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Sparatoria a Taranto: un morto e tre feriti in un conflitto tra clan per il traffico di droga

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Sparatoria a Taranto: un morto e tre feriti in un conflitto tra clan per il traffico di droga
Sparatoria a Taranto: un morto e tre feriti in un conflitto tra clan per il traffico di droga
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Nella serata di mercoledì 16 luglio, Taranto è stata colpita da una sparatoria che ha scosso profondamente la comunità locale. L’incidente è avvenuto in via Machiavelli e ha portato alla morte del 45enne Carmelo Nigro. La violenza ha colpito anche altre tre persone, tra cui il figlio della vittima, Michael Nigro, di soli 20 anni, e due uomini: Pietro Caforio, 34 anni, colpito alla testa, e Vincenzo Fago, 65 anni, ferito a una gamba. La gravità della situazione ha immediatamente attivato l’intervento delle autorità.

Le indagini sono state rapidamente avviate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha disposto il fermo di Michele Caforio, 36 anni, fratello di Pietro. Durante la notte, Caforio è stato portato in Questura per essere interrogato, e lo sviluppo degli eventi ha fatto emergere un quadro inquietante di rivalità tra clan, in particolare tra le famiglie Nigro e Caforio, noti per il loro coinvolgimento nel traffico di droga.

Uno sfondo di conflitto

La sparatoria di mercoledì non è un episodio isolato. Infatti, si inserisce in un contesto di tensioni e violenze legate al traffico di stupefacenti a Taranto. Gli inquirenti stanno esplorando la pista di uno scontro tra clan, un fenomeno che ha caratterizzato la città pugliese negli ultimi anni. La rivalità tra le due famiglie, già nota alle forze dell’ordine, è emersa in passato con episodi violenti che hanno segnato la storia recente della città.

Un evento significativo risale al 2020, quando Graziano Rotondo, un 39enne coinvolto in attività illecite, fu ucciso in un bunker mentre tentava di rubare sostanze stupefacenti. Per quel delitto, tre persone furono condannate in primo grado:
1. Due di esse all’ergastolo
2. Una a vent’anni di carcere.

Questo precedente testimonia quanto sia profonda la radice del problema legato alla criminalità organizzata a Taranto, un tema che continua a preoccupare le autorità locali e non solo.

Il contesto della sparatoria

La sparatoria è avvenuta durante la processione del Carmine, un evento religioso molto sentito dalla comunità tarantina. Il contrasto tra la celebrazione e la violenza ha suscitato shock e indignazione tra i cittadini, che vedono nella criminalità organizzata una piaga che mina la sicurezza e la serenità della loro vita quotidiana.

Sul luogo della sparatoria, gli agenti della Squadra Mobile hanno recuperato circa una decina di bossoli, segno che il conflitto è stato particolarmente violento. Uno dei bossoli è stato trovato conficcato nel muro di una palazzina, a pochi centimetri da una finestra, sollevando interrogativi sulla potenziale presenza di innocenti nelle vicinanze al momento dell’attacco. Questo aspetto ha ulteriormente allarmato le autorità, che temono che l’escalation della violenza possa colpire anche i cittadini comuni.

Carmelo Nigro e il suo passato

Carmelo Nigro, la vittima dell’agguato, non era estraneo alle forze dell’ordine. Il suo nome era emerso in relazione all’operazione antidroga Leon, che nel dicembre del 2024 aveva portato a una serie di arresti significativi nel panorama dello spaccio di droga a Taranto. Era tornato in libertà da poco, dopo aver scontato un periodo agli arresti domiciliari, e la sua morte solleva interrogativi su possibili vendette o ritorsioni legate al suo passato criminale.

Le indagini si concentrano ora non solo sull’evento specifico, ma anche sul contesto più ampio in cui si è verificato. Gli agenti stanno cercando di ricostruire le dinamiche della sparatoria, identificando eventuali complici e chiarendo i motivi che hanno portato a questo scontro mortale. Il clima di paura e insicurezza che ne deriva è palpabile, e la comunità si chiede quali misure siano necessarie per affrontare la crescente violenza legata alla criminalità organizzata.

Le reazioni della comunità

Le reazioni alla notizia della sparatoria non si sono fatte attendere. Il sindaco di Taranto ha espresso la sua solidarietà alle famiglie coinvolte e ha ribadito l’impegno delle istituzioni nella lotta contro la criminalità. Tuttavia, molti cittadini chiedono che vengano adottate misure più incisive per garantire la sicurezza nelle strade e proteggere i giovani da un ambiente sempre più pericoloso.

La situazione è complessa e richiede un approccio coordinato da parte delle forze dell’ordine, della magistratura e della comunità. La speranza è che eventi come quello di mercoledì non si ripetano, e che si possa lavorare insieme per costruire un futuro diverso per Taranto, lontano dalla violenza e dalla paura.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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