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Primo raccolto di alghe tra turbine eoliche al largo dei paesi bassi apre nuove prospettive sul mare del nord

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Al largo delle coste dei paesi bassi, nel mare del nord, è stata completata la prima raccolta commerciale di alghe marine coltivate tra turbine eoliche offshore. Questa iniziativa rappresenta un esperimento unico nel suo genere, che combina energie rinnovabili e coltivazioni marine per studiare il ruolo delle alghe nella riduzione della CO2 e nella tutela dell’ambiente marino.

Un progetto innovativo tra energia e agricoltura marina

L’esperimento è stato condotto da North Sea Farmers, un’organizzazione senza scopo di lucro che ha creato la prima piantagione di alghe marine su scala commerciale chiamata North Sea Farm 1. La coltivazione si trova nel parco eolico Hollandse Kust Zuid , a circa 18 chilometri dalla costa di Scheveningen. Questo rende il progetto il primo al mondo a sfruttare lo spazio tra turbine eoliche offshore per la crescita di alghe marine. Il risultato è un modello che coniuga la produzione di energia pulita con l’agricoltura marina, riducendo la pressione sull’uso del suolo e delle risorse agricole.

Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 2 milioni di euro nel contesto del Right Now Climate Fund di Amazon, un’iniziativa che investe in attività per la difesa del clima e della biodiversità. L’obiettivo è trovare soluzioni scalabili per mitigare i cambiamenti climatici e promuovere un’economia sostenibile. Essendo situata in un’area protetta dal traffico marittimo, la coltivazione beneficia di condizioni favorevoli per la crescita delle alghe e la ricerca scientifica sulle potenzialità di questi organismi marini.

Il ruolo delle alghe nella riduzione della co2 e nell’ecosistema marino

Le alghe sono note per la loro capacità di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera. In questo contesto, gli studiosi coinvolti nel progetto monitorano con attenzione il tasso di assorbimento della CO2 da parte delle coltivazioni, analizzandone l’impatto sul ciclo del carbonio nell’ecosistema del mare del nord. La fase del primo raccolto, avvenuta dopo tre anni di preparazione, fornisce dati pratici per comprendere meglio come le alghe possano contribuire alla resilienza climatica.

Il progetto punta inoltre a valutare effetti sulle specie marine e sulla biodiversità. Ricercatori del Plymouth Marine Laboratory e di altre istituzioni stanno eseguendo prelievi e monitoraggi in loco per osservare i cambiamenti negli abitanti e nella qualità dell’ambiente, impiegando strumenti come l’analisi di eDNA . Questi dati aiutano a capire se la presenza delle alghe porta mutamenti significativi nelle popolazioni marine e come si possa integrare la coltivazione con la tutela degli habitat naturali.

Raccolta e processi produttivi nella piantagione marina

La raccolta delle alghe presso North Sea Farm 1 avviene tramite una nave appositamente attrezzata che si muove tra le turbine eoliche senza creare danni. Le alghe crescono su grandi reti fissate al fondale marino, ognuna delle quali misura circa 50 metri di lunghezza per 3 metri di altezza, e coprono una superficie complessiva di circa cinque ettari. Il metodo garantisce un raccolto efficiente e sicuro, rispettando le strutture offshore e l’ecosistema circostante.

Le alghe raccolte hanno un ampio spettro di utilizzi, potendo essere trasformate in tessuti, prodotti alimentari e articoli per il benessere. Il valore economico di questa produzione risiede nell’assenza di bisogno di terra, acqua dolce o fertilizzanti chimici, comuni nell’agricoltura convenzionale. In sostanza, la coltivazione marina offre un’alternativa sostenibile ad alcune materie prime tradizionali, riducendo l’impatto ambientale.

Implicazioni future e capacità di espansione del modello

Le informazioni raccolte durante questo primo esperimento saranno fondamentali per valutare la scalabilità di impianti simili su aree più estese tra turbine eoliche offshore nel mondo. Di fatto, l’integrazione tra agricoltura marina e infrastrutture energetiche crea una sinergia che sfrutta spazi marini oggi poco utilizzati. La sfida è capire i limiti operativi, l’impatto sull’ecosistema e i benefici a lungo termine.

L’amministratore delegato di North Sea Farmers, Eef Brouwers, ha sottolineato il valore scientifico e commerciale del progetto, evidenziando come la coltivazione si inscriva in infrastrutture esistenti, senza espandere ulteriormente l’impronta umana sull’ambiente marino. Questa innovazione si inserisce in un contesto globale dove la ricerca di soluzioni sostenibili per la mitigazione climatica diventa urgente e indispensabile.

Infine, la cooperazione tra aziende, fondi internazionali e istituti di ricerca crea un quadro operativo interessante per sviluppare tecnologie marine a beneficio della lotta alla crisi climatica e della conservazione degli oceani. Questo progetto, datato 2022-2025, apre una strada concreta per impianti futuri più efficienti su vasta scala, in particolare in aree marine ad alta densità di turbine eoliche.

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