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L’ue propone controdazi da 72 miliardi di euro contro le tariffe Usa su auto e altri prodotti

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La commissione europea ha presentato ai Paesi membri una lista di controdazi del valore di 72 miliardi di euro. Questi dazi rispondono alle misure adottate dagli Stati Uniti, soprattutto quelle sulle auto e altre merci considerate “reciproche”. La proposta segue una consultazione pubblica terminata il 10 giugno e arriva dopo un primo pacchetto di 95 miliardi, ridimensionato ma ancora molto significativo, con colpi diretti all’export statunitense.

Quanto vale il pacchetto di controdazi

Il pacchetto iniziale di controdazi sui prodotti americani è stato ridotto da 95 a 72 miliardi di euro dopo le osservazioni raccolte durante la consultazione pubblica chiusa a inizio giugno. Nonostante il taglio, l’elenco mantiene molte delle categorie considerate strategiche dall’economia a stelle e strisce.

Prodotti americani colpiti dalle contromisure

Tra i prodotti più colpiti figurano carni bovine e suine, segmenti chiave per l’export degli Stati Uniti verso l’Europa. Inoltre, la controffensiva europea coinvolge veicoli come suv e pick-up, settore molto caro all’industria americana e oggetto di tariffe Usa particolarmente rilevanti.

Non manca l’industria aeronautica: componenti legati alla produzione di Boeing sono inseriti nella lista, in risposta alle tensioni commerciali tra l’UE e gli Stati Uniti che riguardano anche i sussidi statali all’aviazione. Un riferimento simbolico, ma non marginale, riguarda anche il bourbon del Kentucky, prodotto icona dell’America e parte della strategia di pressione commerciale.

In corso consultazioni interne dei ventisette paesi

Una fonte diplomatica citata dall’ANSA ha spiegato che la lista proposta rimane aperta a modifiche fino all’approvazione finale da parte dei ventisette Paesi dell’Unione europea. I confronti interni sono in corso e potrebbero portare ad aggiustamenti nel contenuto del pacchetto.

La posizione finale dovrà bilanciare le pressioni politiche e le esigenze economiche dei diversi stati membri, alcuni dei quali hanno interessi diretti nelle filiere coinvolte dalle nuove tariffe. Al momento l’idea è mantenere una linea dura per reagire in modo deciso alle misure adottate dagli Stati Uniti, ma senza compromettere del tutto possibili negoziati futuri.

L’avvio delle contromisure, come previsto, scatterà solo dopo che tutti i partecipanti avranno espresso il proprio parere e si sarà definito un quadro condiviso. La partita si gioca anche in vista del rapporto commerciale complessivo tra le due sponde dell’Atlantico, che resta sotto stretta osservazione per i suoi riflessi su crescita e investimenti.

Il contesto delle tensioni commerciali tra ue e stati uniti

Le tensioni tra Unione europea e Stati Uniti derivano da anni di dispute su dazi e sovvenzioni che pesano su settori chiave dell’economia globale. L’ultima fase si è inasprita con le tariffe americane, soprattutto nel campo automobilistico, destinate a penalizzare l’export europeo ma con effetti anche sulle imprese europee che operano negli Usa.

Le contromisure europee mirano non solo a ristabilire un equilibrio commerciale, ma anche a spingere per un dialogo che riduca le barriere protezionistiche. L’applicazione di tariffe su prodotti simbolo americani come il bourbon e veicoli tipici punta a far sentire il peso delle restrizioni sul mercato Usa, generando pressione politica interna.

Questo scambio di misure rischia di allungare i tempi per una soluzione stabile e coordinata, con possibili ripercussioni sui consumatori e sulle catene di fornitura che si estendono a livello globale. Il settore dell’aeronautica, ad esempio, è particolarmente esposto a queste dinamiche, vista la rilevanza di Boeing nelle forniture internazionali.

La politica e il dialogo rimangono priorità

A livello politico, il mantenimento di un dialogo aperto rappresenta ancora una priorità, nonostante il clima meno conciliante. Le mosse degli ultimi mesi mostrano come entrambi i lati siano pronti a usare le tariffe come arma di pressione, mentre il contesto globale spinge verso cooperazioni più ampie, specie su temi come clima e sicurezza.

Gli sviluppi nelle prossime settimane diranno se l’accordo sui controdazi europei prenderà la forma definitiva o se ci saranno ulteriori cambiamenti nel tentativo di trovare un punto di equilibrio. Nel frattempo si consolida una fase di reciproche restrizioni commerciali che condizionerà le strategie di molte aziende.

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