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Procura di Rovigo conferma richiesta di archiviazione per il caso Greta Spreafico scomparsa nel 2022

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La vicenda della scomparsa di Greta Spreafico, cantante rock di 53 anni originaria di Erba , resta senza nuove svolte dopo l’ultima decisione della procura di Rovigo. La donna è scomparsa il 4 giugno del 2022 e da allora le indagini non hanno portato a risultati concreti. In seguito a una riapertura del fascicolo, la procura ha presentato nuovamente la richiesta di archiviazione, confermando il corso già intrapreso nel 2023.

L’origine delle indagini e la prima richiesta di archiviazione

Greta Spreafico è scomparsa da Erba, in provincia di Como, il 4 giugno 2022. L’ultimo contatto con la donna risale alle 1:45 di quella notte, quando parlò al telefono con Andrea Tosi, un giardiniere di Porto Tolle, Rovigo, che era già indagato insieme a Gabriele Lietti, suo ex fidanzato. Inizialmente le indagini si erano concentrate su di loro, soprattutto dopo la sparizione dell’auto di Greta, una Kia Picanto mai ritrovata. Il fascicolo aperto dalla procura ipotizzava reati gravi, tra cui omicidio preterintenzionale, occultamento di cadavere e sequestro di persona.

Nel corso del 2023, il GIP del tribunale di Rovigo aveva archiviato il caso, sulla base delle prove raccolte fino a quel momento. La mancanza di elementi concreti e l’assenza di nuovi riscontri hanno portato a questa prima decisione, che però non ha ancora svelato cosa sia accaduto a Greta Spreafico nelle ultime ore in cui è stata vista.

La riapertura del fascicolo e il sospetto sul rigonfiamento del terreno

A maggio del 2024, la procura ha deciso di riaprire le indagini, in attenzione a una richiesta di parte. L’oggetto della nuova ispezione era un’area di proprietà di un’impresa edile vicino all’abitazione usata da Andrea Tosi al momento della sparizione di Greta. Un presunto rigonfiamento del terreno in quella zona aveva portato a ipotizzare che potesse nascondere il corpo della donna o l’auto Kia Picanto. L’ipotesi ha fatto scattare un nuovo fascicolo con accuse ancora più gravi, inclusa la distruzione e occultamento di cadavere.

Gli accertamenti sul terreno, tuttavia, non hanno evidenziato tracce utili. Non è stato trovato nulla che potesse confermare le supposizioni iniziali né l’auto né altri elementi. Questo ha ridimensionato le speranze di chi cercava una svolta importante nell’inchiesta e ha riportato le attenzioni sulla lenza già acquisita settimane prima.

I principali indagati e il legame con greta spreafico

Due sono i principali indagati nel caso: Andrea Tosi e Gabriele Lietti. Il primo, giardiniere residente a Porto Tolle, aveva una frequentazione con Greta Spreafico documentata nell’ultimo contatto telefonico. Lietti, ex fidanzato della donna, era stato ipotizzato come possibile responsabile in relazione all’omicidio preterintenzionale e al sequestro di persona.

Nonostante le accuse, fino ad ora non sono emerse prove decisive che colleghino questi due uomini a fatti concreti o alla sparizione di Greta. La mancanza di ritrovamenti sull’area del presunto rigonfiamento non ha supportato l’ipotesi che si volesse occultare qualcosa di rilevante. L’intera indagine resta quindi incompleta, senza una spiegazione chiara della scomparsa.

Lo stato attuale del procedimento giudiziario

Al momento, la procura di Rovigo ha ribadito la richiesta di archiviazione delle indagini su Greta Spreafico. Dopo circa due anni, molte piste sono state esplorate senza esito, e la giustizia si trova a dover chiudere un capitolo aperto da tempo. Il tribunale dovrà valutare la posizione degli indagati senza nuove prove che possano confermare o confutare le accuse.

Il caso resta uno dei misteri irrisolti nel nord Italia, con la speranza che eventuali nuovi elementi possano emergere e rinnovare il lavoro degli inquirenti. La mancanza di segni tangibili lungo il percorso investigativo rende difficile ricostruire con precisione cosa sia realmente successo a Greta Spreafico.

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