Stellantis ha deciso di bloccare lo sviluppo dei veicoli commerciali a celle a combustibile a idrogeno, progetto che avrebbe dovuto prendere il via questa estate in stabilimenti francesi e polacchi. La scelta segna una battuta d’arresto per l’azienda, che invece aveva pianificato di costruire i modelli Pro One alimentati a idrogeno. La decisione arriva in un momento in cui altri costruttori, come Toyota, continuano invece a scommettere su questa tecnologia. La notizia muove riflessioni sul futuro dell’idrogeno nell’automotive e sulle difficoltà che questo carburante incontra ancora oggi.
I motivi dietro la sospensione del progetto di stellantis sull’idrogeno
La sospensione del programma di veicoli a idrogeno da parte di Stellantis è legata a diversi fattori concreti. Prima di tutto, la disponibilità di infrastrutture per il rifornimento a idrogeno è ancora limitata, un elemento che rende l’adozione su larga scala poco praticabile. L’investimento richiesto per sviluppare e produrre questa tecnologia risulta molto alto, soprattutto in un mercato che fatica a decollare. Inoltre, i consumatori non beneficiano di incentivi sufficienti per scegliere veicoli a idrogeno al posto di altre soluzioni, il che abbassa la domanda e la convenienza economica.
La sospensione non è definitiva
Pur parlando di stop, l’azienda spiega che non si tratta di una chiusura definitiva. L’ipotesi di riprendere lo sviluppo entro la fine degli anni ’20 resta sul tavolo, ma in questi anni il contesto globale potrebbe cambiare profondamente. La transizione verso l’elettrico, le tensioni commerciali internazionali e la spinta cinese porteranno nuovi elementi nella competizione globale dell’auto.
La critica di stellantis alle politiche europee sulle emissioni
Una parte rilevante della nota ufficiale di Stellantis sottolinea come le politiche europee abbiano inciso sulla decisione. Jean-Philippe Imparato, chief operating officer per l’Europa allargata, ha messo in luce che le normative europee sulle emissioni di CO2 impongono oggi all’azienda sforzi finanziari molto rilevanti. Questi interventi hanno spinto Stellantis a focalizzarsi sull’elettrico e sui veicoli ibridi, ritenuti più efficaci per rispettare gli standard e mantenere la competitività.
Tecnologia a celle a combustibile vista come sfida
La tecnologia a celle a combustibile non viene eliminata del tutto, ma viene vista come una chance troppo rischiosa nel breve e medio termine. L’analogia con il metano emerge come ammonimento: anche il metano fu considerato un’alternativa promettente, ma finì per rimanere confinato a una nicchia, senza un impatto significativo sul mercato. L’azienda pretende di dedicare energie a soluzioni più concrete, capaci di rispondere alle richieste immediate.
Impatti sul personale e prospettive per lo stabilimento symbio
Il gruppo ha garantito che la sospensione del programma non porterà a licenziamenti nei siti coinvolti nella produzione dei veicoli commerciali a idrogeno. Le attività di ricerca continueranno, ma si rivolgeranno ad altri ambiti tecnologici. Questo messaggio era importante per evitare tensioni interne, soprattutto in un settore dove la sicurezza del lavoro resta centrale.
Il principale impatto riguarda però lo stabilimento della joint venture Symbio, nato per produrre sistemi a celle a combustibile. L’impianto era destinato a realizzare fino a 50.000 unità all’anno entro il 2026, gran parte delle quali per Stellantis. Il blocco del progetto mette quindi in discussione questa struttura, che rischia di rimanere sottoutilizzata o di dover cambiare direzione produttiva.
Altri costruttori che continuano a scommettere sull’idrogeno
Mentre Stellantis si ferma, altri protagonisti dell’automotive non mollano l’idrogeno. Toyota resta uno dei principali sostenitori, con veicoli già in circolazione, come quelli adottati dal servizio urbano di Venezia. Anche Hyundai e BMW portano avanti programmi di sviluppo dedicati, pur su scala limitata. BMW ha annunciato l’arrivo di un suv a idrogeno nel 2028, frutto della collaborazione con Toyota.
Focus su volvo trucks
Tra le aziende impegnate su questo fronte spicca Volvo Trucks, che investe sull’idrogeno per il trasporto pesante. Il ceo del gruppo ha più volte ribadito la potenzialità del carburante come alternativa green per mezzi pesanti su lunghe distanze. Questo tipo di veicoli incontra sfide diverse rispetto a quelli leggeri, rendendo l’idrogeno più adatto a certi impieghi specifici.
L’industria automobilistica dunque si trova davanti a scelte divergenti su quali tecnologie puntare per decarbonizzare i trasporti, con lo sviluppo dell’elettrico in rapida crescita ma senza escludere possibili ritorni dell’idrogeno in futuro. Stellantis ha scelto di ritirarsi per il momento, lasciando spazio a una competizione ancora aperta.