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Inchiesta Milano conferma rischio corruzione nel settore urbanistico e l’urgenza di riforme

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I recenti sviluppi dell’indagine milanese mettono in luce come anche l’ambito dell’urbanistica non sia esente da fenomeni di corruzione. Daniele Ricciardi, presidente di Assorup, sottolinea la necessità di interventi precisi per evitare abusi e garantire trasparenza nelle procedure, soprattutto in un contesto delicato come quello dell’edilizia residenziale pubblica.

Il rischio corruzione nei procedimenti urbanistici

L’inchiesta nata a Milano ha fatto emergere situazioni preoccupanti in cui la gestione dei progetti urbanistici è stata compromessa da pratiche illegali. Ricciardi evidenzia che senza un adeguato controllo e senza norme chiare, le interpretazioni ambigue possono favorire speculazioni e frodi. Per lui è cruciale intervenire con un testo legislativo nuovo e chiaro, che superi l’incertezza normativa attuale e limiti margini di interpretazione soggetta a manipolazioni.

I casi di irregolarità coinvolgono diversi livelli amministrativi e operatori, dimostrando che l’urbanistica, tradizionalmente vista come ambito tecnico, resta vulnerabile a condotte illecite. La digitalizzazione delle procedure potrebbe agevolare la tracciabilità degli interventi e rendere più difficile incorrere in falle legislative o gestionali. Oltre a questa innovazione, serve formazione mirata per il personale pubblico, per conoscere norme, rischi e segnali di illegalità.

Dati e criticità dell’edilizia popolare in italia

Ricciardi riporta dati recenti sul patrimonio immobiliare pubblico: in Italia sono presenti oltre 836 mila unità di edilizia residenziale, gestite per la maggior parte da enti pubblici o società a partecipazione pubblica. La distribuzione territoriale mostra una concentrazione maggiore al Nord , seguita dal Sud e dal Centro .

Nonostante questi numeri, il panorama abitativo presenta gravi problemi. Più di due milioni di famiglie vivono in condizioni di precarietà abitativa e soprattutto energetica. Gli alloggi di edilizia popolare si trovano spesso in edifici vecchi, mal mantenuti, situati nelle periferie urbane o in quartieri degradati. Questa dislocazione aumenta le disparità sociali e limita le opportunità di chi già si trova in situazioni fragili.

La legge delega e il diritto alla casa al centro della riforma

Il peggioramento progressivo, anche dal punto di vista della funzionalità energetica, non solo condiziona la qualità della vita degli inquilini, ma rappresenta un ostacolo per politiche abitative sostenibili e inclusive. Per questo, si richiedono interventi strutturali e un controllo più stretto per evitare sprechi e abusi.

La legge delega annunciata dal ministro Salvini, secondo Ricciardi, dovrebbe porsi l’obiettivo principale di garantire il diritto alla casa. La normativa deve favorire l’accesso all’edilizia residenziale pubblica e mettere fine a ogni possibile forma di speculazione o frode. Serve un equilibrio chiaro tra agevolare l’offerta abitativa e prevenire fenomeni illegali che minano la fiducia e limitano l’efficacia degli investimenti pubblici e privati.

Il controllo e la trasparenza come priorità

L’eliminazione di “mele marce” nei processi di costruzione e manutenzione è una priorità. Ricciardi insiste sul fatto che la presenza di operatori disonesti, nascosti dietro piccoli o grandi interventi edilizi, danneggia l’intero sistema. Occorre infatti un sistema rigoroso di controllo e trasparenza, affiancato da uno sforzo legislativo che fornisca regole nitide, senza margini di dubbio o ambiguità interpretative.

La questione abitativa, un tema sociale centrale, non può essere affrontata senza affrontare anche le distorsioni legate alla gestione degli spazi urbani. I segnali dall’inchiesta di Milano dovrebbero indurre a una revisione complessiva della governance in campo urbanistico. Lo scenario aperto implica scelte immediate che rischiano di avere un impatto decisivo sulla vivibilità delle città e sull’equità delle opportunità abitative in Italia.

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