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Guido Crosetto sulla magistratura: tra principi, politica e casi inquirenti a Milano

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Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso chiaramente la sua posizione riguardo al ruolo della magistratura nel contesto politico e sociale italiano. In particolare, ha criticato alcuni interventi della magistratura milanese che, secondo lui, stanno superando i limiti del loro incarico, invadendo ambiti legislativi come urbanistica, fisco e lavoro. Le sue dichiarazioni sono arrivate tramite un post pubblicato su X, social network noto per l’immediatezza del dialogo pubblico. Crosetto ribadisce un concetto fondamentale: la magistratura non deve sostituirsi al corpo elettorale, puntualizzando le sue opinioni su episodi specifici che riguardano inchieste contro aziende nel settore della moda e del lusso.

Il ruolo della magistratura e i limiti della sua azione

Secondo Guido Crosetto la magistratura deve attenersi strettamente alle funzioni giudiziarie senza invadere ambiti propri del legislatore. Il ministro sottolinea come, a Milano, una parte della magistratura inquirente stia intervenendo in modo eccessivo su questioni riguardanti l’urbanistica, la fiscalità e il diritto del lavoro. Queste iniziative, dice Crosetto, appaiono lontane dalle norme vigenti e rischiano di creare un precedente pericoloso. L’esempio più eclatante riguarda le indagini contro alcune aziende della moda e del lusso, accusate di essere sotto attacco per motivi ideologici più che per fondati elementi di legge. Questo tipo di intervento giudiziario, a suo avviso, va contro la separazione dei poteri prevista dalla Costituzione e mette a rischio l’autonomia delle decisioni politiche ed economiche.

Avvertimenti contro la sostituzione della politica

Il ministro mette in guardia da quella che definisce una “sostituzione” del legislatore da parte della magistratura, con effetti destabilizzanti sulla governance territoriale e sulle attività produttive. La magistratura deve limitarsi a interpretare e applicare le leggi, non a crearle o modificarle, soprattutto quando si tratta di aree complesse come l’urbanistica o il lavoro. Questa interferenza eccessiva alimenta conflitti tra i poteri dello Stato e rischia di delegittimare l’attività istituzionale. La critica mossa da Crosetto invita a riflettere sui confini costituzionali e sul rispetto delle procedure democratiche in corso in Italia.

Uso politico delle inchieste e il richiamo al garantismo

Guido Crosetto fa riferimento a una pratica ormai consolidata nella storia politica italiana: l’uso delle inchieste giudiziarie come strumento per mettere sotto pressione gli avversari. Ricorda numerosi casi in cui le accuse hanno portato a dimissioni o difficoltà politiche, ma sono poi risultate infondate con assoluzioni successive. Questo fenomeno alimenta un clima di sfiducia e risentimento tra i partiti e il pubblico, creando esempi dannosi per la vita democratica. Crosetto rileva che la politica italiana ha conosciuto queste dinamiche da entrambe le parti in causa, rendendo ancora più urgente un approccio equilibrato e rispettoso dei diritti.

La posizione di Crosetto sul garantismo

In questo contesto, Crosetto si presenta come un sostenitore del garantismo, il principio che tutela la presunzione di innocenza fino a prova contraria. Ribadisce la necessità di non fermarsi ai titoli o alle dichiarazioni rilasciate durante le conferenze stampa ma di valutare con attenzione gli atti giudiziari concreti. La sua posizione invita a non confondere indagini in corso con sentenze definitive e a mantenere un atteggiamento rispettoso dei diritti individuali, anche quando sono coinvolti esponenti politici e figure di spicco. Il ministro sottolinea il rischio di pregiudizi e giudizi affrettati che potrebbero compromettere il funzionamento corretto della giustizia e del sistema democratico.

Il richiamo alla verità e alla rapidità nelle indagini

In relazione ai casi specifici oggetto delle indagini milanesi, Guido Crosetto auspica che le autorità competenti riescano a chiarire rapidamente gli eventi. Dà rilievo alla necessità di tempi rapidi per evitare che le vicende rimangano sospese oltre il necessario, alimentando incertezze e tensioni politiche. La verità dei fatti deve emergere con chiarezza e tempestività per non danneggiare ulteriormente i soggetti coinvolti, sia singoli cittadini che imprese di rilievo.

Pazienza e rispetto delle procedure

Il ministro ribadisce quindi che il giudizio personale, nell’attesa di un esito definitivo, deve basarsi sulla presunzione di innocenza e sul rispetto delle procedure giudiziarie. Questo atteggiamento consente di evitare strumentalizzazioni e di proteggere i principi liberali che regolano la convivenza democratica. Per Crosetto, la fiducia nelle istituzioni richiede capacità di attendere con pazienza e rigore il pronunciamento degli organi giudiziari, senza lasciarsi influenzare da campagne mediatiche o da schieramenti politici. Il richiamo a un confronto civile e rispettoso segnala la necessità di affrontare questi temi con attenzione e misura, soprattutto in un clima politico spesso teso e frammentato.

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