L’epoca dei Cavalieri di Santo Stefano rappresenta un capitolo affascinante della storia italiana, caratterizzato da nobiltà, avventure marittime e un’alleanza di nobili marinai. Questo ordine cavalleresco, meno noto rispetto ad altri come i Templari o i Cavalieri di Malta, ha avuto un ruolo cruciale nella difesa delle coste italiane e nella storia militare dell’Europa. Attualmente, una mostra all’Archivio di Stato di Pisa offre l’opportunità di scoprire più a fondo questo ordine, esponendo reperti storici e documenti significativi.
La mostra a Pisa e il primo statuto
Fino al 29 agosto, il pubblico può visitare una mostra che presenta per la prima volta oggetti storici, carte nautiche e divise legate all’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Tra i pezzi più notevoli c’è il manoscritto su pergamena del primo statuto, redatto nel 1562 da Cosimo I de’ Medici, che illumina la storia di questo ordine. Fondato con l’approvazione di Papa Pio IV, l’ordine ha operato nel Mediterraneo per quasi tre secoli, partecipando a battaglie significative e cambiando nel tempo la sua fisionomia.
Il ruolo strategico di Cosimo I
Cosimo I ha visto nell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano un’importante manovra politica. Questo gruppo di nobili marinai è stato considerato la prima marina nazionale italiana dell’età moderna. L’ordine ha attratto giovani nobili non solo toscani, ma anche provenienti da regioni come Napoli, Lombardia, Marche ed Emilia, creando un’alleanza di nobiltà sotto l’egida di Cosimo I. Come sottolinea Giorgio Cuneo, vice presidente dell’Istituzione Cavalieri di Santo Stefano, l’ordine ha rappresentato un fiore all’occhiello della potenza medicea.
La formazione e l’inclusione delle nobildonne
Il quartier generale dell’ordine fu stabilito a Pisa, dove gli aspiranti cavalieri ricevevano una formazione rigorosa in arti marziali e discipline come geometria e cartografia. Accanto a questa preparazione, vi era anche un ruolo per le nobildonne, istituite da Eleonora di Toledo come monache cavaliere, dotate di un abito distintivo. Questo aspetto evidenziava una visione più ampia del ruolo delle donne nella nobiltà del tempo.
La soppressione e l’eredità dell’ordine
Dopo la morte di Cosimo I nel 1574, l’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano continuò a esistere, ma subì una soppressione patrimoniale nel 1859. Nonostante ciò, l’ordine è sopravvissuto attraverso l’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, mantenendo viva la storia di un’epoca di nobiltà e avventura. Con oltre un milione e mezzo di documenti negli archivi, vi è ancora molto da esplorare riguardo a questa affascinante avventura. La mostra a Pisa non è solo un’opportunità per riflettere sul passato, ma anche un invito a scoprire le storie e i segreti di un’epoca ricca di intrighi e avventure.