Un servizio di auto a guida autonoma può offrire molto più che comodità o riduzione del traffico. Il Politecnico di Milano ha testato un sistema pensato per sostenere persone anziane e fragili, portandole autonomamente a destinazioni strategiche senza bisogno che guidino. Il progetto sharing for caring si inserisce in un contesto di innovazioni tecnologiche rivolte a favorire l’autonomia e la qualità della vita nelle comunità con popolazione che invecchia.
L’auto a guida autonoma come strumento per migliorare l’autonomia degli anziani
Quando si parla di veicoli a guida autonoma, spesso si immagina una rivoluzione nella mobilità urbana o una riduzione del traffico. Qui si esplora un uso diverso, indirizzato ad anziani e persone con fragilità, che potrebbero avere difficoltà a guidare o a spostarsi autonomamente. L’idea è semplice: offrire una navetta a bassa velocità che accompagni queste persone in modo sicuro e indipendente, garantendo spostamenti verso luoghi essenziali come farmacie, ambulatori o supermercati.
Sperimentazione a darfo boario terme
Il progetto nasce in un’Italia con un tasso di invecchiamento crescente, dove la popolazione over 65 è molto presente e in aree poco servite dai trasporti pubblici tradizionali. La sperimentazione pratica si è svolta a Darfo Boario Terme, in Lombardia, usando una Fiat 500 elettrica modificata per la guida autonoma. L’auto ha percorso strade cittadine in completa autonomia, fermandosi a prendere a bordo passeggeri anziani. Durante il test, per rispettare le leggi, era presente un “safety driver” pronto a intervenire in caso di necessità.
Sergio Savaresi del Politecnico di Milano ha spiegato che garantire autonomia a chi vive in territori meno serviti è una sfida cruciale, soprattutto con l’aumento dell’età media. Serve migliorare la qualità della vita senza imporre limiti agli spostamenti.
Caratteristiche del progetto sharing for caring e ispirazioni culturali
Sharing for caring non è solo un esperimento tecnico, ma uno sforzo per creare un modello replicabile e scalabile di mobilità autonoma con finalità sociali. L’obiettivo è estendere il servizio in territori dove i tradizionali mezzi on demand non sono sostenibili economicamente, spesso dovuti a scarsa densità abitativa.
Il simbolismo del kintsugi
La Fiat 500 elettrica che ha partecipato alla sperimentazione porta una decorazione ispirata al kintsugi, l’arte giapponese di riparare le ceramiche rotte con l’oro. Questo simbolo rappresenta un messaggio potente: le fragilità possono diventare una risorsa se accolte con attenzione e intelligenza. Federico Falck, a capo della Fondazione ICO Falck, ha sottolineato come il progetto incorpori questa visione, mettendo in luce che le crepe, cioè i limiti o fragilità, non rappresentano una perdita ma una storia preziosa da valorizzare.
Questa prospettiva collega la tecnologia a un approccio umano, dove l’auto a guida autonoma si trasforma in un mezzo per restituire dignità e libertà a chi rischia l’isolamento.
Il quadro normativo italiano per la guida autonoma e la sperimentazione
In Italia, la guida autonoma su strada pubblica è regolata dal decreto ministeriale n. 70 del 2018, noto come decreto smart road. Tale norma fissa le condizioni per poter effettuare test di veicoli a guida autonoma, richiedendo la presenza di un conducente di sicurezza e parametri precisi per la sicurezza.
Il codice attuale permette sui mercati veicoli con autonomia di livello 1 o 2, dove la responsabilità rimane sul guidatore umano. Per le sperimentazioni, possono essere utilizzati livelli superiori, purché seguiti da un operatore in grado di intervenire immediatamente. Questo equilibrio consente di provare tecnologie avanzate rispettando le norme di sicurezza.
Il progetto sharing for caring si è svolto seguendo queste regole, dimostrando che la guida autonoma può adattarsi a esigenze specifiche legate alla mobilità di anziani che vivono in zone montane o meno servite. Portare le persone in modo affidabile da casa a punti chiave della loro comunità apre nuove prospettive per la mobilità sociale.
Le prospettive del servizio per comunità a bassa densità abitativa
Il sistema sperimentato a Darfo Boario Terme ha mostrato come un servizio basato sulla guida autonoma possa supplire alle mancanze dei trasporti tradizionali in aree periferiche o montane. Qui, i mezzi on demand spesso non si possono sostenere economicamente per il numero basso di utenti.
Vantaggi della mobilità autonoma negli spostamenti
L’auto elettrica che ha guidato in autonomia ha dimostrato che si può realizzare un collegamento flessibile e sicuro, personalizzato sulle esigenze delle persone più fragili. Spostamenti regolari verso farmacie o centri medici diventano più accessibili, riducendo l’isolamento e migliorando la gestione della vita quotidiana.
Un sistema del genere può alleviare i problemi di mobilità nelle zone poco servite, aumentare la qualità della vita degli anziani, e persino alleggerire l’impegno delle famiglie e dei servizi sociali. Nel contesto di una realtà italiana con tanti territori montani e realtà urbane piccole ma disperse, questo approccio apre nuove possibilità reali e pratiche.