Il 2023 segna un calo dei consumi energetici nel settore terziario dell’Unione europea, che raggiungono circa 4.937 petajoule, con una diminuzione dell’1,9% rispetto all’anno precedente. I dati Eurostat evidenziano cambiamenti nei tipi di fonti utilizzate, con un ruolo sempre più rilevante delle energie rinnovabili soprattutto in alcune tipologie di servizi. Il comparto terziario, che include uffici, negozi, strutture sanitarie e ricettive, rappresenta una quota importante dei consumi finali energetici, ma ancora inferiore rispetto ad abitazioni, trasporti e industria.
Andamento dei consumi energetici nel terziario ue tra il 1990 e il 2023
Nel 2023 il settore terziario europeo ha consumato poco meno di 5.000 petajoule di energia finale. Questo dato segna un calo dell’1,9% rispetto al 2022, interrompendo una tendenza al rialzo registrata negli anni precedenti. Guardando al lungo periodo, rispetto al 1990 i consumi nel terziario sono cresciuti di circa il 24%. A quel tempo il settore assorbiva meno energia: oltre 3.900 petajoule. Questo aumento riflette l’espansione delle attività di servizi in tutta l’Ue e una domanda energetica legata a nuovi standard di comfort e tecnologia.
Nonostante la crescita nel lungo termine, il terziario pesa meno degli altri grandi settori. Nel 2023 rappresenta il 13,5% dei consumi finali di energia nell’Ue. Le abitazioni assorbono il 26,3%, i trasporti il 32%, mentre l’industria resta intorno al 24,6%. Questi numeri collocano il terziario come importante, ma non dominante nella domanda energetica complessiva. Le dinamiche di consumo variano molto a seconda del tipo di attività e del paese di riferimento, con differenze marcate anche nelle fonti utilizzate.
Elettricità e gas naturale principali fonti energetiche del terziario
L’elettricità continua a essere la fonte energetica dominante nel terziario, coprendo oltre la metà del fabbisogno totale nel 2023: esattamente il 51,2%. Al gas naturale spetta quasi un quarto, il 26%. Queste due fonti insieme costituiscono più del 77% dell’energia consumata nei servizi europei. Le fonti rinnovabili, pur a livello più contenuto, sono salite all’8,4% e mostrano un aumento significativo rispetto al passato. Seguono il calore contabilizzato al 7,7% e i prodotti petroliferi con il 6,2%. Altre fonti, comprese carbone e rifiuti, rappresentano appena lo 0,6%.
Nel dettaglio, si rileva un calo netto nell’uso dei prodotti petroliferi rispetto al 1990, quando erano ampiamente impiegati nel terziario. Il passaggio dal petrolio a gas ed elettricità riflette l’adattamento del settore ai cambiamenti tecnologici e normativi. Le fonti rinnovabili sono cresciute in modo molto rilevante: da una quota minima sono arrivate a moltiplicare per 17 volte il loro contributo in poco più di trent’anni. Questo elemento indica una trasformazione significativa nelle scelte energetiche, legata a incentivi e politiche ambientali.
Analisi dei sotto-settori del terziario per consumi energetici
Nel complesso, il consumo energetico nel terziario si concentra soprattutto in quattro sotto-settori: il commercio all’ingrosso e al dettaglio guida con 847 petajoule, seguito dalle attività professionali, scientifiche e tecniche con 478 petajoule. Al terzo posto si collocano sanità e assistenza sociale con 468 petajoule, infine i servizi di alloggio e ristorazione con 450 petajoule. Questi quattro gruppi assorbono più della metà dell’energia consumata nel terziario europeo.
Nel commercio, la quota di elettricità raggiunge il 54,1% mentre il gas naturale copre il 25,8%. Il calore è meno presente, circa il 4,2%. Negli uffici o attività professionali il consumo complessivo è inferiore rispetto alla sola vendita al dettaglio, che da sola arriva a 538 petajoule. Questo riflette l’intensità energetica legata ai negozi con illuminazione e climatizzazione continua, oltre agli impianti elettronici per la vendita. L’analisi per settore mette in evidenza come il consumo sia strettamente legato anche alle tipologie di attività e ai servizi offerti.
I consumi nel settore sanitario e nella ristorazione: caratteristiche e differenze
Il comparto della sanità e dell’assistenza sociale presenta elementi particolari nel consumo energetico. Qui il gas naturale è utilizzato più dell’elettricità, rappresentando il 43,7% della domanda contro il 34% dell’elettricità. Il calore raggiunge l’11,5%, una delle percentuali più alte nei servizi, spesso usato per riscaldamento e sterilizzazione. La gestione energetica in ospedali e cliniche è quindi caratterizzata da una domanda diversificata e più distribuita tra più fonti.
I servizi di alloggio e ristorazione si distinguono per un uso più marcato delle fonti rinnovabili. Il 17,5% dell’energia consumata in questo comparto proviene da rinnovabili, con 79 petajoule su 450 totali. Nel dettaglio, le attività di alloggio consumano 253 petajoule mentre la ristorazione ne utilizza 198. Gli hotel mostrano una quota più bilanciata tra elettricità, gas naturale e rinnovabili, probabilmente grazie a investimenti in impianti fotovoltaici o solari termici. I ristoranti invece fanno ampio uso dell’elettricità, che supera il 60% dei consumi.
Impieghi delle fonti rinnovabili nel terziario europeo: focus su hotel e sanità
L’adozione delle fonti rinnovabili nel terziario europeo è concentrata soprattutto nei servizi di alloggio e ristorazione. Nel 2023 questo sottosettore ha registrato più del doppio della media del terziario in termini di quote rinnovabili, con un 17,5% contro l’8,4%. Questa situazione deriva da scelte orientate alla sostenibilità, anche spinte da incentivi pubblici per soluzioni come il fotovoltaico, spesso installato sulle strutture alberghiere. Le rinnovabili favoriscono un mix energetico meno dipendente da fonti fossili, elemento importante per la decarbonizzazione.
Nel settore sanitario si osserva un uso crescente di fonti rinnovabili nelle reti di teleriscaldamento basate su biomasse. Il calore rappresenta una quota significata e l’integrazione con energia da biomasse riduce l’impatto ambientale delle strutture sanitarie. Questi esempi segnalano una trasformazione in atto che coinvolge parti diverse del terziario, con variazioni importanti nella composizione delle fonti adottate.
Raccolta dati e quadro regolatorio per i consumi energetici del terziario
Dal 2024 sono entrati in vigore nuovi obblighi di raccolta dati disaggregati per i consumi energetici nel terziario, introdotti dal regolamento 1099/2008. Questi obblighi riguardano i consumi riferiti al 2022, in modo da migliorare la trasparenza e la gestione delle politiche energetiche nel settore. L’obiettivo è anche favorire la pianificazione di misure di efficienza energetica calibrate sulle diverse attività terziarie.
Non tutti i Paesi membri hanno fornito dati completi alla Commissione europea. Spagna, Cipro e Finlandia hanno ottenuto deroghe temporanee, mentre Belgio e Grecia hanno trasmesso solo dati parziali. La raccolta puntuale di informazioni nasce dalla consapevolezza che il terziario, benché meno esoso rispetto a industria o trasporti, gioca un ruolo chiave nella qualità della vita urbana e nella sfida della riduzione delle emissioni. Il monitoraggio continuo resta essenziale per misurare i progressi e orientare le politiche future.
La dinamica dei consumi del terziario europeo nei prossimi anni sarà determinante per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Ue. Monitorare i cambiamenti nelle fonti e nell’intensità di consumo aiuterà a valutare gli effetti delle politiche adottate e lo stato della transizione energetica nel mondo dei servizi.