La tensione tra stati uniti e brasile si è intensificata negli ultimi giorni dopo la decisione di washington di avviare un’indagine formale sulle presunte pratiche sleali di brasilia nel commercio digitale e nelle politiche verso le piattaforme social americane. Questo passo arriva in un clima già complicato dagli annunci di possibili dazi punitivi sulle importazioni brasiliane negli stati uniti.
La motivazione dietro l’indagine degli stati uniti contro il brasile
Il 2025 ha visto un ulteriore aggravamento delle relazioni commerciali tra stati uniti e brasile: jamieson greer, rappresentante al commercio statunitense, ha comunicato l’apertura di una verifica ai sensi della sezione 301 del trade act. Questo strumento consente di indagare sulle politiche estere che possono ledere i diritti o i benefici delle aziende americane. Il focus dell’indagine riguarda in particolare le restrizioni brasiliane rivolte ai servizi di social media statunitensi, considerate da washington come ostacolo al libero scambio e causa di danni economici alle imprese, ai lavoratori e agli agricoltori americani.
Altre pratiche commerciali sotto esame
Greer ha puntualizzato che l’indagine non si limita ai social media, ma include anche altre pratiche commerciali che penalizzano in modo ingiustificato l’industria tecnologica americana. La decisione riflette la tensione crescente tra i due paesi, dopo che il presidente donald trump aveva minacciato dazi fino al 50% sulle merci importate dal brasile. Questa mossa ha evidentemente intensificato i rapporti diplomatici e commerciali.
Accuse ambientali e anticorruzione nel mirino degli stati uniti
Oltre alle questioni economiche e digitali, gli stati uniti hanno puntato il dito anche contro la gestione ambientale del brasile. Nella nota diramata da greer, si sottolinea un presunto “fallimento” del governo brasiliano, guidato da luiz inácio lula da silva, nell’applicare misure efficaci contro la corruzione. Questa accusa si inserisce in un quadro di critiche sull’incapacità di brasilia di limitare la deforestazione in amazonia.
Impatti economici sul settore agricolo e legname
La riduzione delle barriere ambientali, interpretata come una politica poco rigorosa contro il degrado del territorio, viene vista come un elemento che danneggia i produttori americani di legname e prodotti agricoli, compromettendone la competitività sui mercati internazionali. L’amministrazione statunitense quindi considera le carenze brasiliane come un ulteriore elemento di distorsione del commercio, che aggiunge motivazioni all’indagine sulle pratiche commerciali.
Le conseguenze per i rapporti commerciali e le prospettive future
La decisione di avviare un’indagine di questa portata crea un precedente significativo nei rapporti tra stati uniti e brasile. Le accuse di pratiche sleali e restrizioni al digitale aggiungono complessità a un rapporto già segnato da tensioni economiche e politiche. Washington mantiene aperta la possibilità di applicare dazi punitivi se gli esiti dell’indagine dovessero confermare le irregolarità denunciate.
L’indagine è destinata a influire sulle trattative future e sulle strategie di entrambi i governi per difendere gli interessi nazionali nei confronti del mercato globale. Attualmente non si prevedono aperture immediate al dialogo, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni di washington che indicano una linea dura. Il brasiliano continua a subire pressioni su più fronti, dalle accuse commerciali a quelle ambientali, mentre il mondo osserva come evolverà questa nuova fase dei rapporti tra le due potenze americane.