Milano, capitale economica e culturale d’Italia, è attualmente al centro di un’inchiesta che solleva gravi preoccupazioni sulla governance e sull’integrità delle sue istituzioni. Un’indagine della Procura, condotta dai pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini, ha rivelato una rete di speculazione edilizia che, anziché essere contrastata, sembra essere stata avallata dal Comune stesso, in particolare dal sindaco Beppe Sala. La documentazione di 420 pagine presenta accuse pesanti che coinvolgono figure chiave della giunta comunale e imprenditori influenti.
I protagonisti dell’inchiesta
Al centro dell’inchiesta ci sono due figure di spicco: Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana, e Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio. Secondo le indagini, questi due avrebbero orchestrato un sistema “asservito a società e gruppi finanziari”, portando a una trasformazione radicale dello skyline milanese. L’operato di Marinoni è particolarmente sotto accusa poiché, in qualità di architetto e membro della giunta, avrebbe gestito conflitti di interesse favorendo progetti vantaggiosi per le imprese con cui collaborava.
Le accuse mosse nei loro confronti includono:
- Concorso in corruzione
- Falso
- Induzione indebita
Tuttavia, l’inchiesta non si limita a queste due figure. Un’altra ventina di personaggi influenti, tra cui l’architetto Stefano Boeri, è sotto il mirino della Procura. Boeri, noto per i suoi progetti iconici come il Bosco Verticale, è accusato di avere rapporti poco chiari con l’amministrazione, intrattenendo relazioni private con gruppi della finanza immobiliare che operano a Milano.
Espansione edilizia incontrollata
L’inchiesta si concentra su nove aree chiave della città, tra cui Cascina Gobba, Baggio e Linate, che sono state oggetto di una “incontrollata espansione edilizia”. Questi “nodi” sono stati utilizzati come cavalli di Troia per l’introduzione di varianti ai piani regolatori, permettendo di aumentare volumetrie e altezze degli edifici, spacciando tali operazioni come “edilizia sociale”. Il meccanismo, secondo le indagini, si fondava su un inganno sistematico, dove le quote di edilizia residenziale sociale venivano utilizzate come giustificazione per progetti di maggiore impatto sul territorio.
La risposta del sindaco e il clima di sfiducia
Di fronte a questa tempesta, il sindaco Sala ha tentato di prendere le distanze dalle accuse. In un incontro con Tancredi, ha dichiarato di non riconoscersi nella lettura della Procura, affermando che l’amministrazione ha già intrapreso un percorso di riorganizzazione e assunzione di nuovi provvedimenti. Tuttavia, il clima di sfiducia cresce tra i cittadini. La percezione di una Milano afflitta da una speculazione edilizia selvaggia, che sacrifica il bene pubblico per interessi privati, è palpabile.
Il futuro dell’amministrazione comunale è ora appeso a un filo. Le richieste di arresto per Marinoni e altri imprenditori, inclusi i dirigenti di importanti società immobiliari, rappresentano solo l’inizio di un lungo percorso giuridico che potrebbe portare a rivelazioni ancora più scioccanti. Le autorità competenti devono affrontare la questione con la massima serietà, garantendo che eventuali irregolarità non rimangano impunite e che Milano possa tornare a essere un esempio di buona governance e trasparenza.
Le indagini continueranno e le audizioni previste dal gip Mattia Fiorentini sono attese con grande attenzione, poiché potrebbero fornire ulteriori dettagli su un sistema che, secondo gli inquirenti, è stato viziato da una corruzione endemica. La città ha bisogno di risposte chiare e di un rinnovamento che possa restituire fiducia ai suoi abitanti e preservare il suo patrimonio urbanistico e culturale.