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Quasi la metà degli italiani guida auto immatricolate prima del 2010, emergono cause e rischi

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Gli italiani continuano a guidare vetture piuttosto datate: un’indagine recente segnala che oltre 10 milioni di automobilisti usano auto immatricolate nel 2010 o prima. Questo fenomeno coinvolge tanto i guidatori anziani quanto le fasce più giovani, ed è legato sia a scelte personali sia a vincoli economici. L’articolo presenta i dati di un sondaggio svolto da mUp Research per Facile.it, evidenziando cause, differenze territoriali, e le conseguenze assicurative e ambientali legate a queste vetture.

La diffusione delle auto datate in italia: numeri e distribuzione per età e territorio

La fotografia del parco auto italiano restituisce un quadro ben definito: il 41,2% degli automobilisti possiede un’auto immatricolata almeno dal 2010 in poi, che significa vetture con almeno 15 anni di vita. Parliamo di circa 10 milioni e 700 mila persone al volante di mezzi datati. Nei gruppi di età questa percentuale raggiunge quasi il 50% tra chi ha fra i 65 e i 74 anni. Più in generale, sono 26 milioni gli italiani alla guida di auto che hanno più di 7 anni.

A livello geografico, alcune regioni mostrano una permanenza più marcata delle auto vecchie. Nelle zone del nord ovest e nord est, ad esempio, il 65,3% e il 63,3% degli intervistati ritengono che la loro auto sia ancora in condizioni sufficienti e quindi non necessiti di essere sostituita. Questi dati confermano come la cultura dell’auto duratura sia diffusa e non limitata a un singolo territorio. I possessori di vetture più anziane si concentrano sia nelle grandi città che nelle aree rurali, dove l’uso intensivo dell’auto può variare.

Ragioni dietro la scelta di mantenere auto vecchie: abitudini, economia, e uso limitato

La maggior parte degli intervistati sostiene che la propria auto, seppur datata, funzioni ancora alla perfezione e non richieda un cambio. Non si tratta sempre di un semplice attaccamento o abitudine, ma soprattutto di una valutazione pratica delle condizioni del veicolo. Al secondo posto nelle motivazioni, appare un fattore economico: oltre un quarto del campione segnala difficoltà nel permettersi un’auto nuova. Questa percentuale sale al 31,9% nella fascia più giovane, fra i 18 e i 24 anni, dove le risorse limitate pesano maggiormente sulle scelte di acquisto.

Un’altra causa sta nel ridotto utilizzo quotidiano del mezzo: questo interessa l’11,5% del totale, percentuale che arriva al 15,5% nelle città con oltre 250 mila abitanti, dove evidentemente molti optano per soluzioni alternative di mobilità come i mezzi pubblici. Fra gli over 65 questa quota è ancora più alta, toccando il 22,4%, probabilmente per uno stile di vita meno dinamico.

Le conseguenze di guidare un’auto datata: sicurezza, impatto ambientale e costi assicurativi crescenti

Le auto immatricolate prima del 2010 sono generalmente prive di dispositivi avanzati di sicurezza attiva come gli ADAS . Questo espone i conducenti e i passeggeri a maggiori rischi in caso di incidente. Dal punto di vista ambientale, queste vetture usano carburanti tradizionali, benzina o diesel, con emissioni più elevate e impatto netto sulla qualità dell’aria.

Un elemento meno noto ma rilevante riguarda il costo assicurativo. Il premio medio per un’auto di 10 anni si aggira intorno ai 359 euro. Questo valore aumenta con l’età dell’auto: a 12 anni la polizza media costa 368 euro, mentre a 14 anni arriva a 421 euro. Quindi, in quattro anni la spesa per assicurare un veicolo aumenta del 17%, una crescita significativa che va a penalizzare proprio chi guida auto più anziane. Questa dinamica è legata all’aumento del rischio percepito da parte delle compagnie assicurative su mezzi meno moderni.

Gli italiani, dunque, si trovano a scegliere tra esigenze pratiche, limiti di budget e un contesto normativo e ambientale che rende le auto datate meno vantaggiose, in particolare dal punto di vista dell’assicurazione e della sicurezza. La diffusione di tali mezzi resta alta e fa emergere il rapporto complesso tra usura dei veicoli, capacità di spesa e abitudini di mobilità nel nostro paese.

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