La vicenda giudiziaria che coinvolge Leonardo Apache La Russa e Tommaso Gilardoni, entrambi accusati di revenge porn aggravato dall’uso di mezzi telematici, ha visto un nuovo sviluppo nell’udienza preliminare presso il tribunale di Milano. La Procura aveva chiesto l’archiviazione per l’accusa di violenza sessuale, ma la parte lesa ha formalmente costituito parte civile, avviando così la fase processuale del caso.
Costituzione di parte civile e richiesta di risarcimento danni
Nel corso dell’udienza davanti al gip Alessandra Di Fazio, l’avvocato Stefano Benvenuto, che tutela la ragazza vittima del presunto revenge porn, ha depositato la richiesta di costituzione di parte civile a nome della sua assistita. La giovane, ex compagna di liceo del figlio del presidente del Senato, ha scelto di partecipare attivamente al procedimento per tutelare i propri diritti.
L’avvocato ha inoltre presentato istanza per il riconoscimento di un risarcimento provvisionale di 50mila euro. Tale somma è stata richiesta a titolo anticipato in vista di un eventuale giudizio civile che definirà i danni subiti a seguito della divulgazione non consensuale dei contenuti. Nel documento si evidenzia l’impatto significativo della vicenda sulla vita quotidiana della ragazza, che avrebbe cambiato abitudini e modi di vivere a causa della situazione.
Reazioni delle difese e strategia giudiziaria
Le difese di Leonardo Apache La Russa e Tommaso Gilardoni, rappresentate dagli avvocati Vinicio Nardo, Adriano Bazzoni e Alessio Lanzi, non hanno opposto obiezioni alla costituzione di parte civile. In realtà, hanno valutato di presentare istanza per un giudizio abbreviato, una scelta che potrebbe ridurre tempi e modalità processuali rispetto al rito ordinario.
Questa strategia differisce dalla posizione iniziale della Procura, che ha chiesto archiviazione per l’accusa più grave di violenza sessuale. La mossa dei difensori sembra orientata a chiudere rapidamente una parte del procedimento, limitando al massimo la durata dei dibattimenti.
Rinvio dell’udienza e attesa del verdetto su archiviazione
L’udienza si è conclusa con il rinvio al 13 novembre. La decisione di spostare la discussione è legata all’attesa della pronuncia di un altro giudice che dovrà esprimersi sull’opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura.
Questa fase riguarda il filone più rilevante dell’indagine, ovvero l’accusa di violenza sessuale che la Procura vorrebbe escludere. Il rinvio lascia aperta la strada a un possibile proseguimento del procedimento e conferma la complessità della vicenda giudiziaria. Solo dopo la decisione sull’archiviazione si conosceranno con chiarezza le tappe successive del processo.