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Intesa Sanpaolo, nuovo accordo nazionale per 400 coordinatori territoriali sindacali fino al 2029

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Intesa Sanpaolo ha siglato un protocollo per riorganizzare la presenza sindacale sul territorio, con una rete di 400 coordinatori distribuiti tra tutte le regioni italiane e sedi centrali. Questa intesa si inserisce in un contesto di riduzione delle filiali bancarie e di rafforzamento delle relazioni industriali. Il nuovo accordo stabilisce criteri precisi per l’assegnazione delle risorse sindacali, con l’obiettivo di garantire maggiore rappresentatività e supporto ai lavoratori, e sarà valido fino alla fine del 2029.

Il contesto dell’accordo e il ruolo di intesa sanpaolo nel sistema bancario

Intesa Sanpaolo, prima banca italiana per dimensioni, si distingue nuovamente per il ruolo guida assunto nel riassetto delle relazioni industriali nel settore bancario. Dopo l’intesa nazionale tra Abi e sindacati sulle libertà sindacali, la banca ha deciso di tradurre l’accordo in un piano operativo dettagliato sul territorio. La progressiva chiusura e la razionalizzazione delle filiali richiede di ripensare la presenza rappresentativa, più diffusa e radicata nelle comunità locali.

La scelta di creare 400 coordinatori territoriali nasce da questa esigenza: assicurare un presidio sindacale efficiente in ogni area geografica, capace di intercettare i bisogni dei lavoratori e dialogare con la direzione aziendale. Il piano copre tutta la Penisola, includendo anche le sedi principali di Torino, Milano ed i comuni limitrofi. Così Intesa tiene il passo con la trasformazione in atto, senza perdere il contatto con il personale, vero fulcro delle performance bancarie.

Criteri di nomina e funzionamento della rete di coordinatori

L’accordo stabilisce che i 400 coordinatori verranno scelti in base a tre parametri precisi. Primo, si valutano le fasce di rappresentatività ottenute da ciascuna organizzazione sindacale regionale. Secondo, conta la percentuale complessiva di rappresentatività assegnata. Terzo, viene considerata la presenza territoriale concreta su ogni area. La combinazione di questi elementi determina la quota di ore retribuite e la distribuzione dei referenti nelle varie zone.

La rete sindacale, articolata in 22 ambiti territoriali , garantirà una copertura capillare. I coordinatori avranno un ruolo attivo, potendo partecipare regolarmente agli incontri trimestrali con le direzioni aziendali, per discutere tematiche legate all’organizzazione del lavoro e ai diritti dei dipendenti. Il protocollo riconosce la compatibilità tra le rappresentanze territoriali sindacali e il nuovo modello di relazioni industriali in Intesa.

In più, viene mantenuto invariato il numero di rappresentanti per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma il loro ambito di azione sarà allineato a quello dei coordinatori territoriali. Questo punto garantisce che le questioni di salute e tutela vengano seguite con la stessa attenzione a livello locale, senza dispersioni o sovrapposizioni.

Il valore riconosciuto ai sindacati e le reazioni a livello interno

I dirigenti delle sigle sindacali coinvolte hanno accolto con favore il protocollo firmato da Intesa Sanpaolo. Paolo Citterio della Fabi ha sottolineato come “l’accordo rappresenti un passo avanti importante per il sindacato, confermando la sua leadership interna e assicurando le risorse necessarie per proseguire le iniziative a tutela degli iscritti”. Per lui, questo piano rafforza la presenza sindacale e assicurerà una migliore rappresentanza lungo tutto il territorio nazionale.

Simona Ortolani, segretaria responsabile Uilca per il gruppo, ha evidenziato l’adeguatezza delle condizioni per operare nel contesto della trasformazione digitale del gruppo bancario. La dirigente ha rimarcato “il ruolo chiave del sindacato non soltanto nella trattativa con la direzione, ma anche nel mantenimento di un presidio territoriale che sappia affrontare le nuove sfide legate al cambiamento obbligato”. La sua opinione collega il protocollo a una tradizione di dialogo sociale che porta valore alle relazioni industriali dentro Intesa Sanpaolo.

Sindacati firmatari e modello di partecipazione

Le organizzazioni sindacali firmatarie hanno concordato su un modello di partecipazione che valorizza il lavoro dei sindacalisti, investendo nella loro formazione e nel presidio territoriale. Lo scopo è un confronto costruttivo, senza gerarchie tra le sigle, dove i ruoli sono riconosciuti e le proposte ascoltate. Questa impostazione sembra voler rafforzare un equilibrio atteso da tempo nel sistema bancario italiano, consolidando modelli di rappresentanza e tutela dei lavoratori in un settore in continua trasformazione.

L’accordo di Intesa Sanpaolo si presenta così come un esempio di gestione attenta e condivisa degli interessi dei dipendenti, calibrata sulle realtà locali e sulle mutate condizioni del lavoro bancario. Le risorse assegnate e la nuova struttura sindacale potrebbero influenzare altre realtà simili, modificando il modo in cui il personale viene coinvolto nei processi decisionali aziendali sul lungo termine.

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