Un caso di malaffare ha scosso la cittadina di Sorrento, nota per il suo splendido mare e le sue bellezze turistiche. Lello Guida, conosciuto come Lello il sensitivo, è stato arrestato insieme ad altre quindici persone dalla Guardia di Finanza durante una maxi operazione che ha rivelato un vorticoso giro di corruzione legato a appalti pubblici del valore complessivo di 35 milioni di euro. Ma chi è realmente Lello, e come è riuscito a infiltrarsi così profondamente nella macchina amministrativa locale?
Il profilo di Lello il sensitivo
Raffaele Guida, in arte Lello, non è solo un cartomante noto per le sue apparizioni in televisione locale, ma un personaggio che ha saputo muoversi in un contesto di illegalità con radici ben più profonde di quanto si potesse immaginare. Presentandosi come il vicesindaco di Sorrento grazie a quella che lui stesso definiva una «auto-investitura astrale», Lello ha esercitato un’influenza notevole sugli affari pubblici della città. Secondo la Procura di Torre Annunziata, Lello non era solo un semplice collaboratore, ma il fulcro di un sistema di malaffare che ha portato alla corruzione di funzionari e imprenditori locali.
Un sistema di malaffare ben congegnato
L’indagine ha rivelato che il sindaco Marco Coppola e il suo staffista Francesco Di Maio, arrestati due mesi fa, avevano dato vita a un vero e proprio “sistema” in cui Lello svolgeva il ruolo di tesoriere per le tangenti scambiate tra il primo cittadino e gli imprenditori locali. Gli inquirenti hanno scoperto che, grazie a un accordo tacito con Coppola, la gestione dell’amministrazione comunale era in parte controllata da Guida. Le intercettazioni telefoniche hanno svelato un legame quasi fraterno tra il sindaco e il sensitivo, con Coppola che si riferiva a lui come a un “fratello”.
Il modus operandi di Lello era ben studiato: si presentava come un’autorità locale, gestendo affari e decisioni pubbliche senza alcun titolo ufficiale. Questo ha portato gli inquirenti a concludere che, nonostante la sua autoinvestitura, era di fatto lui a dirigere le operazioni amministrative. È emerso che, in un’operazione precedente, erano stati rinvenuti ben 167.000 euro in contanti nascosti nel tavolo da biliardo di Lello, un chiaro segno della sua attività illecita.
L’inchiesta e i reati contestati
L’inchiesta, che ha portato all’arresto di Lello e di altre 17 persone, ha messo in luce una rete di corruzione che ha coinvolto due funzionari comunali e sette imprenditori. I reati contestati includono:
- Corruzione
- Istigazione alla corruzione
- Peculato
- Turbata libertà degli incanti
Gli imprenditori coinvolti avrebbero ottenuto illegalmente appalti pubblici, favoriti dalle pressioni e dalle minacce del sindaco Coppola, il quale, stanco di ricevere lamentele, è stato arrestato in flagranza mentre intascava una mazzetta di 6.000 euro in un ristorante.
Tra gli appalti sospetti figurano opere pubbliche di grande rilevanza, come la progettazione per la riqualificazione del percorso pedonale costiero e l’acquisto di 342 poltroncine per il Teatro Comunale Tasso. L’operazione ha rivelato che i fondi europei e quelli del PNRR erano stati utilizzati in modo improprio, sollevando interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche in un periodo critico per l’economia del paese.
Il contesto socio-economico di Sorrento
Sorrento, celebre per il turismo e la sua bellezza naturale, è stata colpita da questo scandalo in un momento in cui la cittadina cerca di ripartire e attrarre visitatori. La corruzione negli appalti pubblici non è un fenomeno nuovo in Italia, ma ciò che rende questo caso particolarmente allarmante è il coinvolgimento di figure pubbliche e la gravità delle accuse. La fiducia dei cittadini nelle istituzioni è fondamentale per il buon funzionamento della democrazia, e situazioni come questa possono minare la credibilità di un’intera amministrazione.
Il futuro dell’amministrazione comunale di Sorrento è ora appeso a un filo, con gli inquirenti che continuano a scavare in profondità per scoprire eventuali ulteriori irregolarità e connivenze. L’operazione contro la corruzione rappresenta un passo importante nella lotta contro il malaffare, ma è anche un monito per tutti coloro che credono di poter aggirare la legge per il proprio tornaconto. La speranza è che, attraverso questa inchiesta, si possa riportare la legalità e la trasparenza nella gestione degli affari pubblici, restituendo dignità e fiducia ai cittadini di Sorrento.