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Genova e livorno tra i porti europei più attrezzati con connessioni OPS per l’elettrificazione delle banchine

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Pochi porti europei si stanno attrezzando con infrastrutture elettriche a terra, chiamate OPS, necessarie per ridurre l’inquinamento prodotto dalle navi durante le soste in porto. Uno studio recente evidenzia il ritardo generale nell’adozione di queste tecnologie, ma segnala anche alcuni porti italiani tra i più avanzati in questo campo, come Genova e Livorno. Questo articolo racconta lo stato attuale delle installazioni OPS nei porti europei e il loro impatto sulle emissioni inquinanti.

Ritardo nell’installazione delle infrastrutture elettriche a terra nei porti europei

Secondo una ricerca commissionata da Transport & Environment e realizzata da DNV, solo il 20% dell’infrastruttura necessaria per alimentare elettricamente le navi ferme nei porti è stata installata o è operativa nei principali scali europei. Questo dato indica che la maggioranza delle navi continua a utilizzare motori a combustibili fossili anche mentre è ormeggiata, aumentando così in modo significativo le emissioni di CO2, ossidi di zolfo, ossidi di azoto e particolato.

Il ritardo contrasta con gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo, che prevede l’installazione delle infrastrutture OPS entro il 2030 in tutti i porti marittimi dell’Unione. Queste misure mirano a limitare l’impatto delle navi sulla qualità dell’aria e sulla salute delle popolazioni che vivono nelle aree portuali. Da non sottovalutare anche l’effetto immediato che avrebbe l’elettrificazione, già a breve termine, nel ridurre l’inquinamento atmosferico nelle città con porti di grande traffico.

La posizione di carlo tritto su OPS e rallentamenti

Carlo Tritto, responsabile di Sustainable Fuels per T&E Italia, ha definito inaccettabile il rallentamento in questa materia, soprattutto considerando che esistono già fondi disponibili, tra cui quelli del PNRR, e tecnologie collaudate. Tritto ha invitato le autorità portuali, gli armatori e il governo a prendere esempio da casi come Livorno, dove le operazioni OPS sono già consolidate. Spegnere i motori durante l’ormeggio significa evitare emissioni inutili di sostanze pericolose, specialmente nelle aree urbane limitrofe.

Genova e livorno tra i porti più avanzati in europa per connessioni ops

Lo studio ha analizzato 31 porti europei, mostrando una situazione molto disomogenea. Quattro porti su 31 hanno raggiunto o superato il 50% delle connessioni OPS richieste dalle normative: si tratta di Algeciras in Spagna, Livorno e Świnoujście in Polonia, assieme a La Valletta a Malta. Genova e Livorno spiccano, soprattutto per il numero e la funzionalità delle connessioni elettriche già operative.

In altri porti storici e di dimensioni importanti, come Anversa, Dublino, Danzica e Lisbona, la presenza di infrastrutture OPS è ancora assente o molto limitata. Anche grandi scali come Rotterdam, Barcellona, Valencia, Bremerhaven e Le Havre presentano ritardi evidenti, con percentuali di installazione che non si avvicinano ai target europei.

Limitazioni informative su altri porti italiani

Il ritardo riguarda anche porti importanti dell’Italia come Napoli e Civitavecchia, esclusi dalla ricerca per mancata comunicazione di dati, il che sottolinea una certa lacuna informativa oltre che operativa. Livorno e Genova rappresentano invece modelli di azione concreta, grazie a impianti che consentono già alle navi di alimentarsi elettricamente a terra, abbattendo emissioni durante l’ormeggio.

Criticità a venezia tra incremento delle connessioni ops e rischio ambientale

La situazione di Venezia è complessa perché, mentre le autorità portuali stanno investendo nell’installazione di 18 connessioni OPS destinate principalmente al traffico passeggeri, il numero previsto dagli stessi piani di traffico sarebbe molto più basso, intorno a due. Questo aumento forzato delle infrastrutture rischia di favorire un incremento del traffico di traghetti e navi da crociera, con ripercussioni negative sull’ecosistema fragile della laguna.

Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, ha sottolineato la necessità di ridurre drasticamente la presenza delle navi da crociera in porto, dato il loro impatto tossico. Ha inoltre ribadito l’importanza di connettere i traghetti agli OPS per limitare le emissioni nocive. Tuttavia, a Venezia il rischio è che lo sviluppo eccessivo di questi impianti incentivino un aumento dei mezzi e delle attività, mettendo a rischio la delicatezza ambientale della laguna, già sotto pressione da anni.

Conflitto tra riduzione inquinamento e salvaguardia ambientale

Questa situazione fa emergere un conflitto tra esigenza di ridurre l’inquinamento e necessità di preservare i delicati equilibri ambientali, tema centrale nei dibattiti attuali sulla gestione turistica e portuale di Venezia.

Impatto delle infrastrutture ops sulle emissioni e qualità dell’aria

Le navi da crociera rilasciano la gran parte delle emissioni inquinanti quando sono ferme in porto, arrivando a produrre quantitativi di CO2 e altri combustibili in misura anche sei volte superiore rispetto ad altri tipi di imbarcazioni. Il caso concreto della nave Azura della Carnival nel 2023, con 22.800 tonnellate di CO2 emesse solo durante gli scali europei, mostra l’entità del problema.

Il collegamento elettrico a terra rappresenta una risposta efficace per azzerare quasi completamente queste emissioni nelle fasi di attracco. Oltre alla riduzione di CO2, si limita anche la dispersione di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e particolato, migliorando notevolmente la qualità dell’aria nei dintorni dei porti.

Diffusione ampia degli ops e riduzione emissioni

Inoltre, lo studio sottolinea che una diffusione più ampia degli OPS potrebbe ridurre del 20% le emissioni totali annuali delle navi in Europa, un dato che pesa nelle discussioni sulle strategie ambientali dell’Unione. In questo senso, i porti italiani come Livorno e Genova fanno da esempio per altri scali nazionali ed europei ancora carenti.

Le connessioni elettriche alle banchine non sono solo un obiettivo futuro, ma devono essere considerate una misura urgente per mitigare l’impatto delle attività portuali sulle città e sull’ambiente. L’attuazione di questi impianti rimane quindi un nodo cruciale per una navigazione meno inquinante.

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