La recente decisione del Ministero della Cultura di revocare quasi 60 milioni di euro di tax credit alla Sipario Movies S.p.A. ha scosso il mondo dello spettacolo. Fondata da Andrea Iervolino e Monika Waldner Gomez Del Campo Bacardi, la società, nota per i suoi successi cinematografici, è ora al centro di gravi accuse di irregolarità finanziarie. La situazione è ulteriormente complicata da tensioni interne tra i fondatori, che hanno portato a una crisi aziendale culminata con la liquidazione della società.
Il provvedimento di revoca e le accuse
Il provvedimento di revoca, identificato con il numero 4323/2025, è stato emesso dalla sezione XVI del Tribunale civile di Roma il 10 giugno scorso. Le irregolarità riscontrate nei documenti presentati da Sipario hanno spinto il Ministero della Cultura a prendere questa decisione drastica. Secondo il rapporto redatto dai liquidatori, la gestione della Sipario Movies è stata caratterizzata da meccanismi illeciti che avrebbero alterato la situazione patrimoniale dell’azienda. Le accuse includono:
- Costi gonfiati per la produzione cinematografica, con spese per servizi di transcodifica da 2D a 3D superiori a 75 milioni di euro.
- Costi esorbitanti per la produzione di animazioni, non ammissibili in quanto relativi a lavori effettuati all’estero.
- Creazione di attività fittizie per gonfiare il patrimonio e i risultati economici della società.
La difesa di Iervolino e la situazione attuale
Andrea Iervolino ha reagito con fermezza alle accuse, definendole infondate e affermando che provengono da un liquidatore di parte. Ha annunciato la sua intenzione di fare ricorso al Tar, sottolineando che le irregolarità accertate riguardano esclusivamente la gestione del liquidatore, David Peretti, e non quella della Sipario. Secondo Iervolino, la revoca del tax credit è stata effettuata senza concedere il tempo necessario per ulteriori verifiche.
Attualmente, la situazione finanziaria della Sipario è critica, con passività che superano i 60 milioni di euro rispetto a beni attivi di soli 17 milioni. I dipendenti sono stati in gran parte licenziati e i fornitori non sono stati pagati, portando l’azienda a una condizione di insolvenza. La nomina di un nuovo amministratore giudiziario, Prof. Dott. Paolo Bastia, complica ulteriormente la situazione.
Implicazioni per l’industria cinematografica
La vicenda Sipario e Andrea Iervolino solleva interrogativi importanti sulla gestione dei fondi pubblici nel settore del cinema e sulla trasparenza nelle pratiche aziendali. La situazione richiede un’attenzione particolare da parte delle autorità competenti e del pubblico, in un contesto in cui l’industria cinematografica italiana si trova ad affrontare sfide sempre più complesse.
In conclusione, mentre Iervolino ha ottenuto riconoscimenti per il suo lavoro nel cinema, questa crisi potrebbe avere un impatto significativo sulla sua reputazione e sul futuro della Sipario. La questione del tax credit e delle irregolarità finanziarie rappresenta un tema cruciale che merita un’analisi approfondita e una risposta adeguata da parte delle istituzioni.