La collaborazione tra Italia e Giappone ha portato allo sviluppo di un sistema di allerta sismica applicato alla linea ferroviaria ad alta velocità Roma-Napoli. Questo progetto punta a garantire la sicurezza dei treni in caso di terremoti, sfruttando sensori installati lungo la tratta e un software capace di intervenire in pochi secondi. La sperimentazione è partita nel 2025 in un’area particolarmente soggetta a scosse sismiche.
Il sistema di allerta sismica e la partecipazione internazionale
Il sistema, denominato Early Warning Sismico , opera su una tratta di circa 200 km tra Roma e Napoli. È nato dalla sinergia tra Rete Ferroviaria Italiana, Gruppo FS e il Giappone, noto per le sue avanzate tecnologie nel campo della prevenzione dei rischi sismici. Un ruolo centrale è stato ricoperto dal Railway Technical Research Institute giapponese, che insieme al dipartimento di fisica dell’Università di Napoli Federico II ha affinato metodi e strumenti.
Questo sistema rappresenta la prima applicazione di un modello sismico così avanzato sulle ferrovie italiane. L’area flegrea, caratterizzata da un’attività vulcanica e sismica intensa, è stata scelta per la sperimentazione proprio per mettere alla prova la rapidità e l’efficacia delle tecnologie impiegate. La collaborazione ha consentito di unire le conoscenze giapponesi a tecnologie italiane, diffondendo strumenti utili entro una linea ferroviaria ad alta densità di traffico.
Tecnologia e funzionamento del sistema di monitoraggio
EWS si basa su una rete di 20 stazioni accelerometriche distribuite lungo l’asse AV Roma-Napoli. Questi sensori sono in grado di captare le onde P, cioè le prime vibrazioni generate dal terremoto, molto prima che arrivino le scosse più forti. Le informazioni vengono trasmesse tramite fibra ottica a elevata velocità a un software che valuta i dati subito.
L’innovazione principale consiste nella capacità di emettere allarmi in meno di un secondo dal primo segnale rilevato, senza dover attendere dati aggiuntivi per calcolare la distanza o la direzione dell’epicentro. Così, in caso di superamento di una soglia di accelerazione specifica, il sistema può azionare automaticamente il rallentamento o l’arresto dei treni che si trovano lungo la tratta potenzialmente pericolosa.
I sensori si trovano in superficie e in profondità, aumentando la precisione nelle rilevazioni e la rapidità della risposta. Questo metodo è stato testato anche sul terremoto di Kumamoto del 2016, dimostrando di anticipare qualsiasi altro sistema di allerta basato sulle onde P nella zona giapponese più colpita.
Prova sul campo e risultati della sperimentazione
Il sistema ha iniziato il suo funzionamento operativo il 3 maggio 2025. La prima emergenza reale si è verificata il 13 maggio, quando un terremoto di magnitudo 4.4 ha colpito il golfo di Pozzuoli, a soli 3 km di profondità. In quella occasione i treni sulla linea sono stati fermati preventivamente, limitando rischi per viaggiatori e infrastrutture.
Il test sul campo ha confermato la validità dell’intero sistema, in cui software e sensori hanno collaborato per fermare i convogli in pochi secondi dal rilevamento della scossa. Questo intervento ha rappresentato una dimostrazione pratica di un modello replicabile su altre tratte del paese, soprattutto alle linee ad alta velocità e quelle convenzionali dotate di standard ERTMS.
Futuro del sistema nelle reti ferroviarie italiane
Il Gruppo FS punta ora a estendere l’impiego del sistema a più porzioni della rete ferroviaria italiana. La volontà è di aumentare la capacità della rete di resistere a emergenze sismiche, con un sistema automatizzato che riesce a mettere in sicurezza linee e passeggeri in tempi molto ristretti. Il progetto si inserisce in un percorso più ampio di messa in sicurezza delle infrastrutture pubbliche in un paese geologicamente fragile come l’Italia.
«Un passo avanti fondamentale per la sicurezza del trasporto ferroviario nel nostro paese», hanno commentato i responsabili del progetto.