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Mercato del crowdinvesting in Italia: calo della raccolta a 260 milioni e aumento delle piattaforme autorizzate a giugno 2025

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Il mercato del crowdinvesting in Italia segna una flessione consistente nel periodo compreso tra luglio 2024 e giugno 2025. Dopo anni di crescita, la raccolta fondi si riduce del 14% rispetto all’anno precedente, confermando una fase di rallentamento che interessa quasi tutti i segmenti dell’investimento tramite piattaforme digitali. Nonostante il calo nei capitali raccolti, il numero dei portali autorizzati continua a crescere, portando l’Italia tra i paesi europei con più operatori attivi sul mercato, secondo i dati aggiornati a giugno 2025.

Andamento della raccolta e trend negativo

Gli ultimi dodici mesi hanno visto la raccolta complessiva scendere a 260,65 milioni di euro, un decremento del 14% rispetto al periodo tra luglio 2023 e giugno 2024, che già aveva fatto registrare un calo del 5,3%. Questo dato riporta il totale raccolto da quando è nato il crowdinvesting in Italia a circa 1,57 miliardi di euro. La riduzione coinvolge gran parte dei comparti presenti nel mercato, segnalando una difficoltà diffusa tra gli investitori e gli operatori.

Motivazioni del calo

Le cause di questo trend negativo sono molteplici. L’aumento dei tassi di interesse ha spinto gli investitori verso asset più liquidi e meno rischiosi. L’incertezza generata dai mercati globali ha accentuato questa tendenza. La nuova regolamentazione europea per i fornitori di servizi di crowdfunding ha imposto condizioni più stringenti che, se da un lato hanno aumentato la sicurezza per gli investitori, dall’altro hanno costretto alcune piattaforme a sospendere temporaneamente la loro attività di raccolta. Inoltre, la risposta degli investitori potrebbe essere influenzata da una certa insoddisfazione rispetto ai risultati economici di alcune campagne precedenti. Questi fattori, combinati, spiegano in parte la contrazione rilevata, ma non bastano a giustificarla completamente.

Ruolo e crescita delle piattaforme autorizzate in Italia

Secondo il regolamento ECSP, al 30 giugno 2025, le piattaforme autorizzate in Italia erano 42, in crescita rispetto alle 33 di giugno 2024. L’Italia si conferma così il secondo paese europeo per numero di piattaforme dopo la Francia che ne conta 61. La presenza italiana si estende anche oltre i confini nazionali con almeno un operatore autorizzato a operare in Spagna.

Questo aumento indica che il mercato, nonostante la contrazione della raccolta, si sta adattando ai nuovi standard richiesti dall’Unione Europea. Le piattaforme hanno dovuto rivedere procedure e controlli per rispettare la normativa ECSP, dedicata a tutelare gli investitori e a garantire una maggiore trasparenza. La crescita delle piattaforme è però una selezione che non ha riguardato solo il numero, ma anche la qualità e la solidità degli operatori rimasti attivi.

Equity crowdfunding e dinamiche recenti

La raccolta tramite campagne di equity crowdfunding si è mantenuta stabile rispetto al precedente periodo, arrivando a circa 111 milioni di euro negli ultimi dodici mesi. Il valore cumulato raggiunto dal capitale raccolto in equity sfiora gli 800 milioni di euro. Tra i progetti presentati, quelli immobiliari hanno guadagnato spazio con un incremento del 32%, mentre i progetti legati ad altri settori hanno perso quasi un quinto del valore raccolto.

Dati e caratteristiche delle campagne equity

I nuovi progetti equity sono stati 160 e continuano a mostrare un alto tasso di successo, con l’88% di campagne che raggiungono almeno l’obiettivo di raccolta fissato. La quota attribuita in cambio degli investimenti è mediamente dell’8,7% per le iniziative non immobiliari, che spesso offrono titoli senza diritto di voto sotto certe soglie di investimento, riservando invece a soci più importanti poteri decisionali. Per i progetti immobiliari prevale invece la modalità di quote non votanti, segno di una strategia diversa basata sulla diversa natura degli asset.

Nel periodo più recente, il valore medio delle campagne è molto differenziato: i progetti legati al mattone puntano in media a oltre un milione di euro, mentre le iniziative non immobiliari si fermano a poco più di 200 mila euro. Questo conferma che l’equity crowdfunding in Italia risponde a esigenze variegate di finanziamento e contiene segmenti molto diversi per dimensioni e modalità.

Distribuzione geografica e settori prevalenti nel crowdinvesting

La concentrazione geografica degli emittenti nel crowdinvesting conferma una forte prevalenza del Nord Italia. La Lombardia domina con oltre il 40% delle imprese raccolte in piattaforme , seguita da regioni come Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte e Veneto. Al Sud, la Campania guida con 41 casi, ma la presenza meridionale rimane limitata nel complesso.

Analizzando i nuovi emittenti negli ultimi dodici mesi, la classifica non cambia: la Lombardia resta prima, seguita da Emilia-Romagna e Lazio. La rappresentanza del Mezzogiorno è quasi assente, con solo rare presenze in Puglia e Molise. Questo divario territoriale sottolinea una diversa capacità di attrarre investimenti innovativi e digitali tra nord e sud del paese.

I settori economici più attivi sono quelli legati ai servizi di informazione e comunicazione, che risultano i più numerosi tra le campagne attive, mostrando un interesse costante da parte di investitori e imprenditori verso ambiti legati all’innovazione digitale e ai media.

In questo contesto, il crowdinvesting si mostra ancora come strumento di finanziamento alternativo, con sfide evidenti in termini di raccolta e saturazione di mercato, ma con una base di operatori e investitori che continua a crescere, almeno in termini di partecipanti e piattaforme attive.

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