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Assolti tutti gli imputati del caso sindacopoli: la corte d’appello di cagliari ribalta le condanne precedenti

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La corte d’appello di cagliari ha annullato le condanne emesse nel 2024 dal tribunale di oristano nel processo denominato “sindacopoli”. Il procedimento riguardava un presunto legame illecito tra alcuni studi professionali e amministrazioni comunali per la gestione degli appalti pubblici in barbagia e mandrolisai. Con questa sentenza, il collegio giudicante ha stabilito che il fatto non sussiste e ha assolto tutti e quattro gli imputati coinvolti. I dettagli della vicenda partono da un’indagine del 2014 che si è trascinata per anni, coinvolgendo esponenti politici locali e un ingegnere ritenuto il centro dell’operazione.

Ricostruzione dei fatti e avvio dell’inchiesta sindacopoli

L’inchiesta sindacopoli è partita nel 2014 concentrandosi su presunte manovre per pilotare l’assegnazione delle progettazioni e l’esecuzione degli appalti pubblici in due territori della sardegna centrale: barbagia e mandrolisai. Secondo gli inquirenti, alcuni studi professionali avrebbero stretto accordi con amministratori locali per influenzare le gare, alterando la libera concorrenza e orientando i lavori a favore di soggetti specifici.

Nel corso dell’indagine furono raccolti elementi che portarono all’imputazione di quattro persone che ricoprivano ruoli pubblici o gestionali. Le accuse vertevano su condotte legate al malaffare e alla corruzione, con episodi sospetti nella gestione di opere pubbliche di varia natura. L’inchiesta suscitò attenzione per l’impatto che avrebbe potuto avere sulla trasparenza negli appalti pubblici in quelle aree.

Il processo di primo grado: condanne e prescrizioni nel tribunale di oristano

Il processo di primo grado si concluse il 5 marzo 2024 presso il tribunale di oristano con l’emissione di verdetti che condannavano quattro degli imputati e assolvevano altri, talvolta per prescrizione o assenza di prove sufficienti nel merito. Tra i condannati spiccarono figure di rilievo nel panorama locale.

Salvatore Pinna, ingegnere cinquantunenne originario di desulo e titolare della società Essepi Engineering, era stato indicato come il presunto regista della gestione illegale degli appalti. A lui furono inflitti sette anni e sei mesi di reclusione. L’ex sindaco di Belvì, Rinaldo Arangino, ricevette una pena di sei anni. Pietro Crobu, ex vice sindaco di Ortueri, fu condannato a quattro anni e otto mesi. Pier Paolo Sau, ex primo cittadino di Tonara, ebbe una sentenza di quattro anni e tre mesi. Queste condanne andarono a segnare una svolta nel procedimento, ma non chiusero la vicenda.

La sentenza della corte d’appello di cagliari e l’assoluzione degli imputati

Il 2025 ha visto la corte d’appello di cagliari ribaltare la sentenza precedente, giudicando che “il fatto non sussiste” nel caso di tutti i quattro imputati. Il collegio, guidato dal giudice Giovanni Lavena, ha confermato che non emergono elementi sufficienti per ritenere colpevoli le persone coinvolte o che le prove raccolte siano inconsistenti. Questa decisione ha derubricato le accuse e lasciato liberi i soggetti sotto processo.

L’assoluzione riguarda Salvatore Pinna, Rinaldo Arangino, Pietro Crobu e Pier Paolo Sau, tutti implicati nell’indagine sindacopoli. La corte di secondo grado ha dato un giudizio opposto rispetto a quello espresso dal tribunale di oristano, confermando un’interpretazione più cauta dei fatti. La pronuncia accoglie le richieste della difesa e riapre la discussione sull’intera vicenda amministrativa e giudiziaria che ha coinvolto i comuni del territorio sardo.

Impatto dell’assoluzione sul contesto locale e amministrativo

Questa sentenza ha un peso significativo per i comuni di barbagia e mandrolisai, e mette in evidenza le difficoltà di dimostrare responsabilità in casi complessi di gestione degli appalti pubblici. La chiusura definitiva dei processi senza condanne potrà influire sulle modalità di controllo nelle gare di progettazione e lavori pubblici, ma lascia aperte questioni sul funzionamento degli apparati locali.

Gli amministratori tornano liberi da accuse che hanno pesato per anni sull’immagine pubblica e sul modo in cui le comunità intorno a Desulo, Belvì, Ortuieri e Tonara percepiscono la corretta gestione della cosa pubblica. Nel corso del tempo le amministrazioni saranno chiamate a rafforzare i meccanismi per evitare contenziosi simili e tutelare la trasparenza, evitando derive che possono compromettere la fiducia dei cittadini.

La sentenza emessa a cagliari si inserisce in un contesto giudiziario che pone attenzione alla certezza delle prove e all’esame rigoroso dei comportamenti, con un pronunciamento che evidenzia come la giustizia, al termine di un percorso articolato, possa mutare orientamento rispetto a valutazioni precedenti.

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