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Condannato a 12 anni mario masala per l’omicidio di tonino pirastru a porto cervo

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Il tribunale di Tempio Pausania ha emesso la sentenza di condanna a 12 anni di reclusione per mario masala, 40enne di sassari, accusato di aver ucciso tonino pirastru, pensionato di 76 anni, investito da un furgone lo scorso 3 luglio 2024 a porto cervo. La vicenda ha occupato l’attenzione giudiziaria con una lunga fase di indagini e un procedimento con rito abbreviato, conclusosi con la decisione del gip alessandro cossu.

Il processo e la sentenza finale

Il processo si è svolto con rito abbreviato, procedimento che prevede una trattazione più veloce e con valutazioni dirette sulle prove principali. Durante l’ultima udienza, mario masala ha mantenuto la sua difesa, sostenendo la versione dell’evento come incidente causato dallo scatto improvviso per evitare un animale. Gli avvocati difensori, nicola satta e giancarlo frongia, hanno assistito il loro cliente fino alla conclusione del dibattimento.

Il giudice per le indagini preliminari alessandro cossu ha emesso la sentenza ribadendo la responsabilità dell’imputato per omicidio volontario e stabilendo una pena di 12 anni di carcere, inferiore rispetto a quella richiesta dal pm ma comunque severa. La decisione del tribunale riflette le prove raccolte e la valutazione della dinamica dell’incidente come frutto di un atto intenzionale piuttosto che di un evento casuale.

Il caso e la dinamica dell’incidente

La tragedia è avvenuta il 3 luglio 2024 nei pressi dell’abitazione di tonino pirastru a porto cervo. Secondo quanto ricostruito dalla polizia stradale di olbia, intervenuta insieme ai vigili del fuoco, il pensionato è stato travolto da un furgone guidato da mario masala. Dai rilievi effettuati sul luogo sono emersi elementi che contraddicono la versione fornita dall’imputato. Masala aveva infatti dichiarato in aula di aver sterzato bruscamente per evitare un animale che attraversava la strada, ma le forze dell’ordine hanno trovato prove contrarie rispetto a questa ricostruzione.

I vigili del fuoco hanno estratto il corpo di pirastru rimasto incastrato sotto il veicolo, suggerendo una dinamica differente rispetto a quella del conducente. Le circostanze dell’investimento hanno spinto la procura ad approfondire i motivi dietro l’incidente, con accertamenti che hanno rivelato tensioni pregresse tra le due persone coinvolte.

L’accusa e la ricostruzione della procura

L’ipotesi della procura punta su un omicidio volontario motivato da rivalità di vicinato. Secondo l’accusa, masala avrebbe deliberatamente travolto il pensionato in seguito a una lite avvenuta alcune ore prima dell’incidente. Questa circostanza ha caratterizzato il procedimento, dando una connotazione ben diversa rispetto a un tragico incidente stradale.

La tensione tra i due sarebbe degenerata fino al punto da sfociare in azioni violente. Nei giorni seguenti al fatto, le indagini hanno cercato di approfondire i rapporti tra i protagonisti e rivalutare le prove raccolte sul posto per confermare questa tesi. La richiesta del pubblico ministero, avanzata durante la requisitoria tenutasi il 3 luglio, è stata di 16 anni di detenzione, evidenziando la gravità delle imputazioni.

Contesto e riflessioni finali

La vicenda ha richiamato l’attenzione sul contesto di porto cervo, dove rivalità di vicinato possono sfociare in episodi drammatici e letali. Gli esiti del giudizio lasciano aperti interrogativi sulle relazioni tra le persone e sulla gestione delle conflittualità, nel rispetto delle regole e della legge.

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