Il governo del Venezuela ha confermato un appoggio senza riserve alla relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi, Francesca Albanese. La funzionaria italiana ha parlato apertamente di un genocidio perpetrato da Israele nella striscia di Gaza, suscitando reazioni e divisioni nel contesto internazionale. Il sostegno di Caracas si è concretizzato durante una recente conferenza tenuta a Bogotá, rafforzando le posizioni del presidente Nicolás Maduro nei confronti della questione israelo-palestinese.
L’incontro a bogotá e le dichiarazioni ufficiali
Il 20 aprile 2025, durante una conferenza internazionale a Bogotá, il ministro degli Esteri venezuelano Iván Gil ha avuto un confronto diretto con Francesca Albanese. L’evento, promosso dal presidente colombiano Gustavo Petro, ha offerto una piattaforma per dibattiti su questioni geopolitiche cruciale. Gil ha definito Albanese “una voce coraggiosa” per il suo coraggioso impegno nel denunciare la situazione a Gaza e ha ribadito il sostegno incondizionato del Venezuela ai suoi sforzi.
L’incontro ha posto l’accento sul ruolo della relatrice nel portare all’attenzione internazionale le violazioni dei diritti umani contro la popolazione palestinese. Gil ha sottolineato come il Venezuela consideri prioritario opporsi alle azioni di Israele nella regione, confermando l’orientamento politico del governo di Caracas in questa delicata questione. L’evento ha mostrato anche le affinità politiche con altri paesi latinoamericani sulle dinamiche del conflitto mediorientale.
Il presidente maduro definisce albanese eroina della nuova umanità
Il presidente venezolano Nicolás Maduro ha ribadito il suo aperto sostegno alla relatrice speciale qualificandola come “una eroina della nuova umanità”. Le sue parole, pronunciate poco dopo la conferenza di Bogotá, testimoniano il peso che il governo chavista attribuisce all’impegno di Albanese nella difesa del popolo palestinese.
Maduro ha sempre mantenuto una linea critica nei confronti di Israele e del suo governo, accusandolo di condurre una politica di aggressione sistematica nella striscia di Gaza. La sua difesa di Albanese si inserisce in questo quadro, riflettendo tensioni che caratterizzano da anni la diplomazia venezuelana. La definizione di “eroina” segna un chiaro posizionamento che conferma la contrapposizione del Venezuela alle politiche israeliane.
Le sanzioni degli stati uniti e l’accusa di antisemitismo
Francesca Albanese è stata colpita da sanzioni da parte degli Stati Uniti, che l’hanno accusata di antisemitismo a seguito di un rapporto pubblicato. Questo documento descriveva con dettagli le azioni del governo israeliano contro la popolazione palestinese, giudicate severe e illegali dalla relatrice.
Le misure punitive di Washington rappresentano un contrasto netto con la posizione venezuelana, che, al contrario, utilizza la figura di Albanese per rafforzare la critica contro Israele. Il chavismo ha espresso apertamente la convinzione che Israele rappresenti “un nemico dell’umanità”, con un linguaggio che sottolinea la gravità delle accuse portate contro Tel Aviv.
Scontro diplomatico e polarizzazione internazionale
Questo scontro diplomatico esprime la polarizzazione crescente all’interno degli organismi internazionali e tra le potenze globali riguardo al conflitto israelo-palestinese. Le sanzioni statunitensi verso la relatrice evidenziano le difficoltà nel raggiungere un consenso globale su questi temi, mentre il Venezuela si schiera senza esitazioni a fianco della causa palestinese.