L’assemblea legislativa slovena ha deciso all’ultimo momento di sospendere il referendum sull’aumento delle spese militari, fermando così una possibile crisi nella maggioranza di governo. Questa decisione arriva dopo settimane di scontri interni tra i partiti che sostengono il governo guidato dal premier robert golob. Il provvedimento segna una svolta nella delicata situazione politica del paese e spegne il dibattito su una tematica particolarmente divisiva.
La crisi nella maggioranza e il ruolo di movimento libertà
Due settimane prima del voto parlamentare, la coalizione al potere aveva mostrato forti tensioni interne. I partiti di sinistra e i socialdemocratici avevano deciso di mettere da parte la posizione di movimento libertà, che fino allora aveva rivestito un ruolo chiave nella coalizione. I voti decisivi arrivati dall’opposizione avevano acuito lo scontro sulle politiche militari, soprattutto in merito all’aumento delle spese difensive e al dialogo sulla partecipazione alla nato.
La proposta del premier robert golob
Il leader del maggiore partito di governo e primo ministro, robert golob, aveva quindi proposto di consultare direttamente gli elettori con un referendum sull’adesione del paese all’alleanza atlantica. La proposta puntava a chiarire il sostegno popolare su un argomento che ormai divideva apertamente la maggioranza. Tuttavia, il confronto nel corso delle settimane rispettive non ha portato a un’intesa solida.
Le trattative fallite e la richiesta di seduta straordinaria
I tentativi di mediazione tra i gruppi di maggioranza sono però naufragati entro la prima metà di aprile 2025. Movimento libertà, sempre più isolato, ha considerato il quesito referendario elaborato dagli altri partiti troppo fuorviante e orientato a favorire una posizione precisa, definendolo “mal posto e tendenzioso”. In risposta ha chiesto che il parlamento si riunisse con urgenza per discutere una risoluzione atta a cancellare il referendum.
La richiesta ha trovato supporto da parte della maggioranza del parlamento, determinata a evitare ulteriori spaccature interne e crisi politiche. A quel punto è stato convocato un voto straordinario con l’obiettivo di sventare una consultazione popolare che avrebbe potuto aggravare la divisione tra le forze di governo.
Il voto di annullamento e le reazioni
Il voto sulla risoluzione per l’annullamento del referendum si è svolto in un clima teso ma decisivo, con la maggioranza che ha prevalso. L’approvazione ha posto fine immediata alla possibilità di indire una consultazione pubblica sull’adesione alla nato e sulle spese militari. Il rischio di un corto circuito nella coalizione è stato così scongiurato, almeno temporaneamente.
Questa mossa ha evitato di portare la questione direttamente al giudizio popolare, preferendo una soluzione interna al parlamento. Il dibattito sulle politiche difensive rimane però aperto nel confronto politico sloveno, con partiti che continuano a mostrare posizioni divergenti sugli investimenti militari e sugli impegni internazionali. La crisi ha evidenziato la fragilità dell’alleanza di governo e la difficoltà nel trovare un terreno condiviso su temi tanto delicati per la sicurezza nazionale.