 persone dalla germania
News

L’Onu chiede di fermare i rimpatri forzati degli afghani dopo l’espulsione di 81 persone dalla germania

Share
Share

La questione dei rimpatri degli afghani continua a sollevare preoccupazioni internazionali per le condizioni nel loro paese di origine. Dopo che la germania ha espulso 81 afghani, alcune delle quali condannate da tribunali, l’ONU ha invitato a sospendere immediatamente i rientri forzati, soprattutto per chi rischia tortura o persecuzione. Sono molteplici i fattori che rendono gli eventuali rimpatri estremamente delicati, tra crisi umanitarie e violazioni dei diritti.

La posizione delle nazioni unite sul rimpatrio degli afghani

Il 2025 si apre con l’allarme lanciato da volker turk, alto commissario per i diritti umani dell’ONU, che ha chiesto la sospensione immediata dei rimpatri forzati verso l’Afghanistan. In una conferenza stampa a ginevra, la portavoce ravina shamdasani ha spiegato che il principio di non respingimento, previsto dal diritto internazionale, si applica anche alle persone condannate dai tribunali in altri paesi. La richiesta si concentra in particolare su chi rischia la persecuzione, la detenzione arbitraria o la tortura una volta tornato nel proprio paese.

L’ONU ha sottolineato che in assenza di garanzie sulla sicurezza e i diritti umani, i rimpatri forzati non possono essere considerati conformi agli obblighi internazionali. Volker turk ha evidenziato una situazione complessa, che non si limita ai procedimenti giudiziari nei paesi di accoglienza, ma riguarda direttamente la condizione interna dell’Afghanistan. Si tratta di diritti fondamentali che vanno rispettati anche nel caso di persone condannate, tenendo conto delle condizioni reali che queste categorie di migranti dovranno affrontare.

La situazione in afghanistan e le conseguenze dei rimpatri

La situazione in Afghanistan rimane complicata da quando i talebani hanno ripreso il controllo nel 2021. Oltre alle gravi restrizioni dei diritti umani denunciate da più organismi internazionali, il paese attraversa una crisi economica e sociale profonda. Secondo le stime attuali, il 70% della popolazione vive in condizioni di povertà estrema, con accesso limitato a servizi di base come sanità, istruzione e sicurezza alimentare.

Questa realtà fa aumentare i rischi connessi ai rimpatri forzati. Tornare in un ambiente dove la pace è fragile e i diritti civili compromessi può significare per molti afghani esporli a violenze, persecuzioni o privazioni prolungate. L’ONU ha sottolineato che non si tratta solo della situazione politica o giudiziaria, ma anche dell’ampio quadro umanitario che pesa su chi è costretto a lasciare l’Europa e tornare nel proprio paese.

Le raccomandazioni per garantire rimpatri sicuri e volontari

Le raccomandazioni espresse dall’ONU puntano a un approccio rispettoso dei diritti umani di chi cerca asilo o è rifugiato. Ravina shamdasani ha messo l’accento sull’importanza di garantire che i rimpatri siano sempre volontari, sicuri, dignitosi e in linea con il diritto internazionale. Ciò significa che non possono essere disposti senza prima valutare contestualmente la situazione individuale e le possibili conseguenze al rientro.

La solidarietà internazionale verso il popolo afghano è stata ribadita come elemento fondamentale per evitare che queste persone finiscano in situazioni di rischio estremo. Secondo l’ONU, ogni paese deve attentamente esaminare le condizioni concrete in Afghanistan prima di procedere a qualsiasi rimpatrio, soprattutto in presenza di sentenze o condanne a carico degli interessati. L’obiettivo è limitare i casi di rimpatrio forzato che potrebbero esporre gli afghani a violazioni o a condizioni insostenibili.

I limiti delle espulsioni della germania

Le recenti espulsioni, come quelle della germania, hanno messo ancora più in evidenza la tensione tra leggi nazionali e norme internazionali sui diritti dei migranti e rifugiati. Questo tema resta al centro del dibattito politico e umanitario, con l’ONU a richiamare costantemente il rispetto delle regole base per tutelare vite e dignità umana.

Smettere di Lavorare è un magazine che esplora stili di vita alternativi e indipendenza finanziaria con sezioni su News, Spettacolo & TV, Soldi & Risparmi, Ambiente, Trasferirsi all’estero e Lavorare all’estero.

Info & Comunicati

Per info e comunicati stampa inviare email a: info@smetteredilavorare.it

© 2025 proprietà Influencer Srls - Via Luca Bati 57 - Roma - P.IVA 14920521003

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.