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La corte d’appello di parigi ordina la liberazione di georges abdallah dopo oltre 40 anni di detenzione

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La corte d’appello di Parigi ha disposto la scarcerazione di Georges Abdallah, detenuto dallo scorso millennio per dei delitti legati a fatti di terrorismo internazionale. La decisione arriva dopo decenni di controversie giudiziarie e pressioni diplomatiche internazionali. Il caso ripropone nodi delicati tra giustizia e politica, con implicazioni che coinvolgono stati come Francia, Stati Uniti e Libano.

La sentenza di liberazione e le condizioni imposte a georges abdallah

L’udienza, tenutasi nel palazzo di giustizia di Parigi, si è conclusa con l’ordine di liberare Georges Abdallah entro il 25 luglio. Questo esito arriva dopo quasi quarant’anni di reclusione, molti dei quali trascorsi in carceri francesi, l’ultima nel penitenziario di Lannemezan, situato nei Hautes-Pyrénées. La corte ha stabilito che la liberazione potrà avvenire solo se Abdallah lascerà il territorio francese e si impegnerà a non farvi più ritorno.

La pronuncia è arrivata in un’aula affollata dall’attesa, ma senza la presenza dell’interessato. La misura rappresenta un punto di svolta rispetto alle precedenti rigide decisioni, che avevano respinto le numerose richieste di rilascio – all’incirca una decina – presentate nel corso degli anni. I giudici hanno messo al centro la questione della condizione territoriale, inserendo un vincolo chiaro per assicurare che Abdallah non resti in Francia.

Le motivazioni dietro l’opposizione prolungata degli stati uniti

Gli Stati Uniti hanno mantenuto una posizione ferma contro la scarcerazione dell’ex leader politico libanese, implicato nel coinvolgimento nell’assassinio di diplomatici americani e israeliani. Dal 1987, anno della condanna originaria, Washington si è opposta a ogni tentativo di riduzione della pena o rilascio anticipato. Questa opposizione si è tradotta in pressioni politiche e diplomatiche ripetute, influenzando le decisioni francesi fino a oggi.

La forte opposizione dal fronte americano fa parte di un contesto più ampio di relazioni internazionali tese e interessi strategici nel Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno esercitato una pressione costante sui governi francesi, indipendentemente dagli esecutivi in carica, ritenendo che mantenere Abdallah in carcere fosse necessario per la sicurezza nazionale e la giustizia rispetto ai crimini imputatigli.

La reazione del libano e i prossimi sviluppi per il trasferimento di abdallah

Dal Libano sono giunti segnali chiari di soddisfazione per la decisione della corte d’appello francese. L’incaricato d’affari libanese ha dichiarato che lo stato attendeva questo momento da molto tempo e che Abdallah avrebbe potuto lasciare il carcere diversi anni fa. Il governo di Beirut ha già iniziato a coordinarsi con Parigi per gestire il rientro dell’ex detenuto nel paese.

I prossimi passi per il trasferimento e le implicazioni estere

Il trasferimento è previsto a breve: la settimana prossima Abdallah dovrebbe arrivare in Libano, dove viene accolto ufficialmente e senza restrizioni. Questa fase conclusiva del lungo iter giudiziario apre scenari nuovi per la politica estera libanese e per la gestione della sicurezza regionale, visto il passato complesso del prigioniero e le tensioni con altri paesi coinvolti nella vicenda.

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