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Tassa su intelligenza artificiale e criptovalute per combattere la crisi climatica proposta dalla global solidarity levies task force

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Un gruppo di esperti internazionali ha rilanciato l’idea di applicare una tassa all’intelligenza artificiale e alle criptovalute. L’obiettivo è raccogliere fondi utili a contrastare il cambiamento climatico, vista la crescente domanda energetica di queste tecnologie. Laurence Tubiana, figura chiave nell’Accordo di Parigi, guida la Global Solidarity Levies Task Force, che sta elaborando proposte per tariffe internazionali da presentare alla COP30.

La global solidarity levies task force e il suo ruolo nella lotta al cambiamento climatico

La Global Solidarity Levies Task Force è un organismo indipendente nato dopo la COP28, con lo scopo di trovare nuovi metodi di finanziamento per affrontare i problemi ambientali globali. È formata da esperti provenienti da diverse aree, inclusi economisti, diplomatici e rappresentanti delle istituzioni internazionali. Finora ha avanzato diverse idee finalizzate a raccogliere centinaia di miliardi di dollari ogni anno, destinati alle azioni per il clima.

La task force prepara una serie di proposte che coinvolgono l’introduzione di tasse o tariffe su settori ad alto impatto ambientale. Queste misure saranno presentate ufficialmente alla Conferenza delle Parti sul clima COP30, prevista nel 2025. In quel contesto, le decisioni potrebbero avere risvolti concreti e obbligare più paesi a collaborare per finanziare la transizione verde.

La proposta di tassare nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e le criptovalute nasce dall’esigenza di rendere sostenibili i costi energetici legati al loro sviluppo e diffusione. La task force mira a stabilire criteri condivisi e a superare le difficoltà legate a una regolazione globale, in modo da evitare spostamenti delle attività in paesi meno severi.

Consumo energetico di intelligenza artificiale e criptovalute e motivi per la tassazione

Il consumo energetico della tecnologia di intelligenza artificiale è già oggi estremamente elevato e, secondo stime recenti, crescerà di quattro volte nei prossimi cinque anni. I data center che elaborano i modelli di IA richiedono grandi quantità di elettricità e spesso dipendono da fonti non rinnovabili. Una pressione simile si registra per le criptovalute.

L’esempio più noto è quello di bitcoin, la cui produzione impiega energia pari a quella consumata annualmente dalla Polonia, paese con oltre 38 milioni di abitanti. Il sistema non solo è poco regolamentato, ma crea preoccupazioni in termini di sostenibilità e stabilità finanziaria. Il processo di mining assorbe risorse che potrebbero essere destinate a usi più compatibili con gli obiettivi climatici.

Queste esigenze hanno spinto la proposta di introdurre una tassa ad hoc, finalizzata a scoraggiare pratiche eccessivamente inquinanti e a raccogliere risorse per progetti ambientali. L’imposta dovrebbe colpire soprattutto le attività con maggior consumo energetico, premiando invece chi sceglie fonti pulite o strategie di ottimizzazione.

Difficoltà e resistenze all’introduzione di una tassa su IA e criptovalute

L’ipotesi di tassare IA e criptovalute deve fare i conti con diverse complicazioni. Laurence Tubiana ha riconosciuto che aziende IT potrebbero reagire spostando i loro data center in paesi con regolamentazioni più permissive, riducendo così l’efficacia della misura. È quindi necessario un coordinamento internazionale che limiti queste possibilità.

Negli Stati Uniti, il sostegno politico alla tecnologia risulta ancora forte. L’opposizione, in particolare da parte dell’amministrazione federale, potrebbe rallentare l’adozione di simili tariffe a livello globale. Dall’altra parte, alcune banche centrali hanno mostrato interesse verso questo approccio, proprio per gestire rischi legati alla stabilità finanziaria e ambientale.

Oltre al tema energetico, le criptovalute sollevano problemi legati alla sicurezza e al controllo. Sono spesso impiegate per attività illegali come finanziamento al terrorismo o riciclaggio di denaro. La task force ha incaricato esperti di studiare come monitorare meglio i flussi di denaro e prevenire abusi, anche a costo di limitare l’anonimato.

Primo accordo internazionale sulle tariffe aeree di lusso e sostegno politico

La Global Solidarity Levies Task Force ha ottenuto un successo importante introducendo una tassa sui biglietti aerei di prima e business class, oltre che sui voli in jet privati. L’accordo, firmato a fine giugno 2025, ha coinvolto Francia, Spagna, Kenya, Barbados, Somalia, Benin, Sierra Leone e Antigua e Barbuda.

Il prelievo si propone di generare fondi da destinare all’azione climatica senza gravare sui viaggiatori economici. L’iniziativa però ha incontrato opposizione da parte di associazioni che rappresentano aeroporti e compagnie aeree europee, come Aci Europe e A4E, che hanno respinto l’idea per il suo impatto sul settore.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso sostegno pubblico all’accordo, invitando altri paesi a partecipare e sottolineando la necessità che i settori beneficiari della globalizzazione contribuiscano al finanziamento della lotta al riscaldamento globale. La questione resta aperta e le prossime conferenze internazionali potrebbero registrare sviluppi decisivi.

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